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Due precisazioni sulla manifestazione dell’11 Maggio

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Riceviamo e pubblichiamo
Rifondazione Comunista saluta con entusiasmo la manifestazione dei Comitati liguri che si oppongono agli scempi sociali ed ambientali sponsorizzati da Toti, Bucci e sodali: dalla gronda autostradale, allo skymetro, dalla funivia del Lagaccio alla diga e al rigassificatore, la strada è quella tracciata dal “terzo valico”: opere costosissime, sempre sostituibili con soluzioni a minor impatto e costi inferiori, molto spesso inutili, appaltate ai soliti amici, spesso con procedure che finiscono nel mirino della magistratura e della Corte dei Conti.
L’11 maggio saremo quindi in piazza a sostegno dell’iniziativa e lo faremo senza bandiere di partito, come chiesto dagli organizzatori, anche se, su questo tema, avanziamo due osservazioni.
La prima: alcuni comitati (non molti, per fortuna) vivono ancora nel recinto del NIMBY, non contestano le opere in sé ma la collocazione vicino alle loro case. La presenza visibile dei partiti, almeno di quelli che hanno titolo per stare nella manifestazione, darebbe “respiro” alla protesta, delineando un progetto di città e di regione che altrimenti parrebbe offuscato da interessi particolari.
La seconda: molte di queste opere sono da lungo tempo oggetto di attenzione e per diverse di queste possiamo dire che vi è una responsabilità condivisa tra destra e centrosinistra (terzo valico, gronda, diga, tunnel subportuale, riassetto penalizzante del TPL genovese, inceneritore, per fare degli esempi). Molti comitati sono in piazza, quindi, da anni. Alle ultime amministrative genovesi esisteva una lista, La Sinistra Insieme, che aveva un progetto di città che rigettava le opere oggetto del contendere. Avevamo proposto un appuntamento per confrontare reciproche posizioni e proposte alternative, rifiutato da buona parte dei comitati: solo un’apparente “lontananza dalle bandiere”, dato che diversi loro esponenti si sono poi candidati con partiti che magari erano contrari alla realizzazione dell’opera di loro interesse, ma erano favorevoli a quelle osteggiate da comitati vicini. Ecco: la presenza delle bandiere servirebbe, a nostro avviso, a fare chiarezza. Non volerle significa unicamente penalizzare chi è contro il modello di società e di città che la destra, e non solo, sta disegnando. Per gli altri, bandiere o no, ci penseranno i giornalisti a riconoscerne esponenti, a intervistarli e a darne risalto mediatico. Siamo dei malfidati? Avremo la controprova alle prossime regionali.
Precisato questo, riconosciamo il grande senso civico che anima la manifestazione dell’11, la sua cogente necessità, la nostra convinta partecipazione. Con i ragazzi di Ultima Generazione e di FFF, siamo per una profonda riconversione del nostro sistema economico e sociale: cementificazione, consumo del suolo, estrattivismo, cultura dell’effimero, privatizzazione di tutto, sono le strade percorse da Toti, Bucci & C.; dall’altra parte c’è la resistenza della società civile… e chi, come il PRC, si batte da sempre per un nuovo modello di società.