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Gallo: “Un piano in cinque mosse per curare il disagio giovanile”

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Marco Gallo, candidato al Consiglio regionale, è molto preoccupato: «Il disagio giovanile nella nostra provincia ha raggiunto punte allarmanti, ogni tre giorni un ragazzo viene ricoverato. Servono interventi immediati e mirati». Secondo recenti dati del Dipartimento di Salute Mentale, si registra un preoccupante aumento del 30% nei casi di disturbi mentali trattati nell’area dell’AslCn1, con particolare riferimento all’aumento dei disturbi alimentari. Altri dati indicano i disturbi alimentari come la principale causa di morte tra le malattie psichiatriche, con circa 4.000 decessi nel 2023 in Italia per suicidio e complicanze mediche. Questi numeri allarmanti riflettono una realtà in cui il dolore mentale affligge profondamente molti giovani, tanto da causare un aumento del 70% nei tentativi di suicidio. Togliersi la vita è la seconda causa di morte tra gli under 20.

«Queste cifre – sottolinea Gallo – non sono solo numeri, ma rappresentano la vita di tanti ragazzi e ragazze che si trovano ad affrontare sfide enormi: solitudine, difficoltà di apprendimento, mancanza di opportunità lavorative, disagio psicologico, senso di smarrimento e di incertezza per il futuro. Non possiamo permettere che questa generazione venga abbandonata a sé stessa».

La situazione che emerge nei dati del Dipartimento di Salute Mentale non può essere ignorata. «È cruciale comprendere le radici di questo problema per affrontarlo efficacemente – aggiunge il candidato consigliere regionale -. la pandemia da Covid ha sicuramente agito da catalizzatore, esponendo le vulnerabilità di questa generazione. Il distanziamento sociale effetto dei lockdown ha privato gli adolescenti di esperienze fondamentali nel campo delle relazioni, contribuendo così all’incremento dei disturbi mentali». E aggiunge «È importante capire che i social media non sono di per sé negativi, ma è fondamentale educare soprattutto i più giovani ad un utilizzo responsabile a sviluppare una consapevolezza critica rispetto ai messaggi diffusi dalla rete». Gallo punta il dito anche contro un altro grave fenomeno: «Con l’avvento dei social media e della tecnologia digitale, si è assistito a un aumento dei casi di bullismo online. Un fenomeno che può avere conseguenze devastanti sulla psicologia dei ragazzi, danneggiando gravemente la loro autostima e, in generale, la loro salute mentale». Che fare? La ricetta proposta da Gallo si sviluppa su cinque assi portanti: 1. Potenziamento dei servizi di ascolto e supporto psicologico, con particolare attenzione all’adeguatezza di strutture specializzate negli ospedali. 2. Promuovere la creazione di centri di aggregazione giovanile moderni e inclusivi, incentrati su attività sportive, culturali e ricreative. 3. Valorizzare iniziative di volontariato, dalla cittadinanza attiva al peer education. 4. Facilitare l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro, con un’attenzione particolare a percorsi di accompagnamento per i Neet e politiche di incentivi per le assunzioni di giovani under 30 e iniziative di sostegno per l’imprenditoria giovanile. 5. Rafforzamento della rete di sostegno, coinvolgendo famiglie, scuole, associazioni del terzo settore e istituzioni locali, istituendo un tavolo di concertazione permanente sul disagio giovanile e monitorando con continuità dati e interventi.

«Con il giusto impegno e la collaborazione di tutti – conclude Gallo – possiamo invertire questa tendenza e fornire un futuro più luminoso alle giovani generazioni. È tempo di agire con determinazione per garantire il benessere mentale dei nostri giovani e il futuro della nostra comunità. Un piccolo esempio arriva dal mio paese, Busca. Gli educatori durante i pomeriggi con i ragazzi hanno intercettato segnali di disagio e ci hanno avvisato. È nata l’idea di uno sportello psicologico comunale che è stato molto gettonato, permettendoci di dare ascolto nel modo giusto ai nostri ragazzi».

BaNNER
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