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«Una nuova storia: Alba non è fatta per accontentarsi»

Alberto Gatto, candidato del centrosinistra alle comunali: «Le idee della cittadinanza integreranno il nostro programma, arricchendolo»

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Passione, senso del dovere e determinazione sono tra le virtù che più colpiscono di Alberto Gatto, candidato sindaco alle comunali di Alba per il centrosinistra, alla guida della coalizione “Uniti per Alba”. Il giovane esponente del Partito Demo­cratico – 34 anni, enologo, candidato consigliere più votato alle elezioni del 2019 – si sta facendo ap­prezzare in campagna elettorale non solo per le sue idee, ma anche per l’originale pratica degli incontri di lavoro partecipato con la cittadinanza. Pro­prio partendo da questo argomento per poi spaziare su altri temi, dal turismo al ruolo dei giovani, fino alle emozioni personali legate alla sua candidatura, Rivista IDEA lo ha intervistato.

Gatto, la sua campagna elettorale si sta distinguendo per l’approccio innovativo dell’iniziativa “Costruiamo insieme l’Alba del futuro”. Di cosa si tratta e com’è nata l’idea?
«È un metodo di lavoro per una nuova politica. Mi è sembrato evidente in questi anni il di­stacco tra cittadini e politica, così abbiamo deciso di riavviare il sistema: basta decisioni calate dall’alto, partiamo dall’ascolto degli albesi. Concluso questo progetto, le idee della cittadinanza integreranno il nostro programma arricchendolo. Il confronto con i cittadini però non è finito, anzi è il nostro tratto distintivo per cui continueremo a girare la città per raccontare l’Alba che vo­gliamo costruire».

La risposta della cittadinanza è stata positiva. Cosa rappresenta per la coalizione questo riscontro favorevole?
«È stata molto positiva, parliamo di centinaia di persone che sono venute a lavorare con noi. Credo che ad Alba non si vedesse qualcosa del genere da un bel po’. È un gran bel segnale perché testimonia voglia di partecipare e entusiasmo. Si è creata una connessione emotiva importante, una fiammella che non faremo spegnere neanche post elezioni di giugno. Questo approccio lo porteremo avanti anche come amministrazione, ad esempio con la giunta nei quartieri e agli in­contri periodici».

Concentriamoci sui contenuti dei 4 tavoli tematici. Il primo incontro è stato dedicato a sviluppo, lavoro e turismo. Quali posizioni sono emerse?
«Sì, due bisogni sono emersi con clamore: programmazione e coordinamento. Io ag­giungo sinergia: la giunta uscente ha avuto grossi problemi al suo interno e questo le ha impedito di essere un punto di riferimento credibile per chi volesse investire su Alba e per Alba. Una prima proposta che mettiamo sul tavolo infatti è di riunificare gli assessorati di Cul­tura e Turismo: l’amministrazione dev’essere efficiente e questi due settori sono così legati che separarli significa solo creare inutili rimpalli e spaesamento. Due assessorati anziché uno magari accontentano i partiti, ma non la città. Chiudo con una considerazione: bene i grandi numeri del turismo, ma ricordiamoci di chi in città vive e lavora. Alba ha tantissime risorse e talenti, mettiamoli a disposizione di tutti investendo in un sistema diffuso, utilizzando gli spazi comunali nei quartieri».

Quali spunti ha offerto invece il secondo appuntamento, dedicato a spazi urbani e mobilità?
«Su questi temi in particolare, il lavoro partecipato è stato molto utile, perché ha segnato una netta differenza su come affrontiamo i problemi. Nel 2019 Bo e compagni urlavano a trafficopoli, ora si sono imbottigliati nel traffico senza passare dal via. Se prometti e prometti i cittadini poi vogliono risposte. Noi invece pensiamo che in una città si viva bene se si hanno la forza, il coraggio e le idee per analizzarla a 360°: per questo abbiamo ragionato trasversalmente di mobilità e spazio urbano con un’attenzione particolare all’am­­biente. Dob­biamo metterci in testa che gli slogan non bastano: serve tenere insieme le grandi o­pe­re come il terzo ponte, previste dal piano regolatore, con la mobilità interna. La viabilità può migliorare se la ripensiamo in chiave moderna: trasporto pubblico, possibilità per i cittadini di muoversi in bici o a piedi in sicurezza. Poi ci sono tante aree da valorizzare per regalare agli albesi zone verdi in cui sentirsi a casa, in cui i bambini possano giocare in sicurezza mentre adulti e anziani possono prendere una boccata d’aria fresca».

Il terzo incontro ha investito famiglia e cura. Quali idee so­no nate dalla discussione?

«È stato un incontro molto sentito dai partecipanti. Purtroppo tante realtà albesi dedite alla cura si sono sentite abbandonate dalla giunta uscente. Può sembrare una frase fatta, ma “non la­sciare indietro nessuno” per noi significa creare una vera comunità in cui tutti si sentano protagonisti e partecipi. Durante il lavoro sono usciti tanti temi, ne cito un paio».

Prego.
«Il primo sono gli asili nido, ormai mettere su famiglia senza avvalersi del nido è sempre più complicato, ma il nido costa e la giunta uscente ha alzato le rette dell’asilo nido comunale. È stata una brutta decisione, perché poteva tranquillamente evitarlo vista la disponibilità finanziaria del Comune. Noi lavoreremo per aumentare i posti e contenere le rette, altrimenti, andando avanti così, mettere su famiglia diventerà un lusso per pochi. L’altro tema è quello dell’abitare, le persone fanno fatica a trovare casa ad Alba, perché non tutti possono permettersi di comprarla e il caro affitti colpisce tutte le categorie. Abbiamo analizzato altre esperienze in cui l’ente comunale si è posto da intermediario sugli alloggi sfitti, garantendo per i proprietari e aiutando gli inquilini ad accedere alla casa. Aggiungo un’ultima postilla, ad Alba oggi c’è un solo Centro di prima ac­coglienza gestito con impegno encomiabile dalla Caritas. L’am­mi­nistrazione non può affidarsi solo alla solidarietà del terzo settore, deve collaborare sulla scia di quanto propone il Vescovo: realizzare un centro di prima accoglienza insieme alle istituzioni che sia ben strutturato, ben gestito e ben coordinato».

L’ultimo appuntamento è stato dedicato a giovani e futuro. Quanto conta l’attenzione per le giovani generazioni?
«È molto importante, perché in amministrazione si deve lavorare non pensando al presente, ma al futuro. Per questo motivo vediamo nei giovani una parte attiva importante. Ab­biamo di recente allargato la nostra coalizione con “Futura”, un hub di giovani che si spendono per la città, è un bel segnale. Ma non ci fermiamo a questo, Alba deve fare un passo in avanti come offerta culturale, di svago e formativa. Vo­gliamo mandare un messaggio semplice a tutti gli albesi e soprattutto alle nuove generazioni: credete in Alba, perché Alba crede in voi».

A proposito di giovani. Lei è in politica da 15 anni. L’even­tuale elezione a sindaco sarebbe il coronamento di un sogno?

«Quindici anni sono tanti, ho iniziato giovanissimo perché galvanizzato dall’idea di poter lavorare concretamente per la mia città. Questa esperienza mi ha restituito un bagaglio importante, specialmente i 5 anni da assessore ai lavori pubblici. Ho deciso di mettermi in gioco per portare coraggio, passione e idee nuove. So di poter contare su una squadra unita e competente, aperta a nuove esperienze. Vogliamo dare un cambio di passo e conquistare la fiducia dei nostri concittadini. C’è grande entusiasmo e ottimismo».

Da un punto di vista personale, quali emozioni le sta suscitando questo percorso?

«Tantissime emozioni. Come nelle migliori storie mi sto godendo il viaggio e nella meta vedo sì un obiettivo, ma avverto anche un forte senso di responsabilità. La storia di Alba è stata attraversata da grandi cittadini e grandi sindaci che hanno contribuito in maniera determinante allo sviluppo della città. Vado molto fiero delle mie radici albesi e vogliamo regalare ad Alba una nuova storia. Una nuova storia che abbia come protagonista la nostra città. Alba non può restare seduta. La nostra città non è fatta per accontentarsi, non è una città qualunque, è una città protagonista. Una nuova storia che sia Alba in tutto, per tutto».

Articolo a cura di Domenico Abbondandolo