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Edoardo, dal Liceo Ancina di Fossano al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite

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Per tre giorni dev’essere sembrato un po’ come tornare indietro di 530 anni, a quando nel 1494 nel piccolo borgo castigliano di Tordesillas a due passi da Valladolid l’impero spagnolo e quello portoghese pretesero di spartirsi il Nuovo Mondo con la benedizione del Santo Padre, nemmeno due anni dopo il fortunoso ritorno di Cristoforo Colombo dalla sensazionale scoperta delle cosiddette Indie. Perché proprio di questo si trattava, da un certo punto di vista: stabilire regole per ‘emerging markets’, nuovi mercati prima sconosciuti, eppure tanto promettenti da destare l’interesse (e gli appetiti) dei potenti della terra.

E’ stata un’esperienza in parte simile, in effetti, quella che ha visto protagonista Edoardo Monetto, classe quinta del Liceo linguistico “Ancina”, centallese, che dal 7 al 9 marzo a New York ha preso parte a “Global Citizens Model United Nations”, iniziativa delle Nazioni Uniti a cui hanno partecipato delegazioni di studenti da High Schools e Licei di tutto il mondo: nella cornice di questo prestigioso progetto internazionale Edoardo è stato assegnato alla UNOOSA, acronimo che sta per “United Nations Office for Outer Space Affairs”, ovvero la commissione incaricata di pianificare regole e procedure atte a favorire una corretta (“fair”, come si dice da quelle parti) gestione della “Outer Space Economy”, l’economia di un Nuovo Mondo, non oltre Atlantico ma extraterrestre.

Edoardo per tre intense giornate, dense di ‘meetings’ e ‘committees’ tutti rigorosamente in ‘fluent english’, ha dovuto indossare i panni di un diplomatico chiamato a far valere le ragioni del proprio Paese, curiosamente non l’Italia ma l’Austria, di fronte alle rivendicazioni e agli interessi talvolta confliggenti di altri Stati membri delle Nazioni Unite, a loro volta rappresentati da studenti.

Si trattava, evidentemente, di una simulazione: a differenza di Tordesillas, quindi, niente nuovi Reyes catolicos, né Papi, né Conquistadores. E neppure alieni a far la parte dei nuovi Indios. Eppure o, meglio, proprio per questo nelle parole di Edoardo, il cui impegno è stato premiato con una “honorable mention” dall’organizzazione Onu, questa è stata “un’esperienza davvero utile non solo per esercitare la lingua inglese ma anche per vivere in presa diretta i dibattiti e le poste in gioco che animano le relazioni internazionali, da cui sempre più dipende la nostra vita, quella presente e quella futura: credo d’aver imparato e quasi toccato con mano l’importanza strategica di regole giuste e condivise per la convivenza pacifica in un ‘condominio’ sempre più complicato qual è il mondo di oggi”.

BaNNER
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