Un’idea grandiosa che sembrava dover rimanere tale, un lavoro abbozzato 4 anni fa, che ha preso man mano contorni più netti. E ora il Tour de France, il 1° luglio, attraverserà i territori Unesco, Monferrato, Langhe e Roero e toccherà il Piemonte con due tappe: l’arrivo a Torino e la partenza da Pinerolo. Una vetrina internazionale per l’intera zona, ma anche una grandissima occasione di ritorno economico stimato intorno ai 15 milioni di euro. Con un’altra particolarità: la celebre corsa a tappe partirà per la prima volta dall’Italia: a Firenze, il 29 giugno.
Daniele Sobrero, il progetto del Tour de France nella Granda è nato tappa dopo tappa.
«Ricordo con piacere la settimana che ha preceduto il Natale 2021. Abbiamo visionato vari percorsi ad Alba e nei comuni limitrofi e accompagnato i delegati del Tour a testarli. Poi c’è stato un silenzio di diversi mesi, non nascondo che ero molto preoccupato che il sogno svanisse».
E, invece, poi arriva una chiamata importante.
«Dobbiamo andare avanti, al novembre 2022. Ero in macchina con il governatore Alberto Cirio, il sindaco Carlo Bo e un consigliere perché ci stavamo recando a Boblingen, città tedesca, a pochi chilometri da Stoccarda con cui Alba è gemellata. Cirio ricevette una chiamata da parte di Davide Cassani, referente per l’Italia del Tour de France. I delegati erano rimasti folgorati dal territorio e ora si trattava di trovare un percorso di 200 chilometri. Fu un “taglia e cuci” paziente per trovare le soluzioni adeguate: durò tutte le 7 ore del percorso di viaggio».
Il governatore Cirio ha raccontato in più occasioni un aneddoto su come nacque tutto.
«L’accordo fu trovato durante un viaggio a Parigi del presidente della Regione. Era un suo grande sogno quello di portare il Tour de France in Piemonte. Andò a pranzo con il direttore generale del Tour Christian Prudhomme e riuscì a strappargli un accordo, ma non c’era modo di siglarlo e allora si fecero portare un tovagliolo da una cameriera e quello divenne “il documento” tra due gentiluomini, come ai vecchi tempi. L’episodio è stato confermato anche da Prudhomme durante la presentazione ufficiale del Tour, il 23 dicembre 2022 a Palazzo Madama a Torino».
C’è stata anche la necessità di fare una deroga.
«Lo ha spiegato lo stesso direttore generale del Tour de France che generalmente le tappe del tour de France si attestano sui 175-180 chilometri e che in Italia non sarebbe stato così. La terza tappa, quella che attraverserà le nostre zone, la Piacenza-Torino sarà la più lunga in assoluto con 229 chilometri. In provincia di Cuneo il percorso sarà di 51,5 chilometri, attraverso Alba, Baldissero d’Alba, Barbaresco, Ceresole d’Alba, Corneliano d’Alba, Guarene, Neive, Piobesi d’Alba, Santo Stefano Belbo, Sommariva Perno e Treiso».
Anche a livello locale, a un certo punto, entra in gioco una chiamata telefonica.
«Ero con un gruppo di motociclisti vestiti da Babbo Natale per un’iniziativa benefica che ci avrebbe portato all’ospedale di Verduno, Ricevo una chiamata dal governatore Cirio che mi dice di andare a Neive perché ci dovevamo incontrare. Davide Cassani, con alcuni ciclisti, aveva provato tutta la tappa. Ricordo che facemmo una foto a Barbaresco con la torre alle spalle».
Il resto è storia abbastanza recente.
«L’8 dicembre 2023, la giornata di consegna del Tartufo dell’anno al Tour de France, evento a cui hanno partecipato, oltre a Prudhomme, anche il sindaco di Firenze Dario Nardella e il ministro per le riforme istituzionali Maria Elisabetta Alberti Casellati, sono stato nominato coordinatore della tappa per la provincia di Cuneo».
È nato un tavolo di lavoro costante.
«Vogliamo essere all’altezza della corsa a tappe più seguita al mondo e il terzo evento sportivo mondiale. È un grandissimo traguardo raggiunto, grazie al lavoro del governatore e della Regione, rappresenta una vetrina internazionale, ma sarà anche una festa per tutto il territorio. Stiamo lavorando in gruppo con i dodici comuni coinvolti, c’è tanta euforia e voglia di fare. Ci incontriamo un paio di volte al mese, abbiamo una mailing list e un gruppo su WhatsApp per coordinarci».
Quale è il vostro metodo?
«Ragionare come un territorio unito e coeso. Stiamo ultimando il programma di tutti gli eventi “Aspettando il Tour” con iniziative che sapranno unire anche cultura, musica, sport e degustazioni e non ci saranno sovrapposizioni di date, tanto per cominciare. Abbiamo promosso un concorso tra le scuole dei dodici comuni coinvolti per premiare i migliori tre disegni che riuscissero a unire tre elementi: le colline, il colore giallo del Tour e il numero 229, quello della tappa più lunga».
Ci sarà una cerimonia?
«A fine maggio saranno premiati tre elaborati, più un quarto che riceverà il premio della critica. Vorremmo realizzare un logo o un banner con il disegno vincitore per usarlo in maniera coordinata in diverse iniziative, chiedendo l’autorizzazione del Tour de France».
Altre iniziative in programma?
«Stiamo preparando tutta una serie di coreografie, gadget e addobbi coordinati, oltre a concorsi che riguardano “il balcone e la vetrina più bella”. Le nostre energie sono indirizzate a un evento che lascerà tutti a bocca aperta, ma su cui preferisco ancora non dire troppo: durerà giorno e notte. Abbiamo in programma dodici giorni di attività, con spettacoli quotidiani, iniziative e tutte le realtà e associazioni del territorio presenti: pensiamo di coinvolgere almeno due mila persone».
Saranno coinvolte le scuole?
«Sì, per quanto riguarda l’evento speciale che abbiamo in mente per “Aspettando il Tour”. Ad Alba, insieme all’assessore Elisa Boschiazzo coinvolgeremo studenti e giovani dell’Estate Ragazzi con i quali faremo una coreografia molto particolare per la nostra città, il giorno del passaggio del Tour».
Il weekend precedente il Tour ci sarà un evento speciale.
«I ciclisti delle nostre associazioni e i cittadini che si vorranno aggregare potranno provare il percorso della tappa, partendo da Santo Stefano Belbo, dalla mattina al tardo pomeriggio. Ogni Comune organizzerà momenti all’insegna della bellezza, della valorizzazione delle eccellenze e dell’enogastronomia».
Articolo a cura di Daniele Vaira