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Itinerari dall’Iran: arte, storia, politica, libertà

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Il collettivo Zaratan continua la sua rassegna “ITINERARI”: dopo aver approfondito il contesto curdo-siriano e camerunense nel 2023, quest’anno vuole proporre alla cittadinanza cuneese “ITINERARI DALL’IRAN”, un ciclo di incontri – un’indagine sui rapporti tra arte, libertà e censura in Iran. Si darà spazio allo sguardo di artisti, ricercatori e ricercatrici esperti di storia e del presente dell’Iran, esaminando gli elementi comuni tra la repressione di Teheran e quella del Ventennio fascista, valorizzando il percorso migratorio di chi ha lasciato quel paese per raggiungere l’Italia.

La rassegna avrà due momenti separati nel tempo ma uniti nelle intenzioni e nel pensiero. Il primo momento si svolgerà per tre giovedì di seguito: il 9, 16, 23 maggio alle 20:45 presso la sede dell’Istituto Storico della Resistenza e della Società Contemporanea di Cuneo (Largo Barale 1), lo spazio ideale dove poter parlare di poteri e libertà. Il secondo momento avrà luogo tra a Zoé in città: lì il pubblico incontrerà il teatro, la musica e il cinema iraniano e continuerà la sua riflessione sui rapporti tra l’arte e la politica in Iran e non solo.

I primi due incontri saranno in compagnia di Farian Sabahi, scrittrice e docente di storia contemporanea. Nel primo, moderato da Gigi Garelli, l’autrice ripercorrerà la storia dell’Iran a partire dalle vicende della sua famiglia iraniana, raccontate nel memoir “Non legare il cuore. La mia storia persiana tra due paesi e tre religioni”. Itinerari biografici intrecciati alle relazioni internazionali e alla storia di un paese protagonista dell’area mediorientale, con un’attenzione particolare alle minoranze e al ruolo della donna, anche nelle recenti proteste popolari seguite alla morte di Mahsa Amini.

Il 16 maggio Farian Sabahi e Gigi Garelli dialogheranno attorno a: cosa significa essere artisti in Iran? In che modo l’arte iraniana ha sfidato e provocato il potere politico e religioso dall’inizio del Novecento ai giorni nostri? Quali sono i meccanismi di repressione e di censura, quali gli spazi di libertà possibile? In che modo le istituzioni che procedono alla sorveglianza e al controllo della creatività artistica iraniana possono essere accostate alle istituzioni che si occupavano di censura durante il Ventennio fascista in Italia e nel secondo dopoguerra? Un percorso storico tra due paesi, per riflettere sui rapporti tra arte e potere nel passato e guardare alla libertà di espressione nel presente.

Si chiude il ciclo di incontri il 23 maggio, con Giuditta Gentile, pittrice cuneese, e Majid Bita, illustratore e animatore freelance iraniano che vive in Italia dal 2014. I due, che si sono conosciuti all’Università di Bologna, andranno ad esplorare in che modo la creatività di Bita si confronta con la politica religiosa iraniana. Il disegno può essere un atto politico quotidiano? Al centro la graphic novel di Majid Bita, “Nato in Iran”, pubblicato in Italia da Canicola, un’autobiografia che illustra la rapida trasformazione dell’Iran dopo la rivoluzione khomeinista del 1979, un fumetto ambientato a Teheran che racconta una storia famigliare che diventa storia collettiva.
L’arte ha da sempre rappresentato e raccontato il mondo, ma non sempre il mondo ha accolto le sue visioni, le sue sfide, le sue provocazioni. Il potere, qualunque forma e colore assuma, spesso considera la creatività degli artisti un pericolo per la propria esistenza, a meno che non riesca a piegarli alla propria volontà, trasformandoli in veri e propri strumenti di propaganda. Il regime teocratico di Teheran, nel corso degli anni, si è distinto per un rigido controllo delle attività e della libertà degli artisti e delle artiste iraniane, dando vita ad un sistema di sorveglianza e censura che obbliga molti e molte di loro a lasciare il Paese per poter continuare ad esercitare la propria professione ed esprimere il proprio dissenso.
L’Iran è un Paese protagonista della nostra contemporaneità, e riuscire a conoscerlo attraverso le lenti della storia e dell’arte può regalarci nuove visioni e riflessioni, visioni e riflessioni di cui – considerata la cronaca recente – abbiamo sicuramente molto bisogno.