La chiusura del cerchio. Piero Chiambretti torna in Rai. Cinque serate con “Donne sull’orlo di una crisi di nervi”, programma sull’universo femminile. Dalla tv di Stato, dove aveva iniziato la carriera, era andato via ventidue anni fa scegliendo le telecamere di La7 e poi Mediaset. La notizia c’è già, si direbbe nelle redazioni, perché il personaggio piace e le storie nostalgiche funzionano, ma ad accrescerne la portata è il contesto perché Piero rientra mentre attorno è fuga: «Spero di trovare ancora qualcuno» ironizza, poi riflette: «Diciamo che trovo una Rai sull’orlo di una crisi di nervi. Ma siamo onesti, in questa azienda, che ho rivoluto fortemente, certe dinamiche si sono sempre verificate, a seconda del momento e dell’aria che tirava».
Si volta indietro, percorrendo corridoi familiari ed estranei insieme («Sono rimasti solo i mobili in ferro») e si rivede folletto giovanissimo, capace di rompere gli schemi e regalare un intrattenimento graffiante, non paludato, com’era lecito aspettarsi da un artista così originale e sfacciato da presentarsi in mutande a un provino. Aostano, mosse i primi passi a Torino, portando sul piccolo schermo, attraverso le emittenti Grp e Manila 1, la vena umoristica rivelata da animatore sulle navi da crociera e da cabarettista al Derby di Milano. Sulla tv di stato s’affacciò nell’83 con “Forte Fortissimo”, pochi anni dopo il successo con “Divano in piazza”, all’interno di “Va Pensiero”, seguirono “Big”, “Complimenti per la trasmissione”, “Il portalettere” e “Il Laureato”. A La7 si caratterizzò con “Markette”, su Mediaset con “Chiambretti Night”, “La repubblica delle donne” e “Tiki Taka”; ha condotto “Striscia la notizia”, nel mezzo il blitz sanremese con Pippo Baudo, un anno al dopofestival e uno da presentatore come sua spalla. Sempre istrionico, leggero, impertinente, curioso, mai scontato nelle interviste in cui alterna vip e persone comuni.
Il viaggio ricomincia da qui, con Piero, più maturo ma eternamente impertinente, che racconta le donne in un Comedy Show insieme a figure importanti del giornalismo, della cultura e dello spettacolo ravvivando il tutto con collegamenti a sorpresa e proiezioni tratte dagli archivi Rai. Fondamentalmente, un contenitore di interviste, il piatto forte grazie all’abilità del conduttore di incalzare gli ospiti tra sarcasmo e disincanto: simbolici nella prima puntata, che ha raggiunto il 3,7 per cento di share, il botta e risposta con Enrico Mentana, Gianni Minoli e Sofia Goggia. Tutto è ancora in rodaggio, gli ascolti possono crescere e l’amalgama tra le varie componenti della trasmissione migliorato, ma le basi convincono e la formula, ancorché reiterata nel tempo, appare tutt’altro che usurata. Chi ritiene poi che Chiambretti, per suo Dna, perda nella comodità di uno studio rispetto alla strada dove ha cominciato, si consoli pensando che il ritorno in Rai contempla già un altro programma: si chiamerà “Finché la barca va” e il conduttore, in puntate d’un quarto d’ora, realizzerà interviste a persone comuni sul fiume Tevere. Intanto godiamoci “Donne sull’orlo di una crisi di nervi”, che prende titolo dal celebre film di Pedro Almodovar: «Se siano davvero in crisi – dice Chiambretti – lo scopriremo insieme a scrittrici, giornaliste, autori, donne, ma anche uomini, giovani e meno giovani, artisti e non solo, per raccontare pezzi di attualità e di vita del mondo dell’universo femminile, colonna della nostra società, capace di stare in ascolto, catturare i cambiamenti ed essere memoria».
Il ritorno di Piero
Chiambretti riparte dalla Rai, lasciata ventidue anni fa, con un programma sull’universo femminile: una scelta controcorrente mentre tanti lasciano la tv pubblica