“Utopie realiste, Il tema della quarta edizione di Biennale Tecnologia è un invito a guardare al nostro futuro adesso, partendo da un ossimoro forte ma necessario, per aprire una riflessione su come affrontare le profonde trasformazioni che stiamo vivendo e che vivremo”. Così introduce il tema il prof. Stefano Corgnati, Rettore del Politecnico. Lo stesso Oscar Wilde sentenziava: “il progresso è la realizzazione di utopie”. E allora perché mancare? Così, accompagnati dai nostri docenti di Progettazione Costruzioni ed Impianti, giovedì 18 aprile ci siamo catapultati negli spazi della quarta edizione della Biennale Tecnologia, permeati di conoscenza e sapere, del Politecnico di Torino. Da futuri tecnici abbiamo iniziato le attività dal laboratorio del Dipartimento di Ingegneria Strutturale, Edile e Geognostica. Alla presenza dei tecnici abbiamo potuto assistere alle prove di resistenza e rottura di diversi materiali da costruzione, in primis la rottura di una barra di acciaio dal diametro di ben 5 cm. Una barra alla quale potevano stare appesi, in senso metaforico, ben 20 elefanti africani da 6 tonnellate ciascuno. Quali nuove frontiere nell’uso del sottosuolo? Le geostrutture energetiche. Opere geotecniche con una duplice funzione: strutturale (gallerie, fondazioni..) ed energetica. Mediante l’inserimento di serpentine geotermiche all’interno degli elementi strutturali, potremo ricavare energia dal sottosuolo e farci, perché no, un thè geotermico. E ancora un momento di riflessione sui materiali del futuro: sabbia e ghiaia (chi l’avrebbe mai detto) sono le materie prime più estratte la mondo. L’estrazione supera la naturale formazione: cosa accadrà ai calcestruzzi ed alle malte quando non ci saranno più? Interessantissima la vista alla galleria del vento, posta nel laboratorio di aeronautica, fondato nel 1912 dall’ingegnere matematico Modesto Panetti:un enorme “tubo” di 4 metri di diametro, dove le più prestigiose aziende italiane ed europee, provano e hanno provato i loro prototipi. Al momento della visita ospitava il prototipo di microturbina eolica da 1kW, progettata e realizzata dagli studenti del team Eolito. Per finire,o per iniziare, un tuffo nella realtà aumentata. Indossato l’apposito visore, ci siamo tuffati nella cittadina di Rosazza, uno dei principali centri dell’alta Valle Cervo. Stando comodamente seduti nel laboratorio gestito dalla dinamicissima prof.ssa Anna Osello, abbiamo potuto girarne le stradine, entrare in alcuni edifici, scoprire la flora e la fauna tipici del luogo. Tra le cose più divertenti: la sfida con un COBOT (robot collaborativo) addestrato con il Reinforcement Learnig a svolgere manipolazioni complesse, nello specifico lanciare una pallina in un bicchiere. Inutile dirlo: ha vinto sempre lui.