“Suo figlio non è bravo in matematica”; questa una delle frasi che i nostri genitori si sono sentiti dire dagli insegnanti e da lì iniziavano programmi di apprendimento personalizzati e finalizzati al recupero delle materie in cui si zoppicava. Tutto vero, giusto, ma spesso in questi casi ci si dimentica di lavorare sugli aspetti positivi che, auspicabilmente, saranno quelli che costruiranno la vita di ognuno di noi.
Angelo Galante, responsabile degli arbitri CAN 5 Elite, ha così intrattenuto la platea degli arbitri della sezione di Alba-Bra nel corso di una vivace e partecipata riunione incentrata sull’importanza del lavoro su tutti gli aspetti che contraddistinguono la prestazione arbitrale, a partire dall’atteggiamento. Un aspetto, questo, spesso non considerato, ma il fare le cose con gioia, spensieratezza, spirito positivo ci può aiutare ad ottenere i risultati sperati con più facilità. “La gioia – sottolinea Angelo – è la cosa che fa muovere le cose per realizzare i propri sogni”.
Ancora Galante: “Un campo di Futsal è 40x20m, all’incirca come l’area di rigore del calcio a 11. Cosa fa l’arbitro quando il gioco è in area di rigore? Presta la massima attenzione. Questo è quello che fanno gli arbitri di Futsal, 40 minuti effettivi di gioco da seguire sempre con la massima concentrazione. Per questo serve preparazione atletica, conoscenza del regolamento, una gestualità precisa, la protezione dei calciatori e collaborazione con i colleghi, tornando sulle proprie decisioni se ci si accorge di avere sbagliato”.
Molto soddisfatto a fine riunione il presidente Carrer: “Nonostante i tanti impegni, Angelo si è subito reso disponibile e messo a disposizione come relatore della nostra riunione. Serata davvero bella e coinvolgente, lo ringrazio a nome di tutti anche per la simpatia con la quale ha intrattenuto la numerosa platea raccontando episodi della sua strepitosa esperienza sul campo, lanciando importanti messaggi, soprattutto per i più giovani, sulla passione e la voglia di arrivare che ci spingono verso il raggiungimento dell’obiettivo. Il suo spessore tecnico era già conosciuto, abbiamo potuto conoscerne e apprezzarne anche il lato umano.”