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Costigliole d’Asti: “Vivere l’interdipendenza” apre l’orto alla comunità, per rigenerare terra e persone

A Costigliole d’Asti ogni venerdì laboratori, proposte educative e passeggiate agricole. L'associazione Zen Bodai Dojo avvia un orto agro-ecologico e rigenerativo

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Essere una cosa sola con la natura per il ripristino della biodiversità: è questa la rigenerazione ambientale, sociale ed economica, cuore del progetto “Vivere l’interdipendenza”. Tra Alba e Asti, a cavallo fra l’estremità delle Langhe e le prime colline del Monferrato, l’associazione buddhista Zen Bodai Dojo sta trasformando in un eco-parco sostenibile un’area di 6 ettari nel Comune di Costigliole d’Asti (AT), in una posizione panoramica e silenziosa con vista sulle Alpi.

Il progetto, sostenuto dall’8xmille di Unione Buddhista Italiana, prevede la creazione di un grande orto di agricoltura rigenerativa su terrazzamenti con una superficie di 3mila metri quadrati, un frutteto, già attivo, di alberi da frutto autoctoni che non necessitano di pesticidi, una food forest (frutteto boschivo) con specie mellifere e tartufigene di nuova piantumazione, l’avvio di un’attività di apicoltura, con l’arrivo di tre nuove famiglie di api, oltre alla costruzione del tempio Centro Zen Gyogenji, luogo di pratica meditativa progettato in bio-architettura.

Nei mesi estivi, tutti i venerdì pomeriggio, l’orto viene aperto all’esterno a chiunque desideri cimentarsi nel lavoro contadino con le mani nella terra, grazie a laboratori, proposte educative e passeggiate che promuovono il senso di appartenenza alla natura, la responsabilità e l’interconnessione come valori fondamentali. Per informazioni, è possibile contattare direttamente i responsabili del progetto: dojo@bodai.it – 333-1914504.
Spiega la guida spirituale del Centro Zen Bodai Dojo di Alba, Maestro Beppe Mokuza Signoritti: “Per la nostra comunità, l’orto ha un ruolo fondamentale: oltre a fornire sostentamento per i monaci, è il luogo simbolo e concreto di condivisione della pratica, di ritorno alla natura e di interdipendenza con l’ecosistema. Per questo organizziamo le giornate di lavoro nell’orto aperte a tutti: crediamo che il contatto con la terra generi benessere e sia un tempo dedicato alla natura e agli altri. Coltiviamo con spirito di non profitto e con animo aperto e generoso”.

Il progetto “Vivere l’interdipendenza” mira a creare un punto di incontro tra le comunità e i cittadini dei paesi limitrofi e un polo di attrazione per persone provenienti da tutta l’Europa, di credo e culture differenti, che desiderano sperimentare un nuovo approccio del vivere “con e nella natura”, valorizzando una maggiore consapevolezza del ruolo dell’individuo nella costruzione di una società più sostenibile.

Le finalità del progetto sono coerenti con l’Agenda Ecologia di Unione Buddhista Italiana: un bio-distretto dove poter praticare l’agro-ecologia, al fine di “coltivare una risposta buddhista alla crisi ecologica e contribuire all’attivazione di un cambiamento radicale nel nostro pensiero”. Una prospettiva che intende legittimare gli ecosistemi come soggetti di diritto, che si spende contro lo sfruttamento della terra e si propone di far crescere una comunità fondata sulle relazioni ecologiche e il rispetto di tutti gli esseri senzienti.

A maggio sono state piantate nell’orto 700 piantine di pomodori, 50 chilogrammi di patate e seminato angurie, meloni, zucche, attingendo da una banca dei semi biologici. Il frutteto – iniziativa che mira anche a mitigare gli impatti negativi della monocoltura vitivinicola sul territorio – comprende piante di kiwi, melograni, fichi, susine, mele, pere, cachi, nespole, albicocche, ciliegie.

Il progetto punta anche a creare in futuro nuovi posti di lavoro legati all’ecoturismo, all’agricoltura sostenibile e all’educazione ambientale.

Il progetto Vivere l’interdipendenza è realizzato grazie all’8xmille di Unione Buddhista Italiana.