Scamarcio nel duello tra Lancia e Audi «Una storia italiana»

L’attore interpreta Cesare Fiorio, direttore sportivo del team torinese di rally che seppe sorprendere i tedeschi

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Al cinema torinese Reposi c’è stato il tutto esaurito per Riccardo Scamar­cio, il protagonista del film “Race For Glory – Audi vs Lancia”. E lui non ha nascosto l’emozione: «Che bella questa sala e che bello vedere il cinema pieno di gente». Ha poi raccontato come è nata la scintilla della sua interpretazione nel ruolo di uno dei più celebri team manager motoristici italiani: «Incontravo sempre Cesare Fiorio in Puglia, lui soggiornava vicino a casa mia. Poi ho trovato la trama del film avventurosa ed emozionante, è una storia che di­mostra una volta di più come si possano vincere sfide impossibili con il talento degli italiani».
Sullo schermo Fiorio (ovvero Riccardo Scamarcio) fa di tutto per tenere alto il livello della sua Lancia 037. In una scena confonde le idee agli ispettori del campionato rally senza lesinare barolo e agnolotti. Lo scenario è quello del Mondiale rally del 1983, caratterizzato da un fantastico testa a testa tra l’auto italiana e la tedesca Audi spinta dalla trazione integrale. Le due vetture s’inseguono per sterrati tra Montecarlo e San­remo passando da Portogallo, Grecia, Corsica, Finlandia e Toscana. E così “Race for Glory – Audi vs Lancia” diventa una cronaca romanzata ma veritiera dello storico duello tra i costruttori torinesi e tedeschi. Con il marchio del gruppo Fiat a tener testa al Golia di Ingolstadt che aveva appena introdotto, appunto con la trazione integrale, una nuova potentissima tecnologia in grado di tener incollate a qualsiasi strada le proprie macchine. Eppure la Lancia si sarebbe fatta valere.
Il film, pur con un budget ridotto, rievoca l’epica di altri racconti nel settore sportivo. In particolare il recente “Le Mans 66” dove però era l’americana Ford a tener testa allo strapotere Ferrari. Il nuovo film di Stefano Mor­dini, che ha ormai all’attivo un lungo sodalizio con Sca­marcio (“La scuola cattolica”, “Pericle il nero”, “Gli infedeli”) gioca molto sull’arte italica dell’arrangiarsi contro il rigido approccio scientifico teutonico. A pochi mesi dal più drammaticamente efficace “Ferrari” di Michael Mann (ora su Sky), ecco un altro lungometraggio a tema automobilismo sportivo. Stavolta nel pieno degli avventurosi anni Ottanta. Si rivede la To­rino di Gianni Agnelli che guarda tutti dal trono (ed è impersonato dal nipote Lapo Elkann). Con lui c’è la corte di manager incravattati e di meccanici in tuta blu. E poi i piloti con i capelli fluenti e qualche ra­gazza in un mondo che era marcatamente maschile.
La trama scorre in­torno al senso della rivalità tra i due direttori spor­­­tivi, con qualche col­po basso che non inficia una fondamentale stima reciproca, quella tra Fiorio e l’omologo Röhrl. Le sequenze di guida con le vetture originali trattate con i guanti e intervallate a spezzoni di repertorio, aiutano a immedesimarsi in quegli anni e in quell’energia. E il film si lascia seguire anche se l’emozione travolgente di quella Lancia Delta Integrale risulta solo suggerita.
«Raccontiamo il rapporto di un uomo con la vittoria, ma anche con la sconfitta -ha commentato Scamarcio -. Del resto lo sport è metafora della vita, si possono trovare dinamiche che sono proprie di ognuno di noi, per questo attira tante persone. Quello che interessava a noi, oltre al fascino di aver sconfitto i tedeschi come in Italia-Ger­mania 4-3, oltre a una storia di autovetture in un’epoca diversa, era esaltare le dinamiche umane, spiegando come si possa arrivare a vincere una sfida impossibile». L’attore a Torino ha anche affrontato tematiche d’attualità, anche in questo caso spingendo sull’acceleratore a proposito degli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine a Pisa e Firenze: «Ogni repressione del libero pensiero è sbagliata. Il potere che ci governa in tutto l’Occidente vuole che le persone non pensino, che consumino e basta. C’è un pensiero unico che ci viene propinato dalla mattina alla sera, neanche più i giornali e i telegiornali sono liberi».

Buon compleanno ad Alena Seredova
Chi compie gli anni oggi, 21 marzo, nel giorno di uscita del nostro settimanale IDEA? Cominciamo da un agente 007 come Timothy Dalton che spegne 78 candeline, mentre sono 42 per Scott Eastwood. Festeggia il compleanno un altro attore, Gary Oldman (66 anni). L’elenco prosegue con i colleghi Matthew Broderick (62) e Sonequa Martin-Green (39), con il comico Tullio Solenghi (76), il cantante Paolo Belli (62), la showgirl Alena Šeredová (46) e l’ex calciatore brasiliano Ronaldinho (44).