Si terrá venerdì 3 maggio alle ore 20,30 a Moiola la presentazione del libro di Fabio Balocco “Sotto l’acqua – storie di invasi e di borghi sommersi”.
Il consorzio valle stura Experience e l’associazione progetto HAR hanno coadiuvato il Comune nella organizzazione dell’evento.
Si tratta di un libro che raccoglie alcune delle storie legate ai progetti delle grandi dighe alpine che, come effetto collaterale allo sviluppo energetico italiano, hanno comportato la cancellazione di borghi e comunitá.
Marco Bussone, Presidente nazionale di Uncem, ne ha curato la prefazione.
L’AUTORE
Fabio Balocco, nato a Savona il 16 ottobre 1953, risiede in Val di Susa. Di professione avvocato (attualmente in quiescenza).
Blogger per Il Fatto Quotidiano dal 2011
[https://www.ilfattoquotidiano.it/blog/fbalocco/], ama ricordare che non si autodefinisce scrittore, bensì “portavoce” ovvero “cassa di risonanza di chi voce non ha”.
Ha scritto “Regole minime per sopravvivere” (ed. Pro Natura). Con altri autori “Piste o pèste” (ed. Pro Natura), “Disastro autostrada” (ed. Pro Natura), “Torino, oltre le apparenze” (Arianna Editrice), “Verde clandestino” (Edizioni Neos), “Loro e noi” (Edizioni Neos). Come unico autore: “Poveri. Voci dell’indigenza. L’esempio di Torino” (Edizioni Neos), “Lontano fa Farinetti” (Edizioni Il Babi), “Per gioco. Voci e numeri del gioco d’azzardo” (Edizioni Neos), “Belle persone” (Editore La Cevitou), “San Vito Lo Capo. Sicilia. Italia” (edizioni Antipodes), “Un’Italia che scompare” (Il Babi Edizioni).
Ha coordinato “Il mare privato” (Edizioni Altreconomia).
Collabora altresì con Altreconomia e con le testate Natura e Società e Volere la Luna.
In Granda ha recentemente presentato, grazie alla collaborazione di Progetti HAR:
“Lontano da Farinetti”
“Per gioco”
“Belle persone”
“Un’Italia che scompare”
“San Vito Lo Capo”.
“Sono un’attrazione turistica, ancor di più quando li svuotano ed emergono antichi ruderi. Sono gli invasi artificiali, in particolare quelli per realizzare i quali furono sommersi interi paesi. Ma qui non è dell’attrattiva che voglio parlare, bensì del dramma. Il dramma di vivere da sempre in un luogo che non esisterà più perché così vogliono le magnifiche sorti e progressive.
È opportuno parlarne perché ricorre più o meno il centenario di quando iniziarono quelle sommersioni che riguardarono diverse comunità dell’arco alpino occidentale, e non solo, in funzione dello sviluppo industriale del paese. Ma è opportuno parlarne anche per sottolineare che lo sviluppo non è mai gratis: le dighe spesso sommersero paesi, così come i pannelli solari oggi coprono campi e le pale eoliche segnano i crinali.
Niente è senza costi ambientali e spesso sociali delle attività umane, men che meno la produzione di energia. Cinque furono gli invasi importanti nell’arco alpino occidentale. Iniziando da sud: Osiglia, per il quale destino vuole che non venisse mai realizzata la centrale; Pontechianale, in Alta Val Varaita; Ceresole Reale, in Val Locana, che comportò la sommersione di uno degli altopiani più belli delle Alpi che ispirò anche Carducci; Agaro, nell’Ossola, che comportò la dislocazione di
un’intera comunità Walser; Beauregard, in Valgrisenche, che rischiò di diventare un nuovo Vajont. Cinque invasi realizzati, ed uno che invece non lo fu perché venne rifiutato dalla popolazione: Badalucco in Valle Argentina, Alpi Liguri. Per ogni invaso sono state raccolte le voci di testimoni diretti o indiretti di quelle opere.
Con fotografie a corredo che illustrano com’erano quei luoghi.”
L’evento è a entrata libera e l’autore verrà introdotto e moderato da Fabrizio Biolè dell’associazione Progetto HAR. https://www.progettohar.it/