Che cosa chiede il Terzo Settore alla politica? Una lettera del Direttore della Cooperativa Coesioni Sociali di Alba.

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Riceviamo e pubblichiamo

In questi ultimi giorni di campagna elettorale molteplici sono gli impegni che i candidati, di tutte le aree politiche, stanno assumendo nel caso in cui siano eletti. Con sempre più frequenza ci viene chiesto, come cittadini, ma anche in quanto società cooperativa, di prendere una posizione a sostegno di questo o di quell’altro candidato.

La Cooperativa Coesioni Sociali, che rappresento, è interessata ad una politica che abbia la capacità di capire i problemi che la società sta attraversando e proporre soluzioni adeguate. Da parte nostra auspichiamo che i nuovi amministratori si assumano l’impegno di un confronto costruttivo con chi, come noi, rappresenta il Terzo Settore e vive i problemi sociali e sanitari in prima linea quotidianamente.

Sento di poter interpretare il pensiero di tante realtà sociali nell’esprimere alcune riflessioni in questo frangente.

Vorremmo chiedere alla politica che, chi sarà eletto, nei vari livelli di rappresentanza e responsabilità (dal comunale al regionale ed europeo), si impegni a costituire, a livello istituzionale, dei tavoli di concertazione tra la pubblica amministrazione e i rappresentanti del Terzo Settore, in grado di studiare, progettare e programmare gli interventi e l’attivazione o potenziamento di nuovi servizi, strumenti, strutture, capaci di dare risposte ai problemi delle comunità.

L’impegno a un preventivo confronto e a una successiva co-programmazione dovrebbe diventare prassi comune tra chi opera nel quotidiano delle varie problematiche socio-sanitarie e chi amministra il bene pubblico.  Questa proposta crediamo “nutrirebbe” anche un reciproco rispetto tra chi lavora quotidianamente su tali complesse tematiche e chi ragiona in termini economici, dovendo decidere come, dove e quando debbano essere investite le risorse del Comune, della Regione e dell’Europa.

Solo con questa prassi sarà possibile intervenire tempestivamente sulle situazioni di emergenza ed elaborare una reale programmazione rispondente ai problemi.

Ci auguriamo davvero che un modello del genere possa diventare presto realtà anche nella nostra città, nella nostra provincia, nella nostra regione.

 

Gian Piero Porcheddu