Giulia Marro commenta i fatti legati alle vetrine spaccate durante la notte in via Roma a Cuneo

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Riceviamo e pubblichiamo

“Questa situazione è una bomba sociale a orologeria e qualcuno si farà giustizia da solo”: questo è uno dei commenti apparsi sui social in risposta all’ennesimo articolo su delle vetrine spaccate durante la notte in via Roma a Cuneo.

Sono certamente fatti molto spiacevoli, che però non possono essere evitati solo con telecamere e passaggi più frequenti delle forze dell’ordine. C’è urgente bisogno di prevenzione, di dialogo con queste persone che si trovano sempre di più ai margini e senza niente da perdere. La maggior parte di loro si trova in una situazione legale senza una via di uscita, con percorsi migratori senza più una direzione – anche a causa degli ultimi decreti che insistono ancora a considerare la migrazione un’emergenza. Diversi fattori che si accavallano e che mettono in pericolo il rispetto del patto sociale, che avrebbe la forza di tenere le persone legate al territorio in cui si trovano, generando senso di comunità. Invece attualmente sono sempre di più le persone che tentano di colmare il vuoto esistenziale, le ore di inerzia totale, stordendosi con le sostanze che trovano a bassissimo prezzo, e/o cercando di sopravvivere tramite atti di microcriminalità.

A Cuneo mancano servizi a bassa soglia di riduzione del danno, ovvero servizi che vadano in strada insieme a mediatori culturali e operatori di strada. Come raccontava l’ex direttore del SERD Alberto Arnaudo in un’intervista comparsa su La Stampa: “non si tratta solo di una questione di ordine pubblico, ma di un complesso nodo di carattere sociale. Perché si sta letteralmente lasciando per terra gli ultimi – italiani o stranieri che siano – come sintomo più evidente di un male che è però di tutta la società”. Se in strada non si attivano percorsi sociali paralleli ai percorsi repressivi si finisce per continuare a spostare il problema da un quartiere all’altro, come è avvenuto dal quadrilatero della Stazione di Cuneo a piazza Boves negli ultimi mesi.

La nostra candidatura alle elezioni Regionali per Alleanza Verdi Sinistra e Possibile, emozioni forti e alle semplificazioni estreme che siamo soliti ascoltare quando si inneggia alla sicurezza. C’è bisogno di un cambio di rotta, che coinvolga le decisioni su “dove dirottare i soldi pubblici”. Come scrive Wolf Bukowski, autore del libro L’educazione degli oppressi: «Si difende l’idea che i rapporti sociali siano immodificabili, che i soldi debbano stare dove sono e che da lì non sia possibile prelevarli. Ovviamente, non potendo prendere là dove sono, questo frame astratto produce il fatto concreto che nelle casse pubbliche non ci siano i soldi. Il contrario di questo frame non è ovviamente fingere che i soldi, nella situazione data, ci siano, e neppure il frignare per ottenerne un poco di più, ma invece ribaltare il rapporto tra cornice e contenuto. La cornice non sarà quindi più il “non ci sono i soldi” ma “il welfare è irrinunciabile”. Un’affermazione da cui discende una politica di prelievo di risorse, da reperire là dove si trovano e cioè nelle tasche dei ricchi, fino a quando non si ritenga il welfare adeguato a rispondere a tutti i bisogni sociali».

Giulia Marro e Marco Giusta – Candidati per le Elezioni Regionali in Piemonte per Alleanza Verdi e Sinistra, per Gianna Pentenero Presidente