Nibali poi il nulla voglia di azzurro cinque anni dopo

Giulio Ciccone un anno fa ha conquistato la maglia da miglior scalatore. E per Matteo Sobrero l’aria di casa sarà uno stimolo

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Nel corso dell’ultracentenaria storia del Tour de France gli italiani hanno ottenuto 10 successi fi­nali e 41 podi complessivi, vinto 269 tappe – tenendo con­to anche delle cronometro a squadre -, si sono imposti 2 volte nella classifica a punti e in 13 occasioni hanno conquistato la speciale classifica riservata ai migliori scalatori. Se si esclude il prestigioso successo conseguito nella scorsa edizione da Giulio Ciccone, proprio nella classifica relativa ai gran premi della montagna, gli ultimi anni sono stati però decisamente avari di soddisfazioni per i colori azzurri.
L’ultimo italiano ad alzare le braccia al cielo è stato Vin­cenzo Nibali, che il 27 luglio 2019 – sul traguardo di Val Thorens – ha centrato quella che ad oggi rimane l’ultima vittoria di tappa del nostro mo­vimento. Da quel giorno sono passate 85 frazioni individuali senza successi: un di­giuno lunghissimo, addirittura il più lungo della storia, che fa invidia anche a precedenti fasi negative del nostro ciclismo. Quest’ultimo dato attesta inequivocabilmente come i fasti di un tempo siano decisamente lontani. In questo determinato periodo storico, la mancanza di una squadra italiana nel World Tour – il circuito mondiale di ciclismo su strada – sta pesando ed incidendo notevolmente sulle ambizioni e sui risultati ottenuti a livello internazionale dai nostri corridori. Da questo punto di vista, però, l’edizione 2024 del Tour potrebbe portare con sé una ventata d’ossigeno e spingere i ciclisti azzurri a dare qualcosa in più per risalire la china e ridare vigore alla tradizione sopracitata. Il trittico di tappe che vedrà per la prima volta la fase iniziale della Grande Boucle nel nostro Paese po­trebbe rappresentare senza dub­bio uno stimolo ulteriore, la molla giusta per spezzare il tabù e far sventolare con rinnovato orgoglio il tricolore sulle strade d’Oltralpe. A farsi carico di questo prestigioso obiettivo sarà un parterre di corridori piuttosto ristretto, in linea con quello delle ultime annate e con il minimo storico (solo 7 atleti in gara) toccato appena dodici mesi fa. Anche nella 111esima edizione della corsa francese, an­cora in attesa del quadro definitivo rispetto ai nomi degli atleti al via, il numero non dovrebbe discostarsi di molto rispetto a quello del 2023.
Le maggiori possibilità di ri­valsa azzurra ricadranno di certo sulle spalle dell’abruzzese Giulio Ciccone. Il portacolori della Lidl-Trek, costretto a saltare il Giro d’Italia per un problema fisico – una cisti perineale (nella zona del so­prassella) l’ha costretto all’ope­­razione e ad un mese e mez­zo di stop prima del buon rientro al Delfinato – ha sicuramente un rapporto particolare con la prestigiosa corsa a tappe transalpina. Nel 2019 il talento di Brecciarola (Chieti) è stato l’ultimo italiano a vestire la maglia gialla, mentre l’anno scorso, come già accennato in precedenza, ha conquistato l’ambitissima maglia a pois di miglior scalatore. Un traguardo a cui Ciccone guarda con rinnovato interesse anche quest’anno, con la volontà di abbinarlo alla conquista di un successo di tappa sfiorato più volte nel recente passato. Un vero e proprio chiodo fisso per un atleta che, seppur limitato da qualche intoppo di natura fisica, è da considerarsi tra i migliori del palcoscenico nazionale degli ultimi an­ni.
Il fatto di correre sulle strade di casa potrebbe regalare una spinta importante all’albese Matteo Sobrero che da que­st’anno difende i colori della Red Bull Bora-Hansgrohe. Il 26enne di Montelupo Albe­se, grande protagonista alla Milano-Sanremo (dodicesimo posto finale di grande sostanza nella Classicissima di primavera), sarà al debutto al Tour, una corsa da vivere soprattutto in appoggio a Pri­moz Roglic, capitano designato del team tedesco. Le tappe italiane, in principal modo la Piacenza-Torino che toccherà le sue terre d’origine, e le due cronometro – specialità in cui Sobrero si fa decisamente ap­prezzare – potrebbero però rap­presentare momenti propizi per regalarsi soddisfazioni da condividere anche con il gruppo di tifosi che accompagna sempre con grande calore le sue performance.
Grande voglia di rivincita sarà riversata sui pedali dal toscano Alberto Bettiol (Ef Edu­cation-EasyPost). Il trionfatore del Giro delle Fiandre 2019 sarà chiamato a scacciare la sfortuna che lo ha condizionato nei tempi recenti, cercando di far brillare di nuovo – specialmente nelle tappe con profilo da classica – quel fulgido talento che lo ha accompagnato anche nella meravigliosa ma poco fortunata fuga dello scorso appuntamento iridato di Glasgow. Fughe da sfruttare e un treno Cavendish da lanciare saranno alla base dell’operazione Tour del lombardo Davide Bal­lerini (Astana), che nel corso di qualche improvvisata da lontano potrebbe trovarsi anche la gradita compagnia del corregionale Stefano Ol­dani (Cofidis), pronto anch’ es­so a cogliere ogni occasione che la strada gli presenterà dinanzi.
La Grande Boucle del trentino Gianni Moscon (Sou­dal Qui­ck-Step) sarà riservata essenzialmente a supportare le ambizioni di classifica di Remco Evenepoel, quella del veneto Davide Formolo (Mo­vistar) ad aiutare la scalata verso la top five del suo capitano Enric Mas.
Se riuscirà a salire in corsa sul bus del team Arkea-B&B Hotels, il veneto Luca Moz­zato dovrà provare a far valere le sue indubbie qualità sia nelle volate di gruppo che in qualche arrivo ristretto. Il secondo posto ottenuto all’ultimo Giro delle Fiandre alle spalle dell’inarrivabile van der Poel è un ottimo biglietto da visita da mettere in valigia e presentare poi al momento opportuno.

Articolo a cura di Domenico Abbondandolo