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Carletto, Cia Cuneo: “Al momento non è ancora ben chiaro l’andamento della stagione 2024”

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Presidente della zona di Cuneo della Cia è Daniele Carletto: agrotecnico e, dal 2016, impegnato nella gestione dei terreni di famiglia ai 950 metri di quota di Tetto Baricca, nel Comune di Robilante. Un imprenditore che conosce bene le Terre Alte, ma che mantiene un confronto continuo con i “colleghi” delle aree di cui è rappresentante. Anche quelle verso la pianura. Gli abbiamo chiesto quali sono le prospettive per la stagione 2024. Risponde: “Non abbiamo avuto un inverno con le condizioni climatiche caratteristiche del periodo. Le temperature erano alte. La neve e la pioggia – è vero – sono cadute in abbondanza, ma soprattutto negli ultimi due mesi quando doveva ripartire l’attività. Quindi se, per quest’anno, il problema siccità potrebbe essere risolto, dobbiamo fare i conti con un ritardo nelle lavorazioni. E, al momento, non è ancora ben chiaro quale sarà l’andamento dell’annata agricola. Però, una prima conseguenza negativa c’è già stata: a causa delle precipitazioni tardive, la produzione primaverile di miele da parte delle api è andata completamente persa”.
Come si può affrontare il momento? “I mutamenti climatici si fanno sentire. Le stagioni stanno cambiando e si verificano, spesso, eventi estremi. Per un’azienda diventa molto difficile prevedere la programmazione delle colture da mettere in campo e i tempi della loro coltivazione. Tuttavia, dobbiamo, per quel che si può e nel modo migliore possibile, adattarci e adeguarci a queste trasformazioni. Non ci sono alternative. Adoperandoci, inoltre, come abbiamo già sempre fatto, per dare il nostro contributo nella riduzione dell’impatto ambientale durante il percorso produttivo. Mitigando, così, gli effetti dannosi provocati dal clima”.
Altre questioni in ballo? “Le spese per l’energia e le materie prime hanno avuto un assestamento. Ci auguriamo che le tensioni politiche internazionali non le facciano di nuovo alzare in modo esponenziale. Altro auspicio è che i prezzi di vendita dei nostri prodotti si mantengano a livelli adeguati per consentire alle aziende di essere sostenibili a livello economico”.
In questa situazione di incertezza come si deve muovere l’agricoltore? “Puntare sempre sulla qualità delle produzioni. E chi ha una strutturazione logistica e organizzativa che glielo permette, diversificare l’attività. Vendere direttamente ai consumatori rimane un percorso fondamentale, ma, insieme a questo, occorre offrire alle persone e ai turisti altre proposte. Come i laboratori didattici, lo sport legato al tempo libero, il trekking. Bisogna diventare un punto di riferimento per quanti, oltre ai prodotti, vogliono conoscere e visitare le incantevoli bellezze del nostro territorio”.
Cosa serve dalle Istituzioni? “Devono sostenere, ad esempio attraverso bandi mirati dello Sviluppo Rurale, quanti decidono di investire nelle aree svantaggiate, in particolare di montagna. Perché se quelle zone sono mantenute in buone condizioni e fruibili da quanti le visitano, il merito è soprattutto degli agricoltori. Interventi svolti, spesso, senza ritorni economici, ma i cui benefici ricadono sull’intera collettività attraverso la prevenzione del dissesto idrogeologico o il poter passeggiare o andare in bicicletta utilizzando strade e sentieri”.