Al Giro per fare bene, con in testa l’obiettivo di stagione: vincere a Parigi, incoronarsi campione olimpico, indossare al collo quella medaglia che, per ogni atleta, è la vetta più alta, il traguardo più ambito, il sogno che diventa realtà.
Ci sarà anche il piemontese Filippo Ganna tra i ciclisti in gara alla 107esima edizione del Giro d’Italia. Lunedì 6 maggio è atteso al traguardo di Fossano con la maglia della Ineos Grenadiers, la squadra per cui corre dal 2019 (e con cui ha già firmato fino al 2027). 28 anni il prossimo 25 luglio, nato a Verbania, la sua specialità sono le prove a cronometro. «Vedo tante stelline e questo mi fa un po’ paura» scherzava l’anno scorso alla presentazione del Giro, in riferimento alle indicazioni sull’altimetria delle tappe: cinque stelline su cinque quando sono in alta montagna, una per quelle in pianura.
La tappa Novara-Fossano del 6 maggio, secondo le indicazioni degli organizzatori, ne ha due, complici gli strappi di Lu e Cherasco. Arriva dopo le prime due di Torino e Oropa dove, invece, le salite non mancheranno, specie nel capoluogo tra Superga, Colle della Maddalena e l’arrivo al Santuario.
Nei giorni scorsi, per limare la preparazione prima della corsa rosa, Top Ganna (come lo chiamano i suoi tifosi) si è presentato al Tour of the Alpes, che fino al 2016 si chiamava Giro del Trentino. È ripartita da qui la sua stagione, dopo la partecipazione alla Milano-Sanremo in cui è stato condizionato da una sfortunata foratura e da un problema meccanico lungo la discesa del Poggio. Per Parigi sogna in grande, con due gare che ha cerchiato con il circoletto rosso: il quartetto in pista e la cronometro su strada. Un sogno in cui credere dopo l’oro olimpico a Tokyo, il 4 agosto 2021, nell’inseguimento a squadre su pista (con Simone Consonni, Francesco Lamon e Jonathan Milan). Ganna e gli Azzurri, in quella finale olimpica, avevano anche registrato il nuovo record del mondo: 3’42’’032, dopo aver battuto il precedente il giorno prima, durante la semifinale con la Nuova Zelanda.
Nel palmares di Ganna c’è molto altro, oltre ai cinque cerchi: 6 medaglie ai mondiali su strada (2 ori: Imola 2020 e Fiandre 2021), 14 ai mondiali su pista (7 ori, il primo a Londra 2016), 4 agli europei su strada, 7 a quelli su pista. Figlio dell’ex canoista olimpionico ai giochi di Los Angeles 1984 Marco Ganna, ha iniziato sulle due ruote con il Pedale Ossolano. Era il 2011 e, in due anni, nella categoria Allievi ha collezionato 20 vittorie, tra cui il campionato nazionale a cronometro.
Il debutto tra i professionisti è nel 2017, con la Uae Team Emirates. L’anno scorso ha anche vinto la sua prima tappa della Vuelta, conquistando la cronometro di Valladolid davanti a Evenepoel. Al Giro, le vittorie di tappa sono ben 6: Palermo, Camigliatello Silano, Valdobbiadene e Milano nel 2020, Torino e Milano l’anno dopo. Nessuna l’anno scorso, quando ha dovuto lasciare la corsa prima dell’ottava tappa, dando forfait per la positività al Covid.
Nelle prime tappe di maggio, Ganna avrà dalla sua anche il supporto dei tifosi piemontesi, che lo attendono lungo le strade e ai traguardi di tappa. Fossano, il Giro e poi Parigi. In testa un obiettivo. Per realizzarlo, ogni pedalata conta. «Non sarà facile, ma il bello è proprio questo – raccontava pochi mesi fa –. Ogni anno miglioriamo tutti. Ognuno dà il meglio di sé per battere l’avversario. Lo farò anche io. Vedremo, alla fine delle Olimpiadi, come sarà andata e se potremo festeggiare».
Articolo a cura di Luca Ronco