Il 1° aprile, «Pasquetta», «Lunedì dell’Angelo», torna anche a Peveragno, come capita da decenni (oltre trentina di anni) e come succede da tempo immemore nella vicina Boves, la «Festa delle Leve», di quelli che superano un lustro della loro vita (in questo 2024 i nati negli anni che finiscono per «4» o «9»)… Ci raccontano che arrivarono dall’allora consigliere comunale Donato Garro alcuni peveragnesi, cinquantenni-sessantenni, a chiedere come mai non si facesse la festa come a Boves, e si partì… È momento importantissimo per «fare Comunità»… A differenza della città vicino, a Peveragno non son ad organizzare i «quarantenni», ma la stessa Amministrazione comunale, ad affiancare la «Pro Loco»…
Immutabile è il programma: ritrovo alle 9 in Piazza Toselli, davanti al Municipio, sfilata dalle quasi 10, con la «Banda Musicale» (una «classe 1924», stavolta presentatasi con «palloncini», come tutti, ma anche forma di note) e le majorettes, «Scarlet Stars» («Stelle Scarlatte», una decina, tra giovani e giovanissime), con tappe a cimitero e casa di riposo, Messa alle 11 in Santa Maria, «Da Val», fotografie ricordo di gruppo, pranzo, tutti insieme, o quasi, al «Campo Sportivo», nella struttura chiusa del centro polifunzionale «A la sousta» («Al riparo»), con «catering» (eccettuati solo i giovanissimi ed i più anziani, questi ultimi desiderosi di più «tranquillità», magari in qualche ristorante, tipo la «leva 1949», che è andata al ristorante «Valle Pesio» di San Bartolomeo, i novantenni, alla «Ultima Follia», la «leva 1954» a «La Ruota», la «leva 1959» al «Ristorante La Posta» di Pradeboni…).
Mentre a Boves il debutto nella manifestazione avviene ai quindi anni, a Peveragno succede, ora, a cinque, come a Beinette, paese più «giovane» (i giovanissimi aprono il corteo, nella città vicina lo chiudono). Il prezzo medio, guardando le locandine appese, parla di un costo di qualche decina di euro più basso che a Boves…
Come a Boves, abbastanza «omologati» son stati i «gadgets»: la scelta è, generalmente, caduta su sciarpe e sciarpette, con richiamo al «pesce d’aprile», visto che la giornata cadeva il 1° aprile… I trentenni peveragnesi sono arrivati a dubitare che fosse uno scherzo persino l’età da loro raggiunta (invece i ragazzi vedranno la velocità con cui, ora arriveranno i «quaranta» ed i «cinquanta»…).
Il 23, in Salone consigliare, vi è stata la consueta cerimonia di «Consegna della Costituzione» ai diciottenni, classe 2006, da parte del Sindaco (come a Beinette nella festa, dove espongon, per la prima volta, la loro bandiera, offerta dal Comune e consegnata teatralmente sul balcone del municipio, son coinvolti i giovani arrivati alla maggiore età, che un tempo, se maschi, sarebbero stati chiamati alla «visita di leva»…).
Il 30 Sindaco, Vicesindaco e Presidente Pro Loco han portato i saluti a centenarie ed ultracentenarie (son tutte donne a quella età) ricoverate nelle varie case di riposo…
Altra centenaria, oltre la «Banda», parimenti in ottima salute, in mattina nella quale è tornato il sole, dopo giorni di tante piogge e pioggerelle, ha aderito Anna Dutto (nata il giorno dell’epifania del 1924). Ma, come a Boves, in Comunità che «si vivono molto», tante son le persone note a sfilare, a partire dal sindaco Paolo Renaudi, classe 1969, all’ex assessore e consigliere comunale Claudio Tomatis, presidente Croce Rossa Italiana, classe 1964 (classe che si è presentata con occhiali ad evocare i loro «sessanta» anni), a vari alpini tra cui il capogruppo onorario Luciano Civallero, classe 1939, l’attuale consigliere Luciano Dho, classe 1959, come una storica, e robusta, colonna del Gruppo, Sergio Marchisio, il settantenne Donato Garro, il cinquantacinquenne Fabrizio Toselli, a Marisa Garro titolare della omonima trattoria di Madonna dei Boschi (di Peveragno), anche lei indomita sessantacinquenne, all’attivo altro coetaneo Giorgio Toselli, all’ex consigliere comunale Angelo Bongiovanni, classe 1954, all’ex ristoratrice Ntrita Rossi, cinquantenne (una dei tanti ad aver «scelto Peveragno», pur non nascendovi), al fotografo Massimo Macagno (pur migrato nel Saluzzese), quarantacinquenne… Altro alpino era l’ottantenne Bartolomeo Giordano, classe 1944, rientrato apposta da Triste, dove risiede. Nella giornata, i sorrisi sui volti di quasi tutti, coprivano, nei «giovanili», abbondantemente, i segni lasciati dalla vita.
cs