A Peveragno in scena lo spettacolo teatrale “Futuro Remoto” della Compagnia del Birùn

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La Rassegna ‘Assaggi 2024 – LIB(E)RI’ organizzata dall’Associazione Culturale e Teatrale ‘Compagnia del Birùn’ entra nel vivo con il debutto del nuovo spettacolo originale e autoprodotto, a cura delle registe Gabriella Bordin e Elena Ruzza, con la collaborazione artistica di Maria Abebù Viarengo dal titolo “Futuro Remoto” –Il Maggiore Toselli e il colonialismo italiano dell’Ottocento in Africa Orientale, in scena nel Cortile Ambrosino a Peveragno il 14 e il 15 giugno alle 21.30,

Il monumento dedicato a Pietro Toselli, sulla piazza del paese ha incuriosito alcuni cittadini di Peveragno e la Compagnia del Birùn. Questa è stata l’idea di partenza per approfondire pagine di Storia d’Italia su cui non è ancora stata scritta la parola “fine”.  Una di queste è quella del colonialismo Italiano in Eritrea e in Etiopia. Sono pagine dimenticate, relegate all’oblio.

Grazie al libro del professore Romain Raniero ‘Pietro Toselli, un peveragnese nella storia’ edito dal Comune di Peveragno alcuni anni or sono, è iniziato un lungo e accurato lavoro di ricerca su un periodo triste e semisconosciuto della nostra storia nazionale e umana: il colonialismo italiano in Africa.

La lettura e la ricerca per costruire lo spettacolo si è nutrita delle pubblicazioni di Angelo Del Boca, il primo italiano ad essersi occupato della ricostruzione critica e sistematica della storia politico-militare dell’espansione italiana in Africa orientale e in Libia, e il primo storico ad avere denunciato i crimini di guerra compiuti dalle truppe italiane durante il colonialismo.

La figura di Pietro Toselli (maggiore pluridecorato che partecipò alle guerre di conquista dell’Eritrea alla fine dell’800 e nostro concittadino) e le lettere che scrisse al fratello durante la campagna militare ci danno la possibilità di far conoscere queste vicende storiche sotto un profilo umano ed emotivo. È stato interessante scoprire, durante le ricerche per l’allestimento dello spettacolo, come questo sentire e questa necessità di avvicinarsi alla comprensione del fenomeno sia comune e in aumento anche in altre nazioni ed in altre culture tanto che si arriva a parlare di un processo di ‘decolonizzazione mentale’ in corso nelle popolazioni che l’hanno subita o la subiscono. Molti sono i libri scritti dalle nuove generazioni che riportano i ricordi dei loro avi colonizzati nel corso dell’800-‘900 e su cui ci siamo documentati, scoprendo aspetti della vita delle persone comuni che non vengono riportate sui libri di storia, anche se sono loro che fanno andare avanti il mondo.

Un trait d’union con il lavoro fatto per l’allestimento dello spettacolo ‘Alpino Andrea’ narrando le storie di uomini e donne sconosciuti alla Storia con la S maiuscola, ma che vissero e patirono la seconda guerra mondiale.

Come sarebbe potuto essere e come potrebbe essere la convivenza tra gli esseri umani sul nostro pianeta se si agisse nel rispetto della terra e dei suoi abitanti senza distinzioni di razza, cultura o religione?

Come sarebbe vivere in un mondo in cui le differenze diventano sinergia, ricchezza per tutti? Un’idea che in embrione era alla base del pensiero di Pietro Toselli,benchémilitare, propenso a una colonizzazione di popolamento e non di aggressione. Un’idea soffocata dalla guerra di cieca conquista prima e sepolta dalla retorica fascista anni dopo, come sepolta e semisconosciuta è rimasta la nostra storia di colonizzazione. Una storia che va riscoperta per poterci fare i conti e capire molti fenomeni storici e sociali di oggi, evitando di lasciarsi fuorviare dai pregiudizi e dai luoghi comuni, frutto dell’ignoranza e delle strumentalizzazioni.

Vista la natura del messaggio che lo spettacolo intende promuovere abbiamo richiesto la collaborazione dell’associazione Almateatro di Torino che vanta una lunga e seria esperienza nel campo teatrale e sul tema dell’emigrazione e dell’Amministrazione comunale di Peveragno, il paese natale del maggiore Toselli, sul cui territorio gli sono stati dedicati un monumento e un museo.

Lo spettacolo è a ingresso libero e gratuito (fino ad esaurimento dei posti) e verrà replicato il 21 luglio a Cuneo ospite del Festival Zoè in città. (Info al 334.8966480)