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«Festa collettiva anche nelle langhe sarà spettacolo»

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«L’ho visto anche al Giro: quando si coinvolge la cittadinanza già nei giorni prima della corsa, il territorio risponde benissimo alla gara e si lascia trasportare in un’atmosfera che solo le grandi gare ciclistiche sanno regalare». Giada Borgato guarda con entusiasmo ai tanti progetti e alle manifestazioni che i Comuni delle Langhe hanno organizzato in vista della tappa del Tour de France di lunedì 1° luglio. Molti altri sono in programma nei prossimi giorni, a concludere un calendario di eventi iniziato più di due mesi fa, che raggiungerà il culmine proprio con il transito della carovana e dei ciclisti tra le colline del Cuneese. 35 anni, titolo nazionale in linea su strada conquistato nel 2012, ciclista attiva tra le Elite dal 2008 al 2014, Borgato commenta dall’anno scorso il Giro d’Italia in sella alla moto-cronaca, percorrendo tutte le tappe accanto al gruppo. È la prima donna, nella storia della televisione italiana, a svolgere questo ruolo. Nei giorni scorsi, ha pedalato sulle strade francesi per registrare le clip di presentazione delle tappe nella seconda metà del Tour, che andranno in onda sulla Rai a margine delle telecronache. «Non ho percorso le tappe italiane (le prime tre e la partenza della quarta: Firenze-Rimini 29 giugno; Cesena­tico-Bologna 30; Piacenza-Torino, passando per le Langhe, 1° luglio; Pinerolo-Valloire 2, ndr), ma non ci sono dubbi che regaleranno grande spettacolo. Permetto­no a tutti noi di sentire questa edizione della corsa gialla un po’ più vicina».

Borgato, cosa si aspetta dalla frazione che attraverserà le Langhe nel decimo anno dal riconoscimento Unesco per il territorio patrimonio dell’umanità?
«Sarà sicuramente una festa collettiva. È un’occasione importante e speciale per tutti: il territorio potrà valorizzarsi, il movimento ciclistico potrà promuoversi e fare conoscere le proprie attività e i propri valori. A livello tecnico, poi, la terza tappa è una frazione molto interessante: la lunghezza (233 chilometri, la più lunga di tutta la corsa, ndr) e l’altimetria (quasi tutta in pianura, ndr) la rendono la prima adatta ai velocisti».

Sul traguardo di Torino si aspettano tutti una volata.
«Fino all’ultimo non si può averne la certezza, ma probabilmente sarà così. Le dinamiche per “lanciarla” potrebbero entrare nel vivo proprio nelle Langhe. Una corsa emozionante, da non perdere».

Chi vede come favorito nello sprint finale?
«Jasper Philipsen ha tutte le carte in regola per fare bene in un percorso come quello della Piacenza-Torino. Ma mancano ancora diversi giorni al “via” e bisognerà capire le condizioni sue e di tutto il resto del gruppo. Anche all’ultimo Giro d’Italia, tanti velocisti ci hanno fatto emozionare. Tra loro, penso so­prattutto all’italiano Jonathan Milan e alle sue meravigliose vittorie di tappa».

Per la classifica generale, però, al Giro ha dominato lo sloveno Tadej Pogacar. Ha indossato la Maglia Rosa 20 giorni su 21 e conquistato la corsa quasi senza rivali. Ora punta a doppiare il successo al Tour. Resta lui il grande favorito per la vittoria finale?
«Pogacar ha dimostrato di essere in ottime condizioni. È un fuoriclasse, ma non può dare niente per scontato. Al Tour dovrà vedersela con tutti i “big” internazionali: Primoz Roglic, Remco Evene­poel, Mathieu van del Poel. Speriamo davvero che ci sia anche Jonas Vingegaard, dopo il grave infortunio che ha subìto. Vederli dare il massimo per la Maglia Gialla sarà uno spettacolo».

Borgato, in questi giorni sta percorrendo le strade francesi che ospiteranno le ultime tappe. Che clima si respira, in attesa della corsa?
«È meraviglioso. Qui, anche i paesi più piccoli sono già in fermento e addobbati di giallo. Per tutti il Tour è un evento, che coinvolge l’intera cittadinanza e diventa occasione per fare festa e celebrare un appuntamento storico. Mi fa piacere sapere che, sempre di più, anche in Italia si sta lavorando in questo modo. Io sono di un piccolo paese del Veneto (Legnaro, ndr), dove quest’anno è passato il Giro. C’è stata una grande festa collettiva che ha coinvolto tutti, è stata emozionante».

Anche i Comuni delle Langhe si stanno organizzando da mesi per essere pronti al passaggio e coinvolgere la cittadinanza.
«È un’ottima notizia. Per­metterà a tutti noi italiani di poter considerare il Tour una corsa un po’ più vicina a noi. È la gara più importante sulla scena internazionale, non c’è nulla di paragonabile».

Lei come la seguirà?
«Mi dividerò tra il Tour e il Giro d’Italia femminile, che si corre negli stessi giorni».

Qual è un suo ricordo d’infanzia legato alla corsa gialla?
«Sono cresciuta a pane e ciclismo sin dai primi anni. Ri­cordo le estati di quando ero piccola. Ero in giro con i miei amichetti, poi a una certa ora dovevo rientrare a casa per vedere gli ultimi chilometri e l’arrivo. Questi sono i miei primi ricordi, l’inizio di una passione che è diventata lavoro e ancora oggi resta al centro delle mie giornate e delle mie attività».

Articolo a cura di Luca Ronco

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