I mille Campioni de “L’Economia”, ovvero le piccole e medie aziende più performanti del Paese. Quest’anno toccano quota 103 miliardi, hanno utili industriali mediamente sopra il 18% e un rendimento del capitale investito vicino al 15%. I debiti sono a zero e, anzi, si segnala un attivo di cassa di quasi otto miliardi con spalle robuste garantite da 71 miliardi di patrimonio. E ancora: danno lavoro a 300mila persone. Il Corriere della Sera ha presentato l’esclusiva classifica de L’Economia e ItalyPost che raggruppa le migliori Pmi del Paese per tassi di crescita, redditività e solidità finanziaria (tutto sul lungo termine).
Lunedì scorso i protagonisti sono stati celebrati a Milano, in Borsa, nell’evento dal titolo «Italia genera futuro». Un futuro da costruire anche controvento: prima la pandemia, poi le guerre, non una ma due, poi l’inflazione, le tensioni commerciali in ogni parte del globo. Eppure una «ricetta Champions» esiste ed è in grado di pervadere tutti i settori riconosciuti del made in Italy: meccanica, manifattura, alimentare, arredo e design, la moda e ancora il vino. Tra i Champions ci sono nomi di eccellenze piemontesi come Bartolomeo Monge, Luisa Frandino della cuneese Sedamyl, Daniele Ferrero di Venchi, Alberto Bertone di Acqua Sant’Anna oppure Alessandro Boglione della torinese BasicNet, tanto per citarne alcuni. Ogni nome una storia che racchiude impegno, passione, innovazione costante e costante attenzione per le persone. Curiosità, flessibilità, radicamento sul territorio, cura della filiera (maniacale) e vocazione a guardarsi attorno, anche per andare molto lontano. Non esiste un’unica ricetta Champions. Ma di certo ci sono caratteristiche comuni a tutte queste eccellenze, che siano aziende familiari o quotate. Quelle che abbiamo elencato appena qui sopra sono solo alcune. Di certo per crescere non basta più sapersi adattare ai diversi scenari: il segreto dei Campioni sta nella riprogettazione continua dell’impresa, come è ampiamente emerso dal palco della Borsa assieme al direttore del Corriere, Luciano Fontana e al vicedirettore Daniele Manca dopo il prologo dei lavori sarà affidato a Luigi Ferraris, amministratore delegato di Ferrovie dello Stato.