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Un’aula “multisensoriale” nella scuola, grazie alla Fondazione Crc

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“Esplorare, giocare e crescere con le emozioni”: è questo il senso della stanza multisensoriale a scuola, che sta trovando posto a Govone grazie all’intuizione dell’Istituto Comprensivo guidato da Gabriella Benzi, e che ha preso forma grazie al fondamentale contributo della Fondazione Crc.

Il progetto -dice la stessa dirigente- è nato nella convinzione che l’obiettivo prioritario di ogni ordine di scuola sia garantire il successo formativo di ciascun alunno sia di coloro che apprendono con facilità, sia che manifestino difficoltà e Bisogni Educativi Speciali.

L’aula verrà inaugurata ufficialmente mercoledì 10 aprile, con una cerimonia-evento in loco a partire dalle 15. A condurre ci sarà la stessa Benzi, che aggiunge: «In continuità con le azioni promosse in passato, questa iniziativa rafforza la sua vocazione all’accoglienza e all’inclusione: e non esaurisce il suo impegno nella capacità di progettare percorsi educativi e formativi in cui alunni con bisogni differenti possano crescere e apprendere insieme. Questi intenti vogliono far convergere forze e risorse finalizzate a creare una comunità dialogante, che sappia valorizzare le diversità e che sappia arricchirsi dall’incontro delle differenze, attraverso l’innovazione di contesti di apprendimento, il ricorso a metodologie “alternative” efficaci e motivanti, la formazione del personale docente, la riprogettazione degli spazi e l’utilizzo delle tecnologie in funzione di una didattica inclusiva che punta al coinvolgimento di tutti in un approccio di tipo esperienziale e di ricerca».

Quale è stata la genesi della “Stanza multisensoriale”, di cui ben si è fatto cenno anche nel corso del recente convegno nazionale condotto a Magliano Alfieri dallo stesso Istituto Comprensivo? Presto detto: «La progettazione si è focalizzata sulla cura e la bellezza degli ambienti intesi come veicolo di apprendimento e promotore di benessere: pertanto, l’acquisto di arredi, strumenti e dispositivi tecnologici mira a trasformare il contesto in terzo educatore».

Cosa accadrà, qui, ora? «Saranno attivati laboratori e promosse attività didattiche in ambiti dinamici, fluidi e destrutturati in cui i processi di apprendimento siano favoriti dall’approccio interdisciplinare e di ricerca-azione».

E’ un ulteriore passo di una scuola che qui, negli ultimi anni, ha “rivoluzionato” il concetto di spazi, ribaltando spesso i punti di vista, e dando una svolta ai patti educativi: «Gli spazi -dice la Dirigente- rappresentano luoghi della mente, elementi imprescindibili da una cornice pedagogica chiara e ben definita che appartiene a un percorso di maturazione e riflessione metacognitiva dell’intero istituto, che da molti anni si è avvicinato alle metodologie di Loris Malaguzzi. Il “Reggio Emilia Approach” è una filosofia educativa fondata sull’immagine di un bambino con forti potenzialità di sviluppo e soggetto di diritti, che apprende attraverso i cento linguaggi appartenenti a tutti gli esseri umani e che cresce nella relazione con gli altri».

Al vernissage parteciperanno anche Stefano Suraniti e Tiziana Catenanno (rispettivamente dirigente ed Ispettore tecnico dell’Ufficio scolastico regionale per il Piemonte), Ezio Raviola quale presidente uscente della Fondazione Crc, la dottoressa Claudia Bergia che in questi mesi ha ricoperto il ruolo di Commissario Straordinario del Comune di Govone, e Dario Varisco, titolare della ditta “La Favelliana” che ha curato l’allestimento della struttura.

La quale è una sorta di “chiusura del cerchio” che tende all’infinito, secondo la lezione della Benzi: «Ci si propone di riflettere e ripensare all’organizzazione dello spazio per generare molteplici potenzialità fuori e dentro l’aula e la scuola, per riconoscere le opportunità offerte dal digitale che amplificano relazioni, sensorialità, possibilità di conoscere e comprendere».