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Concerto “Te lo dico così”: la musica come ponte per superare le fragilità

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Venerdì 31 maggio, alle 20,45, a Boves, sul sagrato della Chiesa parrocchiale di San Bartolomeo, in piazza dell’Olmo, oppure (in caso di maltempo) nell’Auditorium Borelli, andrà in scena il concerto “Te lo dico così”, che gode della co-organizzazione e del patrocinio del Comune; la partecipazione è libera e gratuita. Ad esibirsi saranno i ragazzi della band della cooperativa sociale “Il Ramo”, accompagnati dall’educatore (e musicista) Alessandro Cometto insieme agli allievi dell’Istituto musicale di Boves, con i loro docenti, tra i quali il coordinatore didattico, il maestro Filippo Ansaldi. Per informazioni www.comune.boves.cn.it – progettomusicability@gmail.com – telefono 333 745 8606.

 

Un percorso, che va oltre il concerto

Il concerto rappresenta un momento di restituzione del più ampio progetto regionale “Music-Ability”. L’iniziativa ha preso le mosse, inoltre, da un percorso (del 2022) del CSV Cuneo che aveva l’intento di realizzare un incontro intergenerazionale alla ricerca di un linguaggio comune (la musica) per unire e superare insieme le disabilità e le fragilità. Un’occasione, anche, per far crescere nuovi possibili volontari, mettendoli in contatto con le realtà sociali del territorio. Capofila del progetto è l’associazione A.L.I.Ce. Cuneo Odv, che sta svolgendo un percorso parallelo col suo Coro degli Afasici (soggetti che hanno perso la parola – afasia – per via dell’ictus, ma che la ritrovano grazie alla musicoterapia) insieme al Coro di voci bianche dell’Istituto Comprensivo di Bernezzo.

A Boves, l’idea è stata sostanzialmente la stessa: utilizzare la musica come un ponte, un luogo d’incontro di crescita e condivisione. Questo si è realizzato a partire dall’autunno scorso, quando i ragazzi con disabilità del Centro di Boves seguiti dagli educatori de “Il Ramo”, in particolare da Cometto, hanno potuto “provare insieme” con i giovani allievi dell’Istituto musicale di Boves, accompagnati dai loro docenti. L’idea di realizzare un concerto, a fine stagione, era in fondo un “pretesto”, perché il vero obiettivo era il “viaggio”, l’«incontro». Come diceva il poeta e cantante Vinicius de Moraes: “La vita è l’arte dell’incontro”, così l’esperienza della musica “fatta insieme” supera ogni barriera, va oltre le disabilità e dà una mano concreta per scoprire nuove abilità. Col sorriso, e grande divertimento.

 

L’unione fa la forza

Un divertimento affrontato con “giocosa” serietà: “C’è super energia, non vediamo l’ora che arrivi il concerto – dice Filippo Ansaldi –; per noi questa esperienza è stata un bel momento di ‘musica d’insieme’ prima di ogni altra cosa. Ha coinvolto tanti allievi, di ogni età, e di diverse classi di strumento. Il valore aggiunto è che i pezzi che suoneremo sono, per la maggior parte, nostri: scritti da Cometto, arrangiati insieme, insomma… è bellissimo suonare così, uniti, creando davvero qualcosa di tuo… l’aspetto della disabilità è passato totalmente in secondo piano, segno della bontà del percorso e del grande potere della musica”. L’Istituto musicale di Boves fa capo alla cooperativa  sociale “La Fabbrica dei suoni”, per questo si ringrazia il presidente Mattia Sismonda, per aver creduto fin da principio all’iniziativa.

La stessa cosa ha fatto Luca Miglietti, presidente della cooperativa sociale “Il Ramo”, che ha a cuore da oltre 30 anni i temi dell’inclusione e del superamento delle disabilità attraverso progetti innovativi: “Sarebbe stupendo che iniziative di questo tipo diventassero, per così dire, fisse, ovvero ‘strutturali’ – dice con entusiasmo Alessandro Cometto –. Vuoi per coinvolgere sempre di più i ragazzi dei centri diurni, che a volte sono davvero portati per la musica, vuoi per i ragazzi delle scuole musicali che imparano tanto da iniziative simili. È un dare e ricevere molto generativo, in cui lo scambio è reciproco, più di quanto si creda”. Il titolo del concerto, lo ha scelto Cometto, che racconta: “Prende le mosse dal titolo di una nostra canzone, nel senso che è scritta proprio da noi. ‘Te lo dico così’, ovvero, te lo dico con la musica. Cioè ti dico che è importante creare contesti di ‘normalità’ per superare davvero le disabilità; e che progetti di questo tipo azzerano le differenze, anzi le esaltano portando alla luce i talenti e le unicità di ciascuno. Elementi che, insieme, fanno una sinfonia. Anzi, – ce lo auguriamo – un bellissimo concerto”.