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Il convegno per gli ottant’anni dalla Battaglia di Valcasotto

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Nei giorni scorsi al Castello di Casotto si sono celebrati con un convegno gli ottant’anni trascorsi dalla Battaglia di Valcasotto che divampò dal 13 al 17 marzo del 1944, fra i partigiani, guidati da Enrico Martini Mauri e i tedeschi della Wermacht.

Un conflitto che coinvolse anche la popolazione con morti, feriti, rastrellamenti, incendi, fucilazioni, e infine un’affannosa ritirata nella neve.

La storica dimora, allora di proprietà della famiglia Baldracco che ospitò e nascose tanti partigiani, ha fatto da cornice all’incontro.

Introdotti da Alessandro Briatore gli interventi si sono aperti con il saluto istituzionale del Consigliere regionale Pd Maurizio Marello: “La battaglia di Val Casotto che oggi ricordiamo fu certamente audace ma impari. Insegnò forse che il sistema difensivo “da manuale” messo a punto da Mauri nella neve alta e con le condizioni meteorologiche di queste aree non funzionava a pieno: non a caso Mauri, insieme ai suoi uomini, scelse da quel momento di scendere a poco a poco più a valle, fino a raggiungere la città di Alba”, ha ricordato Marello. “Oggi siamo qui per “fare memoria” che significa anche saper cogliere i preoccupanti segnali di intolleranza presenti nella nostra società: intolleranza tra individui, tra gruppi, tra Paesi. Oggi sembra che il mondo si sia arreso a risolvere i disaccordi con la guerra ma non dobbiamo dimenticare che, proprio il secondo conflitto mondiale, ci ha insegnato che questo non è possibile”.

E’ intervenuto, in remoto, per i saluti istituzionali anche il presidente della provincia Luca Robaldo così come in rappresentanza del comune di Garessio l’assessore Paola Carrara, Franco Borgna per Pamparato e Vincenzo Enrichens e Pierandrea Camelia per l’associazione Amici del Castello di Casotto.

Per l’Anpi Mondovì è intervenuto Stefano Casarino: “La Battaglia di Valcasotto rappresenta una pagina tremenda della lotta partigiana, non si concluse con una vittoria, ma la memoria storica deve soffermarsi anche sulle sconfitte. Agire è importante quanto saper subire le sconfitte: la tempra di un popolo si valuta anche da come si reagisce alle sconfitte. Dopo questa battaglia tutto fu diverso. Per me, e io spero per tutti noi, la memoria ha anche e soprattutto un valore etico e va ripercorsa sempre anche e soprattutto con le nuove generazioni”. Emiliano Negro per la Onlus Cordero di Montezemolo ha letto il messaggio di Romolo Garavagno che non ha potuto partecipare: “Il pensiero vada a tutti i movimenti resistenziali a prescindere dal principio ideologico che li animava”.

A Gigi Garelli, presidente dell’Istituto Storico della Resistenza di Cuneo, il compito di ripercorrere e analizzare con dovizia di particolari i fatti di cui Val Casotto fu teatro nel marzo del 1944.

La mattinata si è conclusa con preziose e toccanti testimonianza di bambini e ragazzi di allora, intervistati dagli Amici di Valcasotto.