«Visto dai trampoli il futuro è tutto di bimbi e ragazzi»

Fausto Torchio e la Familupi’s di Alba: «Laboratori di acrobatica per crescere assieme ai giovani»

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Si definiscono «liberi, solidali, strabilianti». Vedono il mondo da alture e prospettive particolari, lo riempiono di colori, di movimento e di spensieratezza. Sono i componenti dell’associazione Fa­mi­lupi’s di Alba, che da più di 30 anni, frequenta e condivide il mondo dell’acrobatica sui trampoli e della giocoleria. Fausto Tor­chio è uno dei fondatori, la memoria storica, ma preferisce parlare e poco e cita spesso il «gruppo che prevale sul singolo e che deve muoversi come un corpo solo».

Vi siete esibiti al Carnevale di Venezia.

«Abbiamo ottenuto una grande vetrina e un riconoscimento importante per il nostro lavoro e soprattutto per l’impegno dei nostri ragazzi. Siamo stati a Santhià, Chia­vari, Cherasco, ma i risultati fanno parte di un progetto di avvicinamento alle scuole e alle nuove generazioni».

Un progetto ambizioso.
«La nostra idea è quella di organizzare dei laboratori per bambini e ragazzi dalla quinta elementare in su. C’è una duplice finalità, da un lato dare un ricambio generazionale all’associazione. Abbia­mo un’età media di 30 anni e dobbiamo pensare al futuro, a forze fresche, al nuovo. E la seconda finalità riguarda dare un’occasione di svago e di crescita a un bacino che non è sempre considerato adeguatamente».

Siete partiti da Mango.
«Abbiamo avviato con successo un laboratorio settimanale di teatro di strada e trampoli, aperto agli studenti delle scuole elementari, medie e superiori. Il progetto ha suscitato un forte interesse tra i giovani, con circa 15 ragazzi e ragazze che si sono entusiasticamente uniti alle attività proposte».

Il vostro obiettivo primario è quello di farli crescere da diversi punti di vista.
«Il corso settimanale di teatro di strada e trampoli rappresenta un impegno concreto dell’associazione. Mettiamo a disposizione attrezzature e competenze professionali per arricchire l’esperienza dei giovani partecipanti. Una de­ci­na di ragazzi e ragazze si sono uniti con fervore alle attività proposte, dimostrando un forte interesse. L’obi­ettivo del progetto è sviluppare non solo abilità fisiche, ma anche competenze cognitive e sociali. Per fare questo, l’acrobatica sui trampoli, l’improvvisazione teatrale, la recitazione e la giocoleria diventano strumenti fondamentali e portano risultati. Durante le esibizioni nei vari Carnevali i ragazzi hanno lasciato il pubblico senza parole per il loro talento e la loro abilità».

Cosa si può imparare da questo?
«Che le motivazioni e l’entusiasmo fanno la differenza, che i giovani devono solo trovare le occasioni per esprimersi e per sentirsi parte di un progetto. Ho assistito a una crescita organizzativa e umana non indifferente: all’inizio diversi bambini dimenticavano perfino di portarsi lo zaino. Poco tempo dopo erano autonomi, concentrati e in grado di cavarsela da soli. E aggiungerei un altro aspetto».

Prego.

«Che la volontà condivisa rende le cose molto più semplici. Con il vicesindaco di Mango Damiano Ferrero è bastata una stretta di mano perché ha da subito creduto nel valore del progetto, concedendo gli spazi della palestra comunale per le lezioni».

Facciamo un passo indietro, quando esattamente è co­minciato tutto?
«La nostra passione ha avuto origine nel 1989, dopo aver frequentato un corso di acrobatica sui trampoli. In quel periodo, provenivamo dal quartiere di Santa Margherita di Alba, un centro aggregativo che includeva l’oratorio e l’Estate Ragazzi. In pochi anni, abbiamo deciso di fondare un’associazione specializzata in spettacoli acrobatici e giocoleria. Siamo stati motivati dalla volontà di metterci in gioco e avevamo a disposizione sei persone. Abbiamo avuto l’opportunità di esibirci in tutto il territorio italiano, con circa quaranta spettacoli all’anno. Questa attività è proseguita per circa vent’anni».

Ne parla come un momento irripetibile.
«In quegli anni, eravamo entusiasti, pieni di energia e abbiamo trovato un terreno fertile per esprimerci. Con il passare del tempo, però, non si è verificato un ricambio generazionale e organizzare eventi è diventato sempre più difficile, anche a causa di questioni burocratiche e di sicurezza. Attual­mente siamo una ventina di soci stabili, ma il numero aumenta grazie ai corsi di giocoleria e teatro che offriamo durante l’anno. Inoltre, c’è un costante scambio e condivisione con altre realtà del territorio, poiché desideriamo continuare a essere un punto di riferimento».

Ora è iniziata la “fase zero”.

«Come dicevo prima vorremmo puntare sui giovani, dar loro una possibilità di divertimento e crescita. Nei paesini non è sempre facile trovare delle valvole di sfogo o dei momenti di aggregazione. Ci piacerebbe dialogare con altre realtà simili del territorio e creare grandi rassegne».

Come il vostro Festival “Ar­tisti al lavoro”.
«Si tratta di un insieme di spettacoli, eventi ed emozioni, caratterizzati da movimenti e suoni che animano le piazze e le strade del centro storico di Alba a giugno. Questo scenario è magico e suggestivo, e i trampolieri sono tra i protagonisti principali, aggiungendo un tocco di fascino e meraviglia all’atmosfera. Ci piacerebbe che diventasse ancora più grande, partecipato e con tante proposte frutto di scambio, di dialogo e di un progetto comune che guarda al futuro».

In tema di futuro, che progetti avete in cantiere?

«Vorremo organizzare uno spettacolo per autofinanziarci e trovare dei fondi per dare attuazione alle nostre idee. La priorità è quella di fare in modo che l’associazione cresca e abbia un futuro. Ho 50 anni, non posso più fare tutte le uscite che vorrei, poi la schiena me la fa pagare».