In Francia l’appuntamento elettorale europeo ha provocato un terremoto politico, in Germania come in altre arene politiche continentali il ruolo della destra ne è uscito rafforzato. Ma come già pronosticato da commentatori e sondaggisti, gli equilibri al vertice non cambieranno più di tanto, se è vero che la maggioranza uscente, la cosiddetta “maggioranza Ursula”, composta dalle forze europeiste (Ppe con S&D eRenew), risulta ancora saldamente al comando dei 720 eletti nei 27 Stati membri dell’Unione. La presidente uscente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, rappresentante del Ppe ha commentato a caldo, dopo le prime proiezioni che davano il Partito popolare europeo in testa: «Noi tutti vogliamo un’Europa forte e capace. In questi tempi turbolenti, abbiamo bisogno di continuità. Vogliamo proseguire sulla strada con tutti coloro che sono pro-Europa, pro-Ucraina e pro-Stato di diritto».
In attesa di capire quale eredità può lasciare questa tornata elettorale sul nuovo Parlamento europeo, spicca il dato che riguarda Giovanni Crosetto, che lunedì sera dopo lo spoglio è risultato essere l’unico rappresentante piemontese che sarà chiamato a sedersi nell’aula di Bruxelles. Ha raccolto quasi 34mila voti di preferenza nella circoscrizione Nord Ovest, di cui 19.643 in Piemonte e 5.795 in provincia di Cuneo. È stato il quarto candidato più votato nel partito di Giorgia Meloni nella circoscrizione Nord Ovest in cui Fdi potrebbe mandare 7 nomi a Bruxelles.
La cuneese Federica Barbero, che ha ottenuto 3.548 preferenze in provincia di Cuneo, non è riuscita a ottenere il suo pass per l’Europa.
Gianna Gancia è risultata decima nella classifica nella Lega (dove al primo posto si è piazzato, come era prevedibile, il generale Vannacci) e la sua rielezione appare al momento improbabile. la cuneese Laura Menardi di Forza Italia è invece risultata ultima nella lista FI nel Nord Ovest.
Ma si prevedono sviluppi e aggiustamenti. Ad esempio per quanto riguarda l’imprenditore Paolo Damilano, già candidato a sindaco di Torino e leader di “Torino bellissima”, che per l’Europa correva con Forza Italia. È arrivato quarto con 12.500 preferenze. Davanti a lui il leader degli azzurri Antonio Tajani (107.014), Letizia Moratti (41.903) e Massimiliano Salini (36.587). Ma visto che il ministro Tajani dovrebbe con ogni probabilità rinunciare al suo ruolo nell’Europarlamento, rimanendo al governo, così come l’ex sindaco di Milano, Moratti, potrebbe tornare al governo, lasciando così il suo posto in Europa, ecco che a quel punto subentrerebbe il quarto in graduatoria. Ovvero proprio Paolo Damilano. Uno scenario complesso, ma non certo irrealistico. Nei prossimi mesi potrebbe definirsi. L’imprenditore dei vini e dell’acqua Valmora, dopo i complimenti a Moratti e Salini, intanto ha commentato: «A loro auguro buon lavoro e spero vorranno considerarsi interpreti di quella agenzia del territorio – un collegamento permanente tra Bruxelles e le istanze di tutte le regioni del nord-ovest – di cui ho spesso parlato in campagna elettorale». E ancora: «La competizione con gli amici lombardi era notoriamente difficile, vista la dimensione del bacino elettorale – ha sottolineato il patron del Barolo, aggiungendo: «Tuttavia siamo riusciti nell’impresa di piazzare il Piemonte in quarta posizione».
Fuori dai giochi europei Claudia Porchietto, sempre nella lista degli azzurri, con 6mila voti. Con lei anche l’ex presidente della Regione Piemonte, il leghista Roberto Cota, con 3.800 voti. Non vengono rieletti i due europarlamentari della Lega Alessandro Panza, 9.200 voti raccolti e Gianna Gancia, 8.500, al nono e decimo posto nella graduatoria del partito nella circoscrizione Nord Ovest.
Per quanto riguarda il centrosinistra non entrano nell’europarlamento Davide Mattiello, Pd, che ha raccolto 10.579 preferenze, Antonella Parigi, 10.145 voti e Luca Jahier che di preferenze ne ha raccolte 7.191. Infine si ferma a quota 5.753 anche l’ex capogruppo regionale del Movimento 5 Stelle, Sean Sacco.
«Un mandato importante dal territorio, mio zio sempre una guida per me»
Oltre 33mila voti: è un dato di grande sostanza per Giovanni Crosetto che è stato eletto al parlamento europeo nella circoscrizione Nord Ovest dopo le consultazioni dell’ultimo weekend. Lui e solo lui (almeno in base al responso delle urne e prima del gioco di incastri). Lui che porta un cognome politicamente già affermato, essendo il nipote di Guido Crosetto, cofondatore di Fratelli d’Italia e ministro della Difesa nel governo Meloni. I due non hanno mai nascosto il legame di parentela ma soprattutto i buoni rapporti che li uniscono. Come ha spiegato spesso Giovanni Crosetto: «Con mio zio c’è sempre stato un legame che posso tranquillamente definire paterno. Lui per me è un maestro, mi dà consigli e mi indica qual è la strada da seguire». Cuneese di Savigliano trapiantato a Torino, 33 anni, laureato in Economia, fa parte della famiglia di costruttori di rimorchi agricoli con base a Marene, proprio dove l’illustre zio ha cominciato a costruire la sua carriera politica partendo dal vertice del Comune. L’approdo in politica di Giovanni risale a tre anni fa nel consiglio comunale di Torino con il ruolo di capogruppo di Fratelli d’Italia, ma questa alle Europee è stata la prima uscita in prima persona: «Da un lato – ha dichiarato nei giorni scorsi – è un onore raccogliere l’eredità di famiglia, dall’altro un onere perché sento gli occhi puntati addosso: sto lavorando il doppio per raggiungere un buon risultato e non deludere le aspettative». E in vista dei prossimi impegni operativi: «Con la stessa serietà e dedizione intendo rappresentare Liguria, Valle D’Aosta e Lombardia, regioni dalle quali ho ricevuto un mandato altrettanto importante. Sarà mio compito portare avanti gli interessi del nostro territorio e creare le condizioni per affrontare le sfide globali che ci aspettano».
La sua posizione politica è nota: si è mostrato molto critico nei confronti del generale Vannacci e dei nostalgici di destra (dopo i fatti di Acca Larentia), oltre che contrario alla carne sintetica, in linea con il ministro Francesco Lollobrigida.