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Panate’: il pane prodotto in carcere arriverà a chi ha più bisogno

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Non tutte le ciambelle vengono col buco, ma comunque sono buone. Con questo proverbio un po’ rivisitato si potrebbe riassumere la nuova iniziativa che la società cooperativa sociale Panatè lancerà in anteprima nel mese di maggio con un duplice appuntamento: sabato 4 alle 10.30 presso l’Open Baladin di Cuneo, in piazza Foro Boario, e sabato 11 maggio, sempre alle 10.30, nel ristorante di Mondovì “Mondofood”, sito in piazza della Repubblica 5.

La società cooperativa sociale Panatè, presieduta da Davide Danni, promotore dell’iniziativa, porta avanti con successo laboratori di panificazione nella casa circondariale di Cuneo e nella casa di reclusione di Fossano e ora ha deciso di avviare un nuovo progetto in grado di generare ricadute positive sul tessuto sociale del cuneese. Oltre a questo, la cooperativa ha anche aperto una nuova sede a Magliano Alpi.

Le pagnotte prodotte nei laboratori carcerari, ma che non possono essere vendute perché esulano da forme, peso e dimensione previste per la distribuzione commerciale, verranno messe a disposizione di chi ha più bisogno. La prima occasione per usufruire del pane “fuori formato” sarà appunto il 4 maggio, con un rinnovo dell’invito per il sabato seguente. È particolarmente importante che questa iniziativa diventi diffusa nella Granda, con un doppio punto di distribuzione, e non per forza concentrata nel capoluogo, così da dare la possibilità più ampia possibile di reperire questo prezioso genere alimentare.

“Avere l’opportunità di distribuire pane gratuitamente è un forte segnale sia per far conoscere ciò che facciamo nelle carceri, sia per avviare una politica contro lo spreco alimentare.” Dichiara il presidente della cooperativa, Davide Danni “Ancora una volta, il nostro obiettivo è stare dalla parte di quelli che spesso vengono considerati come ultimi, e che per noi invece sono al primo posto.”

I prodotti da forno di Panatè nascono con l’obiettivo specifico di fare una formazione professionale destinata ai detenuti e di offrire loro un regolare contratto di lavoro nel mondo della panificazione, così che possano ricominciare una nuova vita una volta scontata la pena.

Il pane, oltre che un alimento, è un simbolo della comunità e della convivialità, il cibo base di ogni cultura che, se offerto, indica fratellanza e desiderio di sedersi intorno a un tavolo per stare insieme, e il pane di Panatè si fa ancora più buono, dalle mani di chi si sta impegnando per “rientrare” in società alla tavola di chi ha di meno, e le briciole che si semineranno lungo il percorso, siamo certi, porteranno buoni frutti.