Federica Barbero Invernizzi responsabile regionale di Fratelli d’Italia del Dipartimento spettacolo, teatro e valorizzazione del territorio ha imparato in questi anni che essere concreti in politica è, tra le altre cose, il modo per fare con efficacia e senso di responsabilità un servizio alla società che attende risposte adeguate alle sfide del tempo. Per lei è un atteggiamento naturale, caratteriale, maturato e perfezionato anche grazie alla professione di architetto.
Federica Barbero lei è una persona che vive attivamente la sua quotidianità. Quali sono, secondo lei, le priorità che il territorio dovrebbe darsi?
«Credo che le priorità del nostro territorio vadano individuate seguendo un preciso criterio che è quello di dare una risposta ai bisogni reali che le persone avvertono. Sono personalmente, e mi permetta di dire anche storicamente, attenta alle necessità delle persone, per formazione culturale ed esperienza di vita vissuta e penso che prima di qualsiasi cosa vadano ascoltati i bisogni di ogni singolo individuo. L’attenzione alle famiglie è un argomento prioritario che deve essere però calato nella concretezza di ogni giorno. Mi riferisco a tutte quelle situazioni in cui ci si trova a gestire un familiare anziano oppure malato, situazioni nelle quali è necessario trovare delle risposte che siano vero supporto. Mi riferisco per esempio alla creazione di servizi che possano alleviare le persone, che possano essere di aiuto a un genitore che, lavorando, gestisce la quotidianità di un figlio o un parente disabile. Troppo spesso ci si riferisce alle persone come ad un’unica grande massa senza volto ed identità, perdendo di vista le esigenze dei singoli, non mettendo a fuoco di cosa, quel singolo individuo, ha davvero necessità o, ancora peggio, non ascoltando la sua richiesta. Mi piacerebbe che questa fosse una delle priorità a cui dare risposta, la creazione di un sistema che consenta alle persone di esprimere i loro bisogni e soprattutto, che gli consenta di ricevere un riscontro, un supporto. Certo non è argomento facile e tanto meno di semplice realizzazione, ma credo che un ottimo punto di partenza potrebbe essere rappresentato dalla volontà, da parte delle istituzioni, di mettere in campo un’attenzione più mirata all’ascolto reale dei bisogni: i singoli cittadini devono avere voce e possibilità di raccontare, sono convinta che questa potrebbe essere la chiave di un miglioramento della qualità di vita in questo territorio. E in questo contesto mi sembra doveroso ringraziare tutte quelle persone, e sono davvero tante, che si impegnano in questo ambito, persone che spesso lavorano oltre gli orari stabiliti, persone che con passione si dedicano ai bisogni altrui, compiendo un lavoro al quale è giusto dare tutta l’attenzione che merita».
Lei è responsabile regionale -per Fratelli d’Italia – del Dipartimento per la valorizzazione del territorio. Come ha vissuto questo incarico fino ad oggi?
«Per me è stato un vero piacere e un onore ricevere nel giugno 2023 questo incarico che mi ha permesso di proseguire in un percorso che mi era già particolarmente vicino. Grazie alla mia professione di architetto ho da sempre posto particolare attenzione ai luoghi che mi circondano, ma anche nel mio privato amo andare continuamente alla ricerca di nuovi angoli da conoscere e l’intero cuneese è davvero una fonte inesauribile di scoperte sempre nuove. Quello che però ho vissuto più da vicino si riallaccia in qualche modo al discorso che facevo prima. In questi due anni, per esempio, ho avuto modo di approfondire la mia conoscenza delle realtà associative e culturali che popolano e animano ogni singolo comune e ho potuto apprezzare quanto impegno e lavoro, molto spesso sotto forma di volontariato, venga fatto quotidianamente. Ci sono bisogni importanti anche in questo ambito, c’è la necessità di riorganizzare e creare un percorso che possa dare non solo il giusto risalto ma anche sostegno a tutte quelle organizzazioni che per esempio operano nell’ambito teatrale o a tutte le associazioni che si occupano di sostenere e mantenere vivi luoghi culturali che senza il loro lavoro andrebbero persi. Abbiamo infinite ricchezze e luoghi unici per i quali andrebbero identificati i bisogni prioritari e organizzato un processo di rilancio e sostegno. Così com’è, secondo me, fondamentale tenere vive tutte quelle tradizioni fatte di sagre e feste di paese che rappresentano la storia del nostro territorio. Seppur sia cosciente dei numerosi problemi di bilancio che gravano su questi settori, penso anche che attraverso un lavoro coordinato e progettato si potrebbero coinvolgere enti e imprese del territorio per realizzare un percorso che sono certa si rivelerebbe vincente anche dal punto di vista della promozione turistica, creando una crescita in un comparto che ha ancora tantissime potenzialità da esprimere».
Parliamo di infrastrutture. Che cosa ritiene sia – anche in questo caso – prioritario?
«Il lavoro che ci attende in futuro è davvero tanto. Chiunque abiti in questo territorio conosce bene quali sono le non poche problematiche alle quali deve essere data una risposta e lo si deve fare in tempi brevi. Per la nostra provincia è infatti fondamentale portare a termine tutti quei progetti che riguardano la viabilità, un elemento da cui dipende anche la crescita economica delle nostre imprese e quindi della nostra economia in generale. Un esempio: non si può non pensare al completamento dell’Asti-Cuneo che è ormai opera dirimente. Così come lo sono i collegamenti verso la vicina Francia e la Liguria: il tunnel di Tenda, il Mercantour (progetto che dovrebbe essere ripreso), il tunnel dell’Armo-Cantarana, e la variante di Demonte per citare solo alcuni esempi. Ma quando parlo di infrastrutture mi riferisco anche a situazioni diverse come, per esempio, predisporre un piano per la costruzione di invasi, indispensabili visto anche il cambiamento climatico, per l’irrigazione di tanta parte della pianura cuneese, nonché per l’uso plurimo delle acque (potabile, industriale) e la loro regolamentazione in caso di alluvioni e piene. E infine, ma non certamente per importanza, ritengo necessario lavorare sulla riqualificazione dei tantissimi piccoli borghi che sono una caratteristica del nostro territorio. Rappresentano infatti il cuore del nostro Piemonte sui quali bisogna attivare progetti di rivalutazione, consentendo una nuova ripartenza anche a tutte le attività commerciali che intorno ad essi gravitano, evitando in questo modo lo spopolamento dei paesini e valorizzando la vita di chi abita e si occupa delle Terre Alte».