«L’agricoltura è uno dei motori dell’economia del Cuneese. La conferma arriva dal Pil. Il contributo del comparto agricolo al prodotto interno lordo è tre volte superiore rispetto a quello regionale secondo i dati della Camera di Commercio. Con tre produzioni che si contraddistinguono: l’allevamento, la frutta e i vini. Dobbiamo sfruttare queste carte per aumentare ancora il benessere della nostra terra». Marco Gallo, candidato consigliere regionale nella lista civica “Cirio presidente. Piemonte Moderato e Liberale” si ripromette di dare una mano alle oltre 23 mila imprese agricole che operano nella Granda una volta eletto a Palazzo Lascaris. D’altronde bastano pochi numeri per fare del Cuneese “la fattoria dell’Italia”: oltre 400 mila bovini (la metà dell’intero Piemonte), 900 mila maiali, 4 milioni di polli. E ancora: 12 mila ettari coltivati a frutta (che corrisponde ai due terzi di quella raccolta in tutto il Piemonte) per un giro d’affari che tra mele, pesche, kiwi, pere e susine sfiora i 260 milioni. E poi i vini, con numeri in costante crescita, primi fra tutti quelli dell’export. «Ecco perché l’agricoltura merita attenzione e sostegno – spiega Gallo -. A cominciare dal dare risposte alle richieste sollevate durante le marce dei trattori dello scorso inverno. Troppo spesso gli agricoltori denunciano di lavorare in perdita. E criticano anche le politiche green dell’Unione Europea. Di fronte a tutto questo non possiamo rimanere indifferenti. Bisogna capire cosa si può fare». Un atteggiamento che Gallo vuole mutuare anche per l’emergenza della peste suina africana che colpisce i cinghiali, con il rischio di essere trasmessa agli allevamenti di maiali. «Una eventualità che proprio non ci possiamo permettere considerata l’importanza che la suinicoltura ha per la nostra provincia – continua Gallo -. Per fortuna finora non si è registrato alcun caso nel Cuneese, ma restrizioni sono scattate in 39 comuni e come dice il presidente della Provincia Robaldo bisogna continuare a monitorare la situazione perché l’epidemia, seppure lentamente, avanza. Ecco, credo che la cabina di regia che la Provincia ha messo insieme coinvolgendo tutti quanti hanno interessi – dagli allevatori ai venditori di mangimi, dai veterinari alle organizzazioni agricole – sia la strada giusta da perseguire per evitare che l’emergenza si trasformi in un dramma».
Per Gallo un altro nodo da risolvere rapidamente è la sete dell’agricoltura cuneese. «La crisi idrica è una sfida che non possiamo permetterci di ignorare considerato che ogni anno in provincia vengono irrigati secondo Coldiretti oltre centomila ettari di terreno, un terzo dei campi dell’intera regione. C’è tutta una filiera che rischia di andare in crisi sotto gli effetti dei cambiamenti climatici. L’unica risposta concreta è un piano di piccoli invasi che consentano di risolvere una volta per tutte l’emergenza idrica nei mesi più aridi. Di pari passo dobbiamo spingere, tutti insieme, Regione, Provincia e altre istituzioni perché si accelerino i tempi di realizzazione dell’invaso di Serra degli Ulivi: 12 milioni di metri cubi d’acqua che placherebbero almeno in parte la sete della campagna cuneese».