Le 22 squadre sotto lo striscione della partenza

Centosettantasei corridori si apprestano a colorare le strade di Francia, ciascuno con le proprie caratteristiche e con i propri obiettivi. Ma con un comune denominatore: la voglia di stupire

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Ad animare il Tour de France 2024 saranno centosettantasei corridori suddivisi nelle ventidue ca­noniche squadre previste dall’attuale regolamento Uci per le tre grandi corse a tappe. Diciotto formazioni appartengono al circuito World Tour e partecipano di diritto alla competizione, mentre le altre quattro provengono invece dal mondo Profes­sional. Due di queste (Lotto Dstny e Israel Premier Tech) voleranno in Francia grazie ai risultati conseguiti nel 2023, le altre due (Total Energies e Uno-X Mobility) per effetto dell’invito degli organizzatori della Grande Boucle.
Le ventidue compagini al via rappresenteranno tredici di­versi paesi: la Francia farà la parte del leone con ben cinque squadre ai nastri di partenza, seguita a ruota dal Belgio con quattro, da Paesi Bassi e Stati Uniti con due e da una schiera di nove nazioni (Australia, Bahrain, Emi­rati Arabi Uniti, Germania, Gran Bretagna, Israele, Ka­zakistan, Norvegia e Spagna) ferme a quota uno. I team che suscitano maggiore interesse sono sicuramente Uae Team Emirates e Visma-Le­ase A Bike. Nella formazione emiratina, numero 1 nel ranking Uci 2023, tutto ruota intorno al fenomeno sloveno Tadej Pogacar che andrà a caccia della storia (doppietta Giro-Tour) supportato da elementi di notevole spessore come lo spagnolo Juan Ayuso, il britannico Adam Yates – terzo classificato nel 2023 – e il portoghese Joao Almeida, con gli ultimi due apparsi in grande spolvero al recente Giro di Svizzera. I tre corridori avrebbero i mezzi tecnici per puntare anche al colpo grosso ma ovviamente offriranno totale appoggio al proprio capitano, facendosi comunque trovare pronti in caso di imprevisti. Dopo un inizio di stagione caratterizzato da tante cadute e brutti infortuni, in totale controtendenza rispetto ad un 2023 magico, in cui sono stati conquistati tutti e tre i grandi giri, la compagine olandese giungerà invece al Tour con tanti punti di domanda.
Il campione in carica, il danese Jonas Vingegaard, sarà al via? Quali saranno le sue condizioni fisiche? In attesa di risposte definitive, si spera positive per lo spettacolo dell’evento, occhio alla freschezza e alla voglia di stupire di Matteo Jorgenson. Lo statunitense, trionfatore alla Pa­rigi-Nizza e ottimo secondo al più recente Giro del Delfi­nato, sembra pronto per spiccare il volo e arriverà all’appuntamento in migliori condizioni rispetto al re della Vuelta dello scorso anno, il connazionale Sepp Kuss, e al belga Wout Van Aert, la cui presenza in Francia è ancora da stabilire con certezza. Nella Bora-Hansgrohe, che nel­la corsa francese debutterà come Red Bull Bora-Han­sgrohe, tra le cui file milita l’al­bese Matteo Sobrero, le ambizioni da vertice dello sloveno Primoz Roglic, reduce dal trionfo al Delfinato, saranno supportate in particolare dagli acuti e dalla classe dell’australiano Jay Hindley, vincitore del Giro d’Italia 2022, e del russo Alexander Vlasov.
Discorso per certi versi simile in casa Soudal Quick-Step, dove desta molta curiosità il debutto di Remco Evenepo­el. Dopo la vittoria nella Vuelta del 2022, il giovane belga sarà chiamato ad inseguire la maglia gialla con il prezioso sostegno di un uomo di grande esperienza co­me lo spagnolo Mikel Lan­da, che in quattro delle ultime cinque partecipazioni al Tour ha chiuso in top10. Grandi attese e aspettative sono riposte su un altro top team del circuito, la Ineos Grenadiers. Le chiavi del co­mando della compagine britannica saranno affidate allo spagnolo emergente Carlos Ro­driguez, ottimo quinto nella scorsa edizione, che po­trà contare anche sull’aiuto di Egan Bernal e Geraint Thomas. Il colombiano sta pian piano ritrovando fiducia dopo il terribile incidente pa­tito qualche anno fa; il gallese, dal canto suo, come dimostrato anche al Giro d’Italia, è uomo di esperienza che può sempre estrarre dal cilindro qualcosa di importante. Stes­se caratteristiche che possono ritrovarsi anche nel britannico Tom Pidcock e nel polacco Michal Kwiatkow­ski. Formazione di alto profilo anche per la Lidl-Trek di Giulio Ciccone, maglia a pois nell’edizione 2023, che potrebbe dare filo da torcere anche grazie alla classe del britannico Tao Geoghegan-Hart e del danese Mads Pe­dersen, campione del mon­do nel 2019, che rientra nella ristretta cerchia dei corridori con almeno un successo di tappa nei tre grandi giri. Altrettanto determinato a lasciare il segno sarà anche il team Alpecin-Deceuninck. Per farlo, confiderà soprattutto sul vincitore della Milano-Sanremo, il belga Jasper Phi­lipsen, che nel Tour 2023 conquistò 4 vittorie di tappa e la maglia verde di leader della classifica a punti, ma anche sulle straordinarie abilità del campione del mon­do in carica, l’olandese Ma­thieu van der Poel, e su quelle da fuggitivo del danese Soren Kragh Andersen. Sarà ricco di talento e di flessibilità tecnica anche il Team Jayco-AlUla. In termini di classifica generale la compagine australiana cercherà di dare continuità ai propri ri­sultati con il britannico Si­mon Yates, piazzatosi quar­to nella scorsa edizione, men­tre per quanto riguarda i singoli acuti cercherà la gloria con il velocista australiano Michael Matthews e con quello olandese Dylan Gro­enewegen, già vincitori rispettivamente in carriera di quattro e cinque tappe al To­ur. A proposito di sprint, è as­solutamente inevitabile citare poi uno dei re della specialità, il britannico Mark Ca­vendish, che con un singolo successo di tappa potrebbe diventare il più vincente di sempre nella Grande Boucle. A sostenere il sogno del capitano dell’Astana Qazaqstan Team dovranno essere in particolare il danese Michael Morkov e il kazako Alekey Lutsenko, che pure non di­sdegna la possibilità di avanzare in classifica. Da questo punto di vista mireranno alle posizioni di vertice nella ge­nerale anche altre squadre, come la Movistar e la Bah­ra­in Victorious. La squadra spa­gnola ci proverà con lo scalatore iberico Enric Mas, già quinto nel 2020 e sesto nel 2021, mentre la formazione del Bahrain cercherà di farsi largo soprattutto con lo spagnolo Pello Bilbao, che avrà al suo fianco il giovane talento colombiano Santia­go Buitrago, lo sloveno Matej Mohoric, campione del mondo gravel nel 2023 e l’olandese Wout Poels. Cer­cheranno qualche guizzo an­che i team EF Education-Ea­sypost, Intermarché-Wanty e Dsm-Firmenich Postnl. La squadra statunitense si ap­poggerà soprattutto a Ri­chard Carapaz, corridore ecuadoriano, vincitore del Gi­ro d’Italia 2019, che al Tour inseguirà l’intrigante obiettivo – di difficile realizzazione – di diventare il primo campione olimpico in carica a conquistare la corsa. Anche la formazione belga cercherà a suo modo di fare la storia, provando ad accompagnare l’eritreo Biniam Girmay verso il tentativo di diventare il terzo cor­­ridore africano di tutti i tempi a conquistare una tappa al Tour. Meno ambiziosi, ma non per questo meno importanti, i propositi del te­am olandese, che farà leva so­prattutto sul velocista olandese Fabio Jakobsen e sugli scalatori francesi Warren Bar­guil e Romain Bardet per raggiungere un risultato soddisfacente. Saranno poi gli stessi padroni di casa, gli altri corridori francesi, a guidare le quattro formazioni transalpine del circuito World Tour, inseguendo con loro i rispettivi obiettivi. Le speranze principali del pubblico sono legate al nome di David Ga­udu, che dopo il quarto po­sto del 2022 e il nono del 2023 proverà a farsi carico – con il giovane Romain Gre­goire – dei sogni di gloria del team Groupama-FDJ.
A Guil­­laume Martin, ciclista-filosofo autore di diversi li­bri, piazzatosi decimo lo scorso anno e a Bryan Co­quard toccherà il compito di trascinare la Cofidis, mentre l’Arkéa-B&B Hotels punterà con decisione su Arnaud Dé­mare, già capace di vincere due tappe al Tour e otto al Giro, dato che lo rende il ci­clista francese più vincente nella storia della corsa rosa. La Decathlon AG2R La Mon­diale Team – tra le cui fila spicca anche l’austriaco Fe­lix Gall, ottavo lo scorso an­no – si affiderà invece a Vic­tor Lafay, che al Tour 2023 (in maglia Cofidis) piazzò un acuto nel corso della seconda tappa. Un pizzico di Francia caratterizzerà anche la corsa dei team Professional, in particolare della quinta squadra di casa, la TotalEnergies, guidata appunto dal transalpino Mathieu Burgaudeau. L’Uno-X Mobility si giocherà invece le sue carte con il norvegese Alexander Kristoff e il danese Magnus Cort; la Lotto Dstny lo farà con il terzetto belga composto da Arnaud De Lie, Maxim Van Gils e Victor Campenaerts, quest’ultimo vincitore del Premio della Combattività, assegnato ogni anno al corridore più generoso, al Tour 2023. Alla luce dell’ottimo inizio di stagione, in particolare del terzo posto ottenuto al Delfinato, saranno nelle mani del canadese Derek Gee, infine, le speranze del team Israel-Premier Tech. Dagli scalatori ai velocisti, dai passisti ai cronoman: le differenti qualità, le singole caratteristiche e le ambizioni di tutti i ventidue team e di tutti i centosettantasei corridori in gara sono destinate a regalare alla centoundicesima edizione della Grande Boucle emozioni e imprese degne della sua straordinaria storia.

Storia della maglia gialla e curiosità sulla bianca, verde e su quella a pois

La maglia gialla viene assegnata a chi guida la classifica del Tour de France tappa doppo tappa e che al termine si laurea campione. È il simbolo del primato, è la maglia indossata dal corridore leader della classifica generale.
Nonostante la prima edizione del Tour de France risalga al 1903, la maglia gialla fu introdotta ufficialmente soltanto nel 1919: il colore è ispirato alla tinta giallastra delle pagine del quotidiano sportivo “L’Auto”, organizzatore della corsa in quegli anni, un mezzo perfetto per fare pubblicità. Nel 2019 è stato festeggiato il centenario della maglia gialla e, per l’occasione, fu realizzata una serie speciale, con un esemplare distintivo per ciascuna tappa del Tour.
Quattro corridori hanno vinto il Tour de France in cinque occasioni, un record: sono Jacques Anquetil (1957, 1961, 1962, 1963, 1964), Eddy Merckx (1969, 1970, 1971, 1972, 1974), Bernard Hinault (1978, 1979, 1981, 1982, 1985) e Miguel Indurain (1991, 1992, 1993, 1994, 1995). La maglia bianca viene indossata dal miglior Under 25 nella classifica generale, quella verde indica il leader della classifica a punti, basata sui piazzamenti ottenuti nelle singole tappe. Quella a pois colpisce l’immaginario collettivo forse fin più della maglia gialla: viene assegnata al leader della classifica scalatori, soprannominato anche “King of the mountains”. Ogni Gpm del Tour de France mette in palio punti che variano a seconda della lunghezza e della difficoltà della salita: si va dai Gpm di 4a categoria (i più facili) fino alle vette Hors-Catégorie (HC), le scalate più dure.

L’ex campione Chris Froome punta tutto su Remco Evenepoel

L’ex campione Chris Froome punta su Remco Evenepoel. Tra i più attesi al via del prossimo Tour de France e al debutto alla Grande Boucle. Al Giro del Delfinato, il campione belga ha vinto la cronometro mostrando poi qualche cedimento sulle salite: secondo Froome, che di Tour de France se ne intende, Remco sarà uno dei grandi protagonisti della corsa francese.
«Remco è un fenomeno – ha dichiarato Froome a RTBF – i risultati che ha ottenuto finora sono davvero incredibili, e sono sicuro che in futuro farà molto di più. Al Delfinato ha dominato la cronometro, poi non evidentemente sulle salite non aveva le gambe migliori, ma certamente al Tour de France sarà un grande protagonista. Il Tour dura tre settimane, devi imparare a limitare i danni nelle giornate di difficoltà e guadagnare il più possibile quando stai bene. Ma non ho nessun consiglio da dare a Evenepoel, sta andando fortissimo». Pogacar, dunque, dovrà fare attenzione.

Articolo a cura di Domenico Abbondandolo