Il calcio si sa, in Italia è quasi una religione e scalda gli animi anche più di tematiche, serie, di altro genere. Ed anche Cuneo non fa eccezione: è stata infatti animata ed accesa la IV Commissione Consiliare tenutasi oggi alle 18 in Comune relativa alla futuro dell’AC Cuneo 1905 Olmo. E ci lascia con una domanda: può la politica disquisire anche sui risultati raggiunti sul campo da una società di calcio (o, comunque, sportiva) privata e sugli investimenti fatti per raggiungerli?
L’antefatto – Tutto nasce da una lettera/comunicato inviato recentemente dai due gruppi della tifoseria biancorossa (I Fedelissimi e la Curva Nord) in cui, dopo la mancata vittoria del campionato di Eccellenza, chiedevano al club “una risposta sul campo”, denunciando, fra le varie cose, “interessi che vengono messi davanti ad un bene superiore, quello per i colori della città” e come “progetto e obiettivi che nella realtà dei fatti sono rimasti invariati per anni e probabilmente lo saranno per altrettanti”.
A portare, quindi, i quesiti posti dai supporters biancorossi (oggi presenti fra gli spettatori con una rappresentanza delle due tifoserie) in Commissione, il gruppo di Minoranza degli “Indipendenti” nelle persone dei Consiglieri Giancarlo Boselli e Paolo Armellini. Per l’AC Cuneo 1905 Olmo, presenti il Presidente Mauro Bernardi, l’AD Riccardo Andreis e il DG Valter Vercellone.
La commissione – Ad aprire la seduta, l’intervento dell’Assessore Valter Fantino che ha ripercorso la storia recente del calcio nel capoluogo, con il fallimento del fu AC Cuneo 1905 e la ripartenza con il Cuneo FC dalla Terza Categoria, prima della fusione con l’Olmo ed il triennio firmato AC Cuneo 1905 Olmo.
Una temperatura che si è alzata sin dalle prime battute: il DG Vercellone ha infatti ricordato come il vecchio Cuneo, che si è potuto fregiare anche di partecipazioni alla Serie C, non esiste più, sottolineando come, dopo la sportivamente tragica “era Lamanna” con conseguente fallimento, il lodo Petrucci avrebbe consentito nel 2019 al Comune di Cuneo di mantenerne la matricola FIGC, non il marchio, eventualità non presa in considerazione dall’Amministrazione dell’epoca: “Giù le mani dal Cuneo? Non esiste più, e aggiungo purtroppo!” ha concluso il dirigente.
Aggiunge il Presidente Bernardi, in avvio: “Una commissione che ritengo alquanto fuori luogo. Sono lieto di raccontarvi la grave situazione che è stata tanto decantata, premettendo che la società non è una partecipata dal Comune, bensì privata, fatta di soci privati che hanno deciso di investire nel mondo dello sport. E se vogliamo valutare anche il bilancio del Bar Corso, lo faremo, tanto per capire il contesto in cui ci troviamo oggi…”.
La parola è poi passata ai Consiglieri Boselli ed Armellini: “Le Commissioni Consiliari di questo ente possono invitare qualsiasi soggetto che opera nel Comune di Cuneo. – precisa Boselli – Mi limito a prendere atto che voi siete qui: la preoccupazione che ha la città è di per sé legittima, in quanto in Italia lo sport principale è il calcio, con ripercussioni sociali al di fuori degli stadi. I problemi si giudicano dai risultati della squadra, le preoccupazioni ci sono e sono legittime perché da parte di tifosi ed appassionati delusi da anni di situazioni non positive in termine di immagine della città”.
Secondo Armellini le questioni principali sono tre: “Moltissimi tifosi, anche più esigenti rispetto al passato, non vengono più allo stadio a tifare il Cuneo, perché i campionati a cui si partecipa non sono più così interessanti; la situazione del settore giovanile; infine, il mancato coinvolgimento nel progetto di ex calciatori ed ex allenatori (come Garavelli e Cristini, citati nell’intervento, ndr) che hanno il Cuneo nel cuore”.
Così il Consigliere Beppe Lauria: “Si tratta sì di una società privata, e su questo concordo, ma anche se un club ha la libertà di fare ciò che ritiene opportuno, è anche vero che è normale che il Comune voglia o possa incontrare la società visto che utilizza beni dello stesso Comune. I tifosi non sono contenti? E’ legittimo che si lamentino, un po’ meno che noi si patteggi per una o l’altra parte in virtù dei sentimenti: quindi sono qui per chiedere alla società se il bene che le ho dato è manutentato bene e che uso ne viene fatto, e se gli impegni presi con il Comune sono stati mantenuti”.
“C’è veramente una confusione nei ruoli in quest’aula: i dirigenti del Cuneo sono venuti qui, con un gesto di gentilezza, in quanto società privata. – ha rimarcato il Consigliere Luca Paschiero (capogruppo di Crescere Insieme) – Vogliamo fare una Commissione sullo Stadio Paschiero? Facciamola, ma di cosa stiamo parlando questa sera? Personalmente non mi sarei mai permesso di convocare una commissione di questo genere, se non per prendere in giro noi stessi”.
Hanno inoltre preso la parola i Consiglieri Franco Civallero (Forza Italia) e Claudio Bongiovanni (Cuneo Mia).
E’ successivamente intervenuto, quindi, il Presidente Mauro Bernardi, il quale, anche con toni veementi (e venendo ripreso in alcuni frangenti), ha fatto il punto su quanto costruito in questi tre anni: “Dal mio punto di vista, l’impatto sociale non è tanto avere 100, 150 o 200 tifosi allo stadio, ma quello di riuscire ad integrare ragazzi e bambini, con le loro famiglie, che vivono nella città di Cuneo, facendoli crescere con lo sport e all’interno di strutture. La mia mission è questa: far crescere generazioni in strutture adeguate. A volte, i risultati vengono da sé: condivido la richiesta di ambizioni, ma il Cuneo di un tempo è fallito e non esiste più proprio perché si correva solo dietro ai risultati. Quindi, investiamo sui giovani e sul sociale o solo sui risultati? Noi abbiamo fatto questa scelta: costruire un gruppo coeso, sano e che possa correre a testa alta e crescere passo dopo passo”.
Il patron biancorosso è poi passato ai dati: “Speriamo di poter ottenere i risultati, ma non falsando il bilancio. I nostri parlano chiaro: nei primi due anni, sono stati chiusi in utile, entrambi attorno al mezzo milione di euro. La maggior parte degli investimenti sono stati fatti su strutture pubbliche: il totale è di 414.900 euro nell’impianto sportivo del “Piccapietra”, grazie al tessuto imprenditoriale in provincia che ci ha aiutato, quasi 50 aziende. Non abbiamo speso i soldi per il bomber, ma per rifare i campi sportivi pubblici”.
Le successive repliche hanno riportato al centro del dibattito la situazione attorno allo Stadio “Fratelli Paschiero” e sulla necessità di un rimodernamento dell’impianto, tematica ormai atavica e ricorrente da tempo nel capoluogo, e sulla relativa ricerca di fondi per metterlo in atto.
Resta il fatto che l’AC Cuneo 1905 Olmo tornerà in Municipio, ma non sul “banco degli imputati”: giovedì 6 giugno alle 19, infatti, presso il salone d’onore del Comune, si terrà la presentazione del primo Torneo “Nicola Ferrero”, occasione in cui sarà tratto un bilancio sportivo della stagione da poco conclusa, dalla Prima Squadra al Settore Giovanile.