Tornano le attività del Gruppo di Acquisto Solidale Famiglie Numerose del Piemonte. Dal 9 aprile, dopo lo stop forzoso determinato dal Covid e grazie alla collaborazione con il Consorzio Socio Assistenziale del Cuneese, il gruppo è tornato operativo con le sue attività di supporto, informazione e coinvolgimento delle famiglie con minori. Lo spazio Informa Famiglie, gestito dall’Associazione Famiglie Numerose di Cuneo, sarà attivo il secondo e quarto martedì del mese dalle 15 alle 17, nei locali del Centro per le Famiglie di via Bongioanni 36. Silvio Ribero, insieme alla moglie Daniela, è presidente del Forum famiglie provinciale e da sempre impegnato nelle attività del Gruppo di Acquisto Solidale Famiglie Numerose piemontesi. L’attività del Gas, nato nel 2019 parallelamente al forte impegno di Anfn nel promuovere e sostenere la famiglia, non è mai venuta meno nel periodo Covid, ma l’opportunità di tornare a disporre di un punto di riferimento è basilare per poter dare continuità e solidità al servizio e nuova linfa alle idee. «Oggi riaccendiamo una luce sul servizio e cerchiamo nuove famiglie», spiega Ribero.
Ma come funziona il Gruppo?
«L’Associazione Famiglie Numerose è nata nel 2004, ma tutto ha avuto origine con il Gaf (Gruppo Acquisto Familiare) di Cuneo, con famiglie delegate in ogni provincia: coordinatori provinciali e regionali e molte famiglie radicate sul territorio. L’attività è iniziata con l’acquisto e la distribuzione alle famiglie di pannolini per l’infanzia non marchiati. Ma far arrivare le cose a casa non era sempre facile, così dopo qualche anno abbiamo bussato al Consorzio Socio-Assistenziale del Cuneese che ci ha concesso in comodato gratuito dei locali dove avviare lo sportello. Gestivamo 18/20 bancali all’anno sostenendo le famiglie in quella che è una spesa molto importante da affrontare. Dopo il terremoto in Emilia abbiamo preso contatto con le famiglie emiliane per far arrivare il parmigiano».
Qual è la filosofia di fondo?
«Acquistare e far arrivare qui quel che qui non c’è. In quegli anni c’era una grande richiesta di pannolini, ora c’è stato un calo delle nascite così come sta calando il numero di famiglie migranti e anche le richieste a livello di servizi sociali sono diminuite».
Ma c’è sempre richiesta, in generale, per problematiche economiche…
«Sì, e speriamo di riprendere le attività a pieno regime come prima della pandemia. La famiglia deve diventare protagonista del suo vivere. Il concetto è che il Forum possa intervenire laddove le associazioni da sole non ci riescono facendo diventare la famiglia il contatto per le “altre famiglie”».
Quali sono le cose che le famiglie chiedono di più?
«Oggi chi ha figli piccoli ha esigenze diverse da quelle che avevamo noi 25 anni fa. Penso ai corsi di disostruzione delle vie aeree che all’epoca nemmeno si immaginavano e ora sono la prassi. È importante ricostruire la rete tra famiglie, per aiutarsi e sostenersi a vicenda perché non possiamo sempre rivolgerci agli ospedali o ai servizi. Oggi la miglior cura per la famiglia è che la famiglia diventi cura di se stessa. Un bimbo che non sappiamo dove lasciare, per esempio. Non tutti hanno un baby parking: in questo caso ci si può rivolgere alla rete familiare. Che il figlio, in più, generi anche problemi economici è vero, ma senza figli non c’è futuro. Senza, il sistema non può reggere. Misure come il Bonus mamma o l’Assegno Unico servono a poco. Ci vogliono politiche efficaci per la famiglia. Per questo abbiamo un tavolo aperto con il Ministero».
Quindi le politiche per la famiglia si fanno, ma non sempre sono lungimiranti?
«Bisognerebbe ragionare sulle misure, sul reddito e sul peso che alla lunga possono avere sulle famiglie numerose. Penso ad esempio all’Irpef Regionale o alla problematica dell’Isee per le tasse universitarie. Bisogna far capire che si investe su vite nuove, sugli adulti di domani, sui futuri medici, infermieri che avranno la responsabilità di portare avanti i nostri territori. E contemporaneamente bisogna lavorare sulla sensibilizzazione delle famiglie».
Iniziative intraprese?
«Nel 2011, attraverso un tavolo che ha coinvolto il Forum Famiglie Cuneo e le amministrazioni delle Sette Sorelle (i comuni più grandi della provincia: Cuneo, Alba, Bra, Fossano, Mondovì, Saluzzo e Savigliano) è nato il progetto CartaF6G (Famiglia sei Granda). Uno strumento che permette di riconoscere e identificare la famiglia con figli minori, di avere scontistica su servizi o prodotti e informare delle iniziative dedicate. L’idea è che la famiglia sia il vero motore della società e dell’economia del Paese: anche per questo serve dar loro un senso di appartenenza. Stiamo anche lavorando a un sistema che permetta di capire cosa pensano le famiglie, per sapere cosa serve e di cosa hanno bisogno. Il percorso è già stato tracciato».
Tornando allo sportello, quali prodotti vi si possono trovare?
«L’offerta è di alta qualità a prezzi contenuti grazie ai contatti diretti con i produttori, di prodotti non sempre reperibili sul nostro territorio come l’olio extravergine di oliva da due cooperative pugliesi, il riso da Novara, la frutta da Cuneo, il miele è prodotto da una famiglia del luogo, il parmigiano dall’Emilia sempre tramite una famiglia del luogo. Tutto è commisurato alla dimensione delle famiglie numerose e i costi sono gli stessi perché si dividono tra tutti. Al momento lo sportello è aperto in via sperimentale fino a giugno ogni secondo e quarto martedì del mese. Poi, ci rivedremo a settembre con l’idea di ampliare il servizio».
Articolo a cura di Erika Nicchiosini
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