Mercoledì 12 giugno due giovani esemplari di camoscio sono stati liberati in alta valle Varaita dopo un periodo nel quale sono stati in cura al Centro Recupero Animali Selvatici di Bernezzo.
La liberazione è avvenuta ad opera del Parco del Monviso, con la collaborazione di personale del CRAS di Bernezzo e dell’ASL CN1. Il rilascio è avvenuto nel Parco naturale del Monviso e alla liberazione era presente anche il presidente dell’ente, Dario Miretti. Uno dei due animali, una femmina, era stata ritrovata in valle in condizioni critiche un anno fa ad appena una settimana di vita e salvata da morte certa.
Bibi, così è stata chiamata dal personale veterinario che l’ha curata durante i mesi trascorsi al CRAS, era stata recuperata da personale dell’Unità Operativa Territoriale di Verzuolo della Struttura Complessa Sanità Animale dell’ASL CN1, con il supporto di colleghi del Presidio Multinazionale di Polizia e Profilassi Veterinaria di Cuneo, dopo una segnalazione pervenuta da due escursionisti che l’avevano vista da sola, probabilmente abbandonata dalla madre per via della sua situazione di salute non ottimale. Il personale veterinario ne aveva subito constatato la condizione di grave disidratazione e disposto il trasferimento nella struttura di Bernezzo, dove all’animale è stata riscontrata anche una seria infezione polmonare. Dopo circa tre mesi in cui è rimasto in condizioni critiche ed è stato soggetto a ricorrenti crisi respiratorie, il camoscio si è gradualmente ripreso, iniziando ad alimentarsi in autonomia. Ora che è stata dichiarata fuori pericolo, Bibi ha potuto tornare in natura tra i suoi simili.
Lo ha fatto, insieme ad un’altra femmina di un anno di età recuperata lunedì 10 giugno in un cortile privato nel Comune di Borgo San Dalmazzo e di cui è stato constatato al CRAS di Bernezzo il buono stato di salute, in un luogo ricco di pascoli noto ai guardiaparco del Parco del Monviso per essere utilizzato dai camosci come “nursery”: in questo periodo dell’anno le madri vi si radunano con i piccoli appena nati per gestirli più facilmente insieme; nei pressi è nota inoltre la presenza di un numero consistente di esemplari di un anno, che formano gruppi di coetanei che poi si allontanano gradualmente. Si tratta quindi di un sito più che adatto per il rilascio dei due animali, in particolare di Bibi che dovrà necessariamente prendere confidenza sia con i suoi simili che con la vita in un ambiente selvatico e non protetto come quello dove ha trascorso gli ultimi mesi. Il periodo dell’anno in cui avviene il rilascio è allo stesso modo molto idoneo: il ricaccio vegetativo in corso garantisce fonti di approvvigionamento di cibo e la presenza di altri animali della sua specie nei dintorni garantirà a Bibi la possibilità di essere facilitata nella conoscenza del territorio e di ambientarvisi nei mesi della stagione calda, per essere poi pronta a superare il prossimo inverno.
Il rilascio di questi animali è avvenuto grazie alla concreta collaborazione tra diversi enti che si occupano a vario titolo della tutela e della conservazione della biodiversità in provincia di Cuneo, primo fra tutti il Parco del Monviso che a ciò è istituzionalmente deputato.