Nonostante persista l’incertezza che contraddistingue ormai da tempo il panorama mondiale, le prospettive di crescita appaiono consolidate e a livello globale, a inizio 2024, l’inflazione è continuata a diminuire, sulla scia dell’anno passato. Per l’Area Euro, fanalino di coda delle maggiori aree mondiali, i risultati sono stati modesti, con un Pil che è rimasto quasi invariato nel 2023 senza lasciare nulla in eredità al 2024. Negli Stati Uniti e nell’Area Euro, nei primi mesi del 2024 non si registra una discesa dell’inflazione al consumo paragonabile a quella del 2023, esauriti gli effetti base legati ai prezzi dell’energia e complici l’escalation della guerra in Medio Oriente e nel Mar Rosso, oltre alle persistenti difficoltà di navigazione nel Canale di Panama che determinano un rialzo dei costi per l’allungamento delle rotte commerciali e per le coperture assicurative, anche se i prezzi delle materie prime ne hanno, sinora, risentito in modo marginale.
In Italia i dati relativi al 2023 evidenziano un’occupazione in rialzo, Pil in crescita, ma a fronte di un maggiore indebitamento delle Amministrazioni pubbliche e un crollo delle spese delle famiglie. Gli analisti prevedono una ripresa economica nel corso del 2024, con un primo trimestre ancora cauto e un maggiore slancio successivamente. Le previsioni future saranno anche legate a tre fattori: l’attuazione del Pnrr, lo sgonfiamento della bolla sugli investimenti residenziali creata dai bonus edilizi, in particolare dal 110%, e le scelte delle famiglie relative alla propensione al consumo.
A livello locale, le valutazioni delle circa 300 imprese associate a Confindustria Cuneo che hanno preso parte all’indagine di previsione per il secondo trimestre 2024 mostrano un sensibile miglioramento rispetto a quanto evidenziato a dicembre scorso.
«Dall’indagine trimestrale sul sentiment degli imprenditori», commenta il presidente di Confindustria Cuneo, Mariano Costamagna, «emergono chiari segnali di rilancio, con gli indici relativi alla produzione in salita. Va segnalata una certa cautela riguardo alle prospettive sull’export, ma la situazione internazionale induce a un atteggiamento prudente. Aspettative positive, quindi, per il tessuto imprenditoriale cuneese, in attesa del piano Transizione 5.0 che darà un ulteriore slancio agli investimenti».
Anche allargando l’orizzonte a livello regionale si evidenzia un ritorno ad attese positive di crescita dopo un lungo periodo di incertezza. Il comparto dei sevizi ha registrato una crescita costante e positiva, a differenza dell’industria che presenta indicatori altalenanti e un andamento tutt’altro che lineare: elementi positivi, in riferimento al saldo ottimisti-pessimisti, riguardano i settori della chimica, dell’alimentare, dell’edilizia e degli impianti, mentre rallentano i settori metalmeccanico, tessile e del legno.
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