IL FATTO
Si è aperto il dibattito sulle vacanze estive degli studenti: tre mesi sono troppi? In migliaia firmano una petizione e il ministro Salvini pensa di diluire le soste durante l’anno
Un vecchio tema che ritorna. Quello delle vacanze scolastiche. Ogni tanto c’è chi avanza il dubbio sui tre mesi estivi di stop (in Europa un record da condividere con Malta ed Estonia) pari a 14 settimane didattiche. Sono troppi, secondo Matteo Salvini. Il vicepresidente del Consiglio ha detto che sarebbe meglio scadenzare lungo l’anno le settimane di pausa per i ragazzi, risolvendo così il problema che riguarda molti genitori costretti ad affrontare difficoltà logistiche di ogni tipo tra permessi di lavoro e costosi campi estivi. È nata anche una petizione che ha subito raccolto molte adesioni. Chi è a favore sottolinea il problema dei costi che creano diseguaglianze in base al reddito delle famiglie, si parla anche delle difficoltà di apprendimento legate alla lunga pausa che comporta un rientro spesso complicato.
Premettendo che anche le questioni delle nuove situazioni climatiche potrebbe influire su questo tema, sull’altro fronte si argomenta proprio sottolineando come le alte temperature di fine estate non si siano adatte alle lezioni in classe.
«Troppi tre mesi di pausa estiva per gli studenti italiani? Io al contrario da tempo ho proposto addirittura la riapertura delle scuole al primo ottobre», ha detto il pediatra Italo Farnetani, professore dell’Università Ludes-United Campus of Malta riferendosi proprio alle temperature di quel periodo: «Con il riscaldamento climatico che c’è – ha aggiunto -, le alte temperature non favoriscono l’apprendimento e la frequenza scolastica. Nel mio “pacchetto” c’è anche la proposta di ridurre di qualche giorno le vacanze natalizie, proprio per poter poi allungare la durata delle vacanze durante l’estate». Per il pediatra Italo Farnetani, se si deve tagliare qualcosa, è meglio concentrarsi su altre pause durante l’anno scolastico piuttosto che sulla bella stagione.
«Questa scelta offrirebbe due vantaggi – ha spiegato Farnetani all’Adnkronos Salute, – e il primo è che ciò permetterebbe ai ragazzi di studiare e apprendere quando le temperature sono più miti e l’organismo ha un miglior funzionamento e meno stress. Inoltre, non meno importante è la continuità che verrebbe maggiormente garantita durante l’anno scolastico: gli alunni, soprattutto alle elementari ma vale anche per gli adolescenti, hanno bisogno di mantenere certi ritmi, non hanno ancora una capacità di operazioni mentali tale da potersi adattare rapidamente ai cambiamenti e ai mutamenti di vita quotidiana».
Che poi c’è anche chi, sotto sotto, fa leva sul presunto problema delle vacanze dei ragazzi per riferirsi a quello degli insegnanti che nel periodo estivo si adeguano alla pausa didattica occupandosi di altre questioni. Farnetani suggerisce invece che il Ministero dell’Istruzione e del Merito dovrebbe prendersi carico del periodo estivo per far praticare ai ragazzi sport e vita all’aria aperta vista anche la possibilità di usufruire delle piscine all’aperto. Una missione diversamente didattica, combattendo la vita sedentaria, promuovendo lo sport e a proposito del nuoto, come elemento di sicurezza per combattere gli incidenti in mare».