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Da Giorgio Garelli, un bilancio “morale” sulla sua esperienza in Fondazione Crc

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Componente del Consiglio Generale per due mandati a partire dal 2016, per il canalese Giorgio Garelli è giunto il momento di un bilancio morale della sua esperienza in seno alla Fondazione Crc: che, in queste settimane, sta vivendo la fase di rinnovo dei propri vertici.

Farmacista, classe 1971, amministratore civico per dieci anni (dal 2004 al 2014) nella “sua” Canale, dice: «E’ stato un onore, per me, trovarmi a rappresentare il Roero per la Fondazione Crc: un’esperienza che mi ha permesso di lavorare con tanti amici ed amministratori locali, le autorità sanitarie ed il mondo del volontariato, e che ci ha consentito di operare per lo sviluppo di tutta la Sinistra Tanaro. Non mi sono sentito delegato della sola Canale, ma di un’intera area: il che ci ha messo nelle condizioni di poter migliorare i servizi sul territorio, concentrarsi sullo sviluppo turistico, incrementare la sensibilità nei confronti dell’ambiente, valorizzare il patrimonio artistico».

C’è un elemento “umano”, di cui Garelli è stato effettivo collettore: «Ciò che mi è piaciuto molto è stato il fatto di permettere ai Comuni di lavorare assieme, in progetti in grado di garantire una crescita organica, corale».

Tra i tanti progetti seguiti, quali sono quelli che hanno portato una più intima soddisfazione?

«C’è sicuramente il piano dei “Sentieri dei Frescanti”, un’occasione ben sfruttata per fare in modo che i differenti paesi potessero agire come un “unicum” per promuovere, tutelare e rendere fruibili i beni architettonici e artistici presenti, in un quadro che ha saputo addirittura ampliarsi rispetto alle previsioni iniziali. Poi c’è il progetto di cicloturismo realizzato grazie al bando “Spazi Outdoor”, teso a innescare una nuova concezione del turismo, a misura di disabile. I Comuni del Roero poi, primi in provincia di Cuneo, hanno saputo cogliere l’opportunità data dal costituire una Comunità Energetica Rinnovabile, che li vede coinvolti nella quasi totalità».

Sul fronte “canalese”, l’equilibrio tra necessità del territorio e desiderio di concretezza si è ben coronato: «Sono due progetti che mi rendono orgoglioso. Il Palagiovani è stato un progetto importante, e che già avevo seguito nel mio passato di amministratore della mia cittadina, insieme con l’attuale sindaco Enrico Faccenda. E, sicuramente, il progetto di poliambulatorio che sta prendendo forma nei locali dell’ex Pretura prosegue nella direzione dei servizi alla popolazione. Spero ancora di poter contribuire alla realizzazione del primo lotto di progetto di ristrutturazione dell’Oratorio e del Cine Teatro Parrocchiale, curato assieme da Comune e Parrocchia, e per cui è già stata presentata apposita candidatura».

Una sorta di “passaggio del testimone”, ed un pensiero alle persone vicine: «Spero che il lavoro intrapreso, la collaborazione attiva tra la Fondazione Crc ed il territorio possa proseguire e addirittura intensificarsi, per sfociare in progettualità sempre più ambiziose e lungimiranti. Da parte mia, ringrazio il Governatore regionale Alberto Cirio, il presidente Ferruccio Dardanello, il sindaco albese Carlo Bo, i presidenti della Fondazione Crc Giandomenico Genta ed Ezio Raviola con cui ho avuto il vivo piacere di lavorare, e tutti i rappresentanti del territorio che mi hanno permesso di vivere questa bellissima esperienza. Per la prossima Governance della Fondazione, auspico che gli stakeholder possano convergere su una personalità che non sia espressione di una parte politica, ma che possa rappresentare differenti sensibilità, tutti i territori e le diverse categorie produttive. La Fondazione deve rimanere patrimonio di tutti, com’è stato in questi anni, in cui tutti sono sentiti rappresentati».