«L’acqua non va verso l’alto. Vale a dire che chi denuncia e combatte l’illegalità va rispettato e sostenuto […]. Parlate della mafia, parlatene alla radio, in televisione, sui giornali. Però parlatene». È stato un incontro “da posti in piedi” quello andato in scena lunedì sera a palazzo Longis, con protagonista l’ex magistrato Gian Carlo Caselli.
“Ospite” di Oasi Giovani, Caselli ha presentato il libro “Giorni memorabili che hanno cambiato l’Italia (e la mia vita)”, scritto con il figlio Stefano, giornalista, che era presente all’incontro.
Davanti ad una nutrita platea composta anche da tanti giovani – l’incontro era nell’ambito delle attività del progetto “Oceano” – Caselli ha ripercorso la storia recente d’Italia e, di riflesso, quella della sua vita, spesa a favore della legalità e della costituzione.
Intervistato dal professor Maurizio Biancotti, l’ex magistrato ha spiegato come le leggi non vadano soltanto lette ma interpretate, e ha raccontato di come Falcone e Borsellino siano stati “maltrattati” in vita, quasi diffamati.
Interpellato da Biancotti sui temi della libertà di stampa e di come venga rappresentata la mafia sui media e nelle serie tv, Caselli ha consigliato ai giovani la visione due film: “I Centopassi” e “La mafia uccide solo d’estate”.
A seconda dei casi e dei contesti, all’ex magistrato è stata attribuita più volte una diversa appartenenza politica. «Fascista»a Torino, «Comunista» a Palermo. «Ma non mi hanno mai dato dello Juventino» ha scherzato Caselli, di fede calcistica granata.
«Ci fa piacere che l’incontro sia stato così partecipato – afferma il presidente di Oasi Giovani Gianfranco Saglione –. E ci rincuora soprattutto il fatto che in platea vi fossero molti giovani, cosa di cui è rimasto sorpreso lo stesso Caselli. Di tematiche come mafia e legalità è importante parlare soprattutto a loro, che rappresentano il futuro del nostro Paese».
cs