Aspettando Profondo Umano attraverso “Connessioni”. Un ciclo di tre incontri che precedono il Festival culturale albese che a settembre tornerà con la sua quarta edizione. L’obiettivo è quello di realizzare una circolarità dei saperi, un dialogo proficuo e irrinunciabile tra discipline scientifiche e discipline umanistiche. Connessioni, dunque, tra saperi scientifici e filosofici «perché da qui dipendono etica e morale che devono essere capisaldi nella ricerca scientifica che, oggigiorno, corre velocissima anche grazie alle nuove tecnologie», commenta Marina Orazietti, già professoressa del liceo scientifico Cocito di Alba. Dalla collaborazione con Orazietti e i giovani del “Gruppo pensante” di Profondo Umano nasce il ciclo di incontri rivolti al pubblico.
«Gli appuntamenti coinvolgono due scienziati e un filosofo. Il primo con Luca Bonfanti, professore associato dell’università di Torino e ricercatore del Nico (Istituto di Neuroscienze), dal titolo “La plasticità cerebrale: mi modifico dunque sono” si è tenuto il 17 aprile nella sede dell’Associazione commercianti albesi e al mattino con i ragazzi delle scuole. Gli altri due si terranno il 10 maggio con Simone Gozzano, professore ordinario di Logica e filosofia della scienza dell’Università degli Studi de L’Aquila che parlerà di “Scienza e Filosofia: connessioni e confluenze” e, il 21 maggio, con il professor Angelo Bassi (ordinario di Fisica Teorica modelli e metodi matematici all’Università di Trieste, ndr) con l’incontro “Connessioni ed intrecci dell’infinitamente piccolo: l’entanglement”, entrambi nella sala convegni del Palazzo Banca d’Alba».
Ma come nasce l’idea di “Connessioni” e qual è l’obiettivo degli incontri?
«La collaborazione nasce per ampliare ancor di più gli orizzonti coniugando, appunto, saperi scientifici e filosofici e proponendo una visione organica, di unico respiro. La volontà è quella di raccontare la divulgazione scientifica, per renderla più facilmente riconoscibile anche ai non addetti ai lavori. Una necessità evidenziata in particolar modo durante il Covid, quando è emersa la necessità di avere informazioni su quanto stava accadendo. È necessario quindi semplificare, ma dando sempre l’informazione scientifica corretta. Educare ad avere l’atteggiamento giusto può aiutare anche a combattere le fake news. Quello della scienza è un linguaggio complesso: il metodo scientifico scompone il problema, vi guarda dentro e analizza i dati. Senza rinunciare al linguaggio scientifico, queste conferenze vanno in questa direzione e la risposta del pubblico è stata molto bella. Il primo incontro è andato sold out».
Profondo Umano è, però, una rassegna che indaga sulle tante sfaccettature e aspetti dell’essere umano. Il Festival settembrino organizzato dall’Associazione Corale Intonando presieduta da Francesco Cordero si avvale della collaborazione di un gruppo di giovani studenti universitari, laureandi e laureati, e vuole essere un contenitore di «ogni emozione, pensiero, parola e azione che strutturano e permeano l’uomo».
Ester Marello è una delle giovani componenti del gruppo. Come nasce Profondo Umano?
«Profondo Umano è un Festival culturale nato nel 2021, principalmente online in quel periodo ancora influenzato dal Covid, da una costola albese di Torino Spiritualità poi divenuta autonoma. Il “Comitato pensante” è composto da un gruppo di ragazzi universitari di diverse facoltà (circa una decina, principalmente provenienti da facoltà umanistiche) che condivide sia obiettivi che temi. Crediamo che l’essere umano sia complesso e abbia bisogno di un’analisi profonda per comprendersi. E ognuno di noi porta al Festival riflessioni e declinazioni differenti a seconda delle proprie sensibilità. Elementi che danno il taglio agli eventi proposti».
Come viene organizzato il Festival?
«Scegliamo un tema da approfondire all’anno, attraverso varie declinazioni, invitando ospiti e cercando di differenziare gli eventi. Non solo lezioni frontali dunque, ma anche camminate, reading musicali, laboratori, mostre, passeggiate letterarie. L’idea è di dare l’occasione per riflettere profondamente sui temi proposti, trovare quegli spazi di riflessione e indagine, anche collettivi e di confronto, e cercare di rispondere alle inquietudini dei nostri tempi e mettersi in contatto con parti di sé. Noi siamo i primi fruitori dei temi che proponiamo».
Quali temi avete affrontato e quale sarà il tema di quest’anno?
«Lo scorso anno è stato trattato il tema dell’Identità e precedentemente i temi dell’errore (Errare è Umano?, ndr) e dell’Abitare poeticamente il mondo. Il tema della quarta edizione verrà indicato a breve, insieme alle date del Festival: manteniamo ancora un po’ di suspense…».
Come è nata la collaborazione con la professoressa Orazietti?
«Francesco Cordero, dell’Associazione Corale Intonando ha l’incredibile capacità di intercettare le persone. Il primo incontro di “Connessioni” nelle scuole ha visto la partecipazione di circa 200 ragazzi che hanno posto molte domande. Questo ci fa pensare che forse c’è bisogno di cambiare alcuni insegnamenti scolastici. Immaginare una scuola che, attraverso giusti strumenti, prepari i ragazzi a stare emotivamente e affettivamente nel mondo».
Articolo a cura di Erika Nicchiosini