La Rivista Idea negli ultimi numeri ha accompagnato i lettori alla scoperta dell’Enoteca del Roero. Abbiamo chiesto al Presidente Marco Perosino di tirare le fila su questo percorso.
Presidente, qual è il punto di forza dell’Enoteca del Roero?
«La volontà di lavorare per un bene comune, che, negli anni, ha alimentato sinergie. Il movimento dei Sindaci, in Associa-zione, fu stimolato da diverse realtà nate spontaneamente alle quali dobbiamo profondo rispetto e sentiti ringraziamenti. Nacquero così consorzi di gestione dei servizi, insieme alla confinante Langa e attorno alle città di Alba e di Bra. In questo campo siamo stati precursori a livello nazionale (ciclo dei rifiuti, dell’acqua, distribuzione gas, socio assistenziale ecc.). In particolare, l’Enoteca del Roero è stata uno dei primi frutti dell’unione di intenti con l’obiettivo di realizzare una vetrina per i nostri vini e per tutto ciò che gravita intorno ad essi: la promozione turistica, i centri di ricezione, le espressioni artistiche, culturali, ambientali. Abbiamo così inserito in un’unica offerta vini, boschi, tartufi, miele, ortofrutta e un fiore all’occhiello: il ristorante stellato di Davide Palluda. Tutto questo ha contribuito a creare il brand Roero».
Qual è il futuro di questo brand?
«È possibile parlare di futuro perché il Roero ha una storia, guardando agli ultimi 30 anni di risveglio amministrativo e culturale. Sono seguiti i tempi dello sviluppo del turismo come ispirato dall’Ente Turismo, su scala nazionale ed internazionale».
Sono Soci dell’Enoteca 11 Comuni. A breve molti saranno interessati dalle elezioni. Quali cambiamenti?
«Lo spirito attuale permarrà anche dopo la tornata elettorale, perché radicato e condiviso. Negli anni sono cambiati i Sindaci, le persone, ma le idee sono andate avanti in quanto frutto di un lavoro comune».
Come alimentare e sostenere i nuovi progetti di sviluppo?
«Abbiamo ricevuto contributi da Enti e Fondazione; la Regione con i fondi del PSR ha investito molto sul Roero e siamo certi che continuerà a farlo. Molto sta a noi, alla nostra capacità di ideare e perfezionare proposte realizzabili che coinvolgano i produttori vitivinicoli ed appassionino il mondo dei cultori di vino e dei consumatori. Una convinzione ci deve rafforzare: abbiamo tantissimo in termini di prodotti naturali, dono di Dio e di valorizzazione degli stessi, grazie al lavoro dei nostri avi. Avremo ottime possibilità».
In che modo il territorio può collaborare a questo progetto di crescita? Qual è il suo auspicio?
«Con spirito di lealtà e una mentalità di costruzione aperta al turismo. Sono atteggiamenti già diffusi che occorre cementare in rapporti di amicizia e collaborazione. Per questo proporremo in estate la Festa del Roero coinvolgendo tutte le forze presenti sul territorio e accendendo i riflettori su tutto ciò che di buono e utile già c’è e funziona».