Alto contrasto | Aumenta dimensione carattere | Leggi il testo dell'articolo
Home Politica Marello a Mondovì per commemorare l’Eccidio delle Fosse Ardeatine si rivolge ai...

Marello a Mondovì per commemorare l’Eccidio delle Fosse Ardeatine si rivolge ai giovani

0
0

Riceviamo e pubblichiamo

 

Si è tenuta questa mattina a Mondovì la Commemorazione dell’Eccidio delle “Fosse Ardeatine” nel ricordo del Colonnello Giuseppe Lanza Cordero di Montezemolo alla presenza delle autorità comunali, provinciali, regionali.

A rappresentare la Regione Piemonte presente con il Gonfalone è stato il Consigliere regionale Maurizio Marello che ha tenuto l’orazione ufficiale, rivolta in particolare ai giovani presenti, studenti dei Licei monregalesi.

L’onlus “Col. Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo” ha invitato Marello all’annuale incontro con studenti, Associazioni Partigiane e D’Arma, oltre ai familiari dei caduti della Resistenza monregalese.

“La presenza dei ragazzi è motivo di speranza per tutti noi”, ha detto Marello iniziando il suo intervento, che ha poi ripercorso le vicende storiche che hanno preceduto l’Eccidio e quelle personali del Colonnello Lanza Cordero di Montezemolo e del vicebrigadiere Salvo D’Acquisto a cui è dedicato il memoriale monregalese.

Marello ha ricordato la Resistenza, iniziata dopo l’8 settembre 1943, quando il popolo italiano, abbandonato dal proprio Re, si ritrovò allo sbando, nella speranza che la guerra, i soprusi e le angherie terminassero prima possibile.

“Fu versato in quegli anni sangue di tante vittime civili e militari e gli italiani compresero che era necessario combattere contro le brutalità degli oppressori fascisti e nazisti. Nell’esempio del Colonnello Montezemolo che, quel 24 marzo 1944, giorno dell’Eccidio delle Fosse Ardeatine perse la vita e del Brigadiere D’Acquisto, che scelse di morire per salvare altri prigionieri dall’ira tedesca, veri martiri dell’antifascismo, gli italiani abbiano a cuore la democrazia e ricordino che l’antifascismo non deve dividere, ma unire il nostro popolo”.

“Tre sono le parole chiave sulle quali vorrei riflettere in merito alle storie che uniscono queste due persone”, ha concluso Marello, “La prima è la parola “rappresaglia” che fu in qualche modo istituzionalizzata dai tedeschi, i quali la usarono spesso dopo l’8 settembre per dividere la popolazione dalle bande partigiane che stavano diventando sempre più numerose: puntavano ad isolare i partigiani ma ottennero l’effetto opposto”, ha detto Marello, “La seconda parola è “martirio”, offrire la propria vita per qualcun altro, un atto in qualche modo evangelico: una parola oggi difficile da declinare in una società individualista. La terza parola è “etica”, che nella sua etimologia più profonda significa criterio per scegliere tra bene e male nei comportamenti propri e altrui”, ha spiegando Marello concludendo, “Oggi ricordiamo due persone che hanno saputo distinguere il bene dal male, che hanno compreso che il bene stava nel rovesciare la logica dell’oppressione che aveva regnato per anni. Questa esperienza ai giorni nostri è sempre più difficile: il “grigio” domina, non esistono più il bianco e il nero. Ciò vale anche per i nostri pensieri, i nostri comportamenti. Nella nostra vita dobbiamo capire dove stiano il bene e il male: ricordare queste vicende ha il compito di riportarci ad un rigore etico che ci aiuti a fare una scelta radicale verso il bene”.

BaNNER
Social media & sharing icons powered by UltimatelySocial