«Sono un tifoso degli Azzurri e di questo vino»

Si è svolta a Cherasco la cerimonia di presentazione del Barolo Mantoetto 2020, prodotto dalla famiglia Fracassi-Ratti-Mentone. Le bottiglie, donate ai bimbi cheraschesi nati lo stesso anno, sono state dedicate all’ospite speciale: il presidente del Coni Giovanni Malagò

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Nella cornice del centro storico di Cherasco, vestito di fiori e piante per la rassegna “I giardini segreti di Cherasco”, sabato 20 aprile è stata presentata l’annata 2020 del Barolo Mantoetto. Un vino che nasce sulla collina della frazione di San Michele, al confine con il territorio di La Morra, dalla passione e dalla dedizione della famiglia Fracassi-Ratti-Mentone, unici produttori di Cherasco, una delle undici città del Barolo. L’evento si è tenuto nella piazza del Municipio e ha visto la partecipazione del sindaco Carlo Davico, del marchese Um­berto Fracassi, dell’enologo cheraschese Fabrizio Stecca, di Evelina Christillin, madrina dell’evento, e del presidente del Coni Giovanni Malagò, a cui è stata dedicata l’annata 2020 e donata una magnum di questo cru. «Sono un grande tifoso del Barolo – ha commentato -. Potrei dire di avere quasi una venerazione perché mi sento un vero e proprio Barolo-addicted. Ringrazio questa terra per il contributo dato al Paese, sia in termini di eccellenze enogastronomiche che sportive». Il presidente ha poi aggiunto: «Il Coni vive sul territorio, siamo una realtà importante per milioni di italiani. E siamo un’istituzione rispettata, poiché la nostra lunga storia rispecchia quella di questi vini e delle terre che li producono. Una storia è fatta di uomini e donne che rendono orgogliosa l’Italia ogni giorno». E in chiusura del suo intervento non è mancato un accenno alle prossime Olimpiadi: «Ora guardiamo a Parigi. Siamo in dirittura d’arrivo. Mancano solo 96 giorni. Sono sicuro che i nostri atleti otterranno risultati importanti e porteranno a casa molti successi. È un’occasione im­perdibile perché avremo la possibilità di migliorare i nostri record di medaglie».
Il suo nome si aggiunge a quello di molte altre figure di spicco alle quali ogni anno è dedicata la bottiglia di Barolo Mantoetto. Tra loro, scrittori, giornalisti e sportivi che hanno contribuito a rendere grande l’Italia nel mondo. Lo scorso anno, è toccato a Mar­ta Bassino, sciatrice borgarina e campionessa mondiale.
La storia del Barolo Man­toetto 2020 inizia a ridosso della pandemia di Covid-19. Mentre l’Italia era bloccata dal lockdown, la natura seguiva il proprio corso. La vite del vigneto Mantoetto di Che­rasco, ignara di quanto accadeva intorno a lei, ha lavorato in pace, traendo forza dalla terra fertile e da un clima favorevole. Infatti, nonostante i frequenti sbalzi termici che affliggono sempre più le Langhe, con passaggi da siccità estreme a rischio alluvioni e stagioni sempre più corte, il 2020 si è rivelato un anno positivo per la viticoltura. Le condizioni climatiche si sono dimostrate regolari, con piogge ben distribuite che hanno permesso alle uve di raggiungere una concentrazione zuccherina ottimale. La vendemmia si è svolta intorno al 7 ottobre, un periodo considerato ottimale per la raccolta delle uve Nebbiolo nella zona. L’assenza di ritardi o anticipazioni ha permesso di cogliere il frutto al giusto grado di maturazione. Il risultato è quello di un vino ancora più armonioso ed equilibrato, che si concede subito al palato con un tannino dolce e piacevole. Un vino perfetto da gustare in compagnia, particolarmente indicato per celebrare momenti speciali, in abbinamento a formaggi stagionati e piatti di carne.
La presentazione del Barolo Mantoetto 2020 è stata anche un evento ricco di spunti di riflessione. Un’oc­casione per celebrare il vino come espressione di cultura. Perché il vino, ben più di una semplice bevanda, è comunità, storia, tradizione. È il frutto di un lavoro sapiente, di mani artigiane che plasmano la terra, di viti che affondano le radici nel passato per nutrirsi del futuro. Perché, come ha dichiarato Fabrizio Stecca, «il vino nasce nelle nostre terre da tremila anni ed è parte integrante della nostra vita». Non un semplice prodotto da consumare, ma un patrimonio da custodire e valorizzare. E dopo aver citato Baudelaire – «ubriacatevi, ubriacatevi sem­pre! Di vino, di poesia o di virtù, come vi pare» – Stecca ha aggiunto: «In tempi di nuovo proibizionismo dove un bicchiere è paragonato al peggior stupefacente, non dobbiamo dimenticare che il vino è un dono, un prodotto prezioso che va assaporato con consapevolezza e rispetto».
Al termine della cerimonia di presentazione, le bottiglie di Barolo Mantoetto 2020 dedicate a Giovanni Malagò, prodotte in soli 120 esemplari, sono state donate alle famiglie dei bambini nati a Che­rasco nello stesso anno. Per questa edizione speciale, il pittore Roberto Andreoli è stato scelto per creare l’etichetta, la quale ritrae un suggestivo scorcio delle vie della città.
«È stata realmente una bella giornata per la città, nella settimana dei giardini segreti», ha dichiarato il Sindaco Davico, visibilmente soddisfatto dell’evento che ha visto protagonista il Barolo Man­toetto 2020. «Sono onorato di aver avuto come ospite Giovanni Malagò, uno stimatore del nostro Barolo e un grande appassionato di vino. Ringrazio anche il Marchese Fracassi, unico produttore di Cherasco che è stato capace di dare vita a questo gioiello enologico».