«Il ciclismo piace perché arriva nelle case»

L’ex campione Gianni Bugno: «C’è un legame affettivo tra la gente e i corridori che rafforza la passione»

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In avvicinamento alla Novara-Fossano, la tappa numero 3 del Giro d’Italia 2024 che coinvolgerà la “nostra” Granda lunedì 6 maggio prossimo, il palasport fossanese ha vissuto nelle scorse settimane una serata all’insegna delle melodie, dei racconti e di ospiti illustri. “Note in Rosa” è stato il titolo della serata andata in scena grazie alla Fondazione Fossano Musica e all’orchestra Ffm Pop.
In occasione dell’evento abbiamo chiacchierato con Gianni Bugno: «Tra musica e ciclismo esiste un connubio perfetto», ci ha detto l’ex campione che sul palco ha dialogato con il giornalista Paolo Viberti. Prima della serata, erano arrivati i saluti istituzionali del Comitato di tappa d’arrivo e del sindaco Dario Tallone. «Le canzoni che parlano di ciclismo sono il modo giusto per presentare la tappa che arriva a Fossano. Per me il ciclismo è stata passione, lavoro e ho avuto la fortuna di fare questo mestiere. Mi sono divertito e mi diverto tuttora ad andare in bicicletta» ha aggiunto poi Bugno entrando in sintonia con lo spirito della serata.
Classe 1964, professionista dal 1985 al 1998, Bugno è stato campione del mondo su strada nel 1991 a Stoccarda e nel 1992 a Benidorm: una doppietta esaltante; in carriera ha vinto ben 72 gare. Ha indossato le casacche di Atala-Ofmega, Chateau d’Ax/ Gatorade, Team Polti, MG Maglificio-Technogym e Mapei. Tutte squadre che lo hanno visto svolgere un ruolo da grande protagonista. Brillano le sue nove vittorie di tappa al Giro d’Italia e il successo nel 1990 della Corsa Rosa; le quattro tappe al Tour de France e le due alla Vuelta di Spagna; una Milano-Sanremo, un Giro delle Fiandre, una Milano-Torino e un Giro dell’Emilia. Insomma, non si è fatto mancare nulla. Campione versatile, multidisciplinare, capace di far emozionare, di far incollare gli amanti della bicicletta davanti alla tv o a bordo strada. Capace, soprattutto, di vincere.
Quando gli abbiamo chiesto il segreto del successo di uno sport intramontabile come il ciclismo, ci ha detto: «Perché arriva nelle case della gente, coinvolge emotivamente e direttamente il pubblico. La gente quando va in strada vede e applaude i beniamini. Si crea un legame diretto e particolare, ed è ciò che rafforza l’amore delle persone verso questo sport».
Per quanto riguarda la tappa di Fossano e il territorio che sarà attraversato ancora una volta dalla gara, Bugno ha sottolineato: «La provincia di Cuneo è un territorio che storicamente ha dato molto allo sport e in particolare al ciclismo. Il 2024 ci regala la tappa Novara-Fossano e spero, speriamo, che sia davvero bellissima. Sarà senz’altro interessante, con un arrivo in volata».
Impossibile non chiedere a un ciclista del suo valore, capace di innalzarsi nelle posizioni di primissimo piano a livello internazionale, un parere qualificato su come andrà il prossimo Giro. «Le prime due tappe – ha risposto – sono molto impegnative e quella fossanese sembra la prima adatta alla batteria dei velocisti». Per quanto riguarda il possibile vincitore, Bugno si allinea inevitabilmente alle previsioni di quasi tutti gli addetti ai lavori: «A mio avviso Tadej Pogačar è il favorito numero uno per la vittoria finale del Giro d’Italia, salvo sorprese. Onestamente non vedo avversari alla sua altezza».
E se oggi corresse, che ruolo avrebbe Gianni Bugno nel ciclismo attuale? «Non lo so che cosa avrei fatto e che spazio mi sarei ritagliato. Ma non ci penso, io ho corso nella mia epoca».