Sempre lui al centro di ogni discorso sul Giro: Tadej Pogacar è il nome più atteso, il fenomeno da cui tutti si attendono meraviglie. Da quando il corridore sloveno ha confermato in anteprima la sua partecipazione alla corsa, dopo aver preso parte per quattro volte al Tour de France e una alla Vuelta a España, il clima di attesa è diventato ancora più vibrante. Il campione Uae Team Emirates sarà l’astro di riferimento di un firmamento di stelle che si deve ancora completare, ma che presenta comunque nomi di grande spessore. Andiamo a scoprire la composizione delle squadre, con la premessa che molte cose potrebbero cambiare a ridosso della partenza segnata in calendario per il 4 maggio da Venaria Reale.
C’è da dire che la stessa presenza di Pogacar, inizialmente, era in dubbio. Lui stesso aveva designato il Tour de France e il Mondiale di Zurigo come obiettivi primari del 2024. La sua squadra però ha il chiaro obiettivo di vincere almeno un Grande Giro e nelle tre settimane sulle strade italiane, lo sloveno avrà intorno una formazione pronta a supportarlo al meglio su tutti i terreni, con Rafal Majka e Mikkel Bjerg elementi preziosi sulle salite. Sicura invece la defezione di Jay Vine, dopo la tremenda caduta al Giro dei Paesi Baschi.
Al momento, anche il Team Jayco AlUla ha definito le sue strategie per il Giro 2024. La formazione australiana riporterà in Italia Eddie Dunbar, dopo le buone cose fatte vedere nel 2023. Simon Yates sembra invece intenzionato ad andare al Tour. Si attendono certezze anche da casa Movistar: Nairo Quintana aveva definito il Giro 2024 come il primo grande obiettivo della stagione, ma una serie di problemi fisici ne hanno condizionato il recente percorso.
Per quel che riguarda la Ineos Grenadiers, Geraint Thomas sarà probabilmente della partita, dopo la vittoria finale solo sfiorata nel 2023. Se il gallese sarà al meglio della condizione, potrà rappresentare un ostacolo non da poco per Pogacar. La squadra britannica potrebbe affiancare al secondo classificato del 2023 atleti come Thymen Arensman, Tobias Foss e il promettente Magnus Sheffield. Un altro ciclista che sul podio del Giro è già salito è Damiano Caruso, protagonista atteso per la sua esperienza, un’arma affidabile per la Bahrain Victorious; quest’ultima misurerà anche le ambizioni di classifica di Antonio Tiberi.
Il Giro d’Italia 2024 avrebbe dovuto essere il grande obiettivo stagionale di Giulio Ciccone (Lidl-Trek), tenuto fuori da un infortunio. Nelle intenzioni della Dsm-Firmenich PostNL l’obiettivo classifica generale sarà curato da Romain Bardet, con il francese ci sarà anche il giovane britannico Max Poole.
Da casa EF Education-EasyPost erano filtrate voci di una nuova presenza di Ben Healy, grandissimo protagonista dell’edizione passata, che però è concentrato sul Tour. Proverà a fare classifica anche Lorenzo Fortunato (Astana Qazaqstan), magari con Christian Scaroni e con il campione italiano in carica Simone Velasco.
Una squadra con molte novità è la Visma|Lease a Bike. Non ci saranno infatti Wout van Aert e neppure Wilco Kelderman. La squadra giallonera si affiderà al giovane Cian Uijtdebroeks. Alla corsa rosa ci saranno anche il campione europeo in carica Christophe Laporte con Attila Valter, Jan Tratnik e, soprattutto, il velocista Olav Kooij. Problemi fisici hanno mutato anche i programmi iniziali della Bora-Hansgrohe, che ha perso Lennard Kämna e farà probabilmente affidamento sul colombiano Daniel Felipe Martinez mentre l’albese Matteo Sobrero si dedicherà alla preparazione del Tour de France.
Tornando alle volate, Caleb Ewan (Jayco-AlUla) ritorna al Giro per la sesta volta in carriera con l’idea di arrivare in fondo dopo che le prime cinque non lo hanno mai visto concludere il percorso. Ci sarà anche Jonathan Milan, fresco di cambio di casacca, dopo essere passato alla Lidl-Trek e detentore della Maglia Ciclamino 2023. Milan sarà scortato da Simone Consonni, Jasper Stuyven ed Edward Theuns. La Uae si concentrerà come detto su Tadej Pogacar, ma con Juan Sebastian Molano a battagliare con i migliori interpreti dei finali di gruppo.
Fabio Jakobsen (Dsm-Firmenich PostNL) farà il suo esordio con l’obiettivo di vincere una tappa, cosa che lo farebbe entrare nel ristretto circolo dei “triplettisti”, dato che in carriera ha già vinto a Tour e Vuelta. Un altro velocista di peso al via è Biniam Girmay, affiancato in casa Intermarché-Wanty, da due corridori affidabili come Adrien Petit e Dion Smith. Probabile che fra i velocisti affamati di vittorie ci sia anche Sam Welsford, specialista delle volate della Bora-Hansgrohe. La Alpecin-Deceuninck potrebbe ripresentare in Italia Kaden Groves, ma l’australiano è alle prese con un fastidio al ginocchio che si trascina ormai da mesi, mentre la Movistar chiamerà nuovamente per le volate il colombiano Fernando Gaviria.
Proverà ad alzare le braccia al cielo anche Andrea Bagioli (Lidl-Trek) che di successi nei Grandi Giri non ne ha ancora ottenuti, ma che ha dimostrato di avere caratteristiche ideali per fare la differenza. Sarà della partita rosa anche Filippo Zana, che nel 2023 una tappa l’ha vinta. E le due cronometro presenti nel programma 2024 solleticheranno l’appetito del piemontese Filippo Ganna, che ha peraltro dimostrato di saper lasciare il segno anche in fuga (viene in mente la tappa di Camigliatello Silano nel Giro 2020) e persino in volata, fondamentale in cui si è cimentato soprattutto nel 2023. Al via anche Domenico Pozzovivo (Vf Group-Bardiani Csf-Faizanè). Il ciclista 41enne ha dichiarato si tratterà del suo ultimo Giro (in totale il numero 18 per lui). Questa la situazione complessiva quando mancano ancora due settimane alla partenza e quindi anche al passaggio di Fossano.
Le maglie del Giro: che cosa significano? E l’ultimo in classifica vestiva la nera
La indossa il primo della classifica generale: la maglia rosa è iconica, storica, leggendaria, la più ambita. È il simbolo stesso del Giro d’Italia, un colore che racconta una storia straordinaria e lunghissima. Fu introdotta nel 1931 per iniziativa del giornalista della Gazzetta dello Sport, nonché organizzatore del primo Giro d’Italia, Armando Cougnet. Tutti sanno cosa rappresenta. Ma per quanto riguarda le altre maglie, ne conoscete il significato?
La maglia ciclamino è assegnata al leader della classifica a punti, determinata in base ai piazzamenti dei corridori al traguardo. Istituita nel 1966 con il colore rosso, diventò ciclamino nel 1970, per tornare rossa nel 2016 e definitivamente ciclamino nel 2017.
La maglia azzurra è assegnata al leader della classifica scalatori, stilata in base ai punti assegnati ai corridori che tagliano per primi il traguardo dei Gran Premi della Montagna. Introdotta nel 1933 con il colore verde, diventò azzurra nel 2012 per motivi di sponsorship.
La maglia bianca infine è assegnata al leader della classifica giovani, una graduatoria a tempi che riguarda solo i ciclisti che non hanno ancora compiuto il 26° anno di età il 1º gennaio dell’anno in corso. Fu istituita nel 1976 e fu assegnata fino al 1994, venendo reintrodotta nuovamente nel 2007.
Un tempo, tra il 1946 e il 1951 c’era anche la maglia nera, assegnata all’ultimo in classifica. Come si può intuire, provocò troppe polemiche e fu subito abolita.