Il pomeriggio di confronto sul tema dell’idrogeno – coordinato da Andrea Corniolo, Responsabile Servizio Energia Confindustria Cuneo – si è articolato in due distinti panel dedicati a delineare la prospettiva europea e italiana delle applicazioni dell’idrogeno e a fornire esempi concreti del suo attuale impiego nei processi industriali di realtà attive sul territorio piemontese. Una prima occasione di scambio su un tema che sarà centrale per i prossimi anni sia nel contesto della transizione e dell’autonomia energetica sia per lo sviluppo industriale. Una vera e propria rivoluzione alle porte, preannunciata da casi concreti di applicazione industriale di eccellenza sul territorio piemontese.
I lavori – introdotti da Mariano Costamagna, Presidente Confindustria Cuneo – si sono aperti con l’inquadramento del tema idrogeno in prospettiva europea con l’intervento di Stefano Terzaghi, Policy Adviser – Energy and Climate, Delegazione Confindustria presso l’UE, che ha analizzato la rilevanza dell’idrogeno nel contesto delle sfide energetiche in corso, alla luce della strategia della Commissione europea presentata nelle scorse settimane. L’Europa si pone come apripista nella transizione energetica nel contesto globale con piani ambiziosi per ridurre l’impatto climatico del continente: il target da poco stabilito prevede la riduzione delle emissioni del 90% entro il 2040 rispetto alle emissioni del 1990. L’idrogeno rinnovabile appare fin d’ora fondamentale in questo contesto, delineandosi come una componente chiave della transizione energetica a livello europeo.
Fabrizio Candido Pirri, Professore Ordinario DISAT – Department of Applied Science and Technology, Politecnico di Torino, ha analizzato poi le diverse tipologie di idrogeno oggi disponibili sul mercato – l’idrogeno derivato da combustibili fossili, quello ricavato dall’acqua e quello prodotto con energia nucleare – focalizzandosi sulle prospettive legate ai costi per l’estrazione dell’idrogeno. Il professor Pirri si è poi dedicato a delineare la sfida europea legata all’autonomia energetica del continente e agli attuali elementi di ostacolo all’impiego dell’idrogeno in contesti industriali, tra cui compaiono la grande velocità di evoluzione della tecnologia, le incertezze legate al mercato di impiego e i costi legati ai processi di estrazione dell’idrogeno. È stato poi preso in esame il contesto italiano: l’Italia ha una grande opportunità legata alla sua collocazione geografica e alle linee di distribuzione già presenti sul territorio; il Piemonte, poi, ha iniziato una serie di importanti investimenti sull’idrogeno tra il 2005 e il 2010. La combinazione di questi fattori, unita alle recenti disposizioni normative per permettere all’idrogeno di entrare stabilmente nel mercato, delinea un quadro di grande interesse e potenzialità per l’impiego dell’idrogeno indirizzato all’autonomia energetica.
Alessandro Alessio, Settore Politiche per l’Ambiente, l‘Energia e la Mobilità Confindustria, ha presentato lo studio dell’Associazione che delinea quattro diversi modelli di business specifici per le industrie: da combustione a materia prima, fino alle applicazioni nel settore dei trasporti e logistica e all’ambito residenziale, evidenziando le potenzialità dell’impiego dell’idrogeno nel contesto industriale italiano.
Stefania Crotta, Direttore Settore Ambiente, Energia e Territorio Regione Piemonte, ha poi proseguito delineando la strategia regionale per l’idrogeno, approfondendo il bando delle Hydrogen Valleys e il riutilizzo di aree industriali dismesse nel contesto degli investimenti del Pnrr. “La Regione ha sempre creduto nelle potenzialità dell’idrogeno, fin dall’inizio”, riassume Crotta, la produzione di idrogeno verde da fonti rinnovabili in aree industriali dismesse avrà un ruolo strategico sia nell’ambito della transizione ecologica sia in quello dell’autonomia energetica.
Si è poi passati al secondo panel del convegno, in cui hanno avuto spazio i casi di aziende che nel territorio piemontese stanno già impiegando con successo l’idrogeno nei propri processi industriali.
Gianfranco Malvicini, Amministratore Delegato di Cubogas, ha delineato le applicazioni di soluzioni di compressione applicate all’idrogeno. La compressione dell’idrogeno è un punto fondamentale all’interno della filiera dell’idrogeno, consente infatti di collegare la produzione e lo stoccaggio di idrogeno agli utilizzatori finali – industrie o stazioni di rifornimento – all’interno delle Hydrogen Valleys. Cubogas ha all’attivo solidi rapporti con il mondo della ricerca universitaria e, nella sua sede di Cherasco, ospita un’area dedicata ai test e ai collaudi di compressori con caratteristiche tecniche che ne fanno un unicum su territorio italiano.
Marco Seimandi, Vicepresidente di Westport Fuel System, azienda multinazionale leader a livello globale nell’ambito dei componenti e sistemi avanzati di erogazione di carburanti alternativi attraverso gas gpl o idrogeno. Proprio in quest’ottica, per Westport l’idrogeno rappresenta un gas con una importante prospettiva di crescita. Lo stabilimento di Brescia è già dedicato alla produzione di sistemi dedicati all’idrogeno rivolta completamente all’esportazione dedicata a impieghi in Nord America e in Cina nei settori dei fuel cells e delle applicazioni industriali. Lo stabilimento di Cherasco – con più di 600 lavoratori – rappresenta la realtà più importante del gruppo e vede la collaborazione con il Politecnico di Torino indirizzata allo sviluppo dell’utilizzo dell’idrogeno come carburante. Nel giro di qualche mese, nel centro prove di Cherasco saranno avviati i test di veicoli alimentati a idrogeno.
Roberto Gandino, Amministratore Delegato di Lamicolor, ha chiuso il panel dedicato alle testimonianze industriali illustrando il progetto innovativo legato all’economia circolare applicato alla produzione di laminati: gli scarti di produzione vengono gestiti in un impianto per ottenere energia verde, invece di essere destinati al classico iter di conferimento rifiuti. Nei prossimi mesi si vedrà infatti la creazione di un laboratorio distaccato dell’Environment Park – il Parco Tecnologico di Torino attivo da oltre 20 anni sull’innovazione ambientale – a Caramagna Piemonte. Un interessante esempio di partenariato pubblico-privato che vede Lamicolor a fianco dell’Istituto Italiano di Tecnologia e il Politecnico di Torino.