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«Tra un anno a Torino le nostre eccellenze in vetrina mondiale»

Abbiamo intervistato Enrico Crippa dopo il viaggio a Las Vegas con Federico Ceretto per 50 Best Restaurants: «Premiato un periodo di grande lavoro assieme al mio team. L’ispirazione dei prodotti di Langhe e Roero è inesauribile. Sostenibilità? Non deve essere solo green ma anche etica»

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C’è una classifica che mette in fila i mi­gliori risto­ran­ti al mondo. Si chiama appunto 50 Best Restaurants e al di là del nome altisonante e ambizioso – ma anche al di là dei criteri che determinano i piazzamenti (molto legati alla visibilità social e non solo al merito) -, mai come quest’anno ci riguarda molto da vicino. Perché, se è vero che al primo posto della graduatoria si è piazzato un ristorante catalano e che nei primi 10 posti mancano nomi italiani, va detto però che l’unico a salire tra i locali nostrani è stato proprio l’albese Piazza Duo­mo della famiglia Ceretto (tre posizioni guadagnate, dalla 42 alla 39). Ma c’è dell’altro: l’evento 50 Best Restaurants, che quest’anno è stato ospitato nel suggestivo scenario di Las Vegas, nell’edizione del 2025 farà tappa a Torino. E questa notizia apre una prospettiva molto interessante per il mondo dell’enogastronomia italiana e, in particolare, piemontese. Ne abbiamo parlato con lo chef Enrico Crippa, di ritorno proprio dalla trasferta americana.

Chef, si aspettava il risultato della classifica Best 50?
«Ogni risultato in positivo fa piacere e quindi non posso che rallegrarmene. La classifica della 50 Best Restaurants ha una dinamica molto difficile da prevedere per noi – intendo per me e il mio team – ma è stata una bella soddisfazione che premia un anno di grandi lavori e impegni».

Cosa significa mantenere sempre alto il livello di un ristorante d’eccellenza come Piazza Duo­mo?
«Ho dedicato la mia vita alla ristorazione, fin da quando ero studente, poi con gli anni di gavetta dai grandi maestri della cucina. Il mio desiderio si è sempre rivolto a un’idea di cucina di grande qualità che sicuramente comporta grande lavoro e impegno ma porta a enormi soddisfazioni. Il mio impegno è di far uscire i nostri clienti con un sorriso e con il desiderio di tornare a trovarci per la proposta che gli abbiamo preparato nel piatto e per il servizio che quel piatto corredava».

Come riesce un locale diventato così internazionale a non perdere il legame con il territorio, quindi con Alba?
«Le Langhe e il Roero per i prodotti che propongono sono affascinanti e interessantissimi per un cuoco. L’offerta delle verdure e della frutta, dei formaggi, delle carni o delle numerose rarità come le nocciole, i funghi o il tartufo bianco sono letteralmente un parco giochi per chi ama cucinare. Difficile quindi non voler coinvolgere queste risorse per chi fa il mio lavoro».

Come descriverebbe l’esperienza di Las Vegas che ha appena vissuto assieme a Federico Ceretto?
«Ormai sono dieci anni che frequento la 50 Best Restaurants ma quest’anno aveva un valore aggiunto perché veniva annunciata la prossima edizione nel 2025 che si svolgerà a Torino. Un passaggio di testimone importante che ci vedrà in prima linea a raccontare il nostro paese e far conoscere ad un pubblico internazionale i nostri prodotti e i molti artigiani che lavorano per produrli».

In particolare, che cosa si aspetta?

«Mi aspetto che i moltissimi appassionati di cucina che seguono l’evento si innamorino ancora di più del nostro paese e della nostra regione».

A proposito, quanto potrà essere importante questo evento per l’enogastronomia del Piemonte?
«Per una settimana il gotha della gastronomia mondiale vivrà Torino e i suoi eventi, la regione e i suoi territori e le innumerevoli sfumature, ma sicuramente sarà una opportunità per percorrere il meglio delle eccellenze del Bel Paese».
È vero che si sta abbassando l’età media del fruitore della cucina di qualità?
«Si, i giovani sono più curiosi e informati. Sono anche più propensi al confronto e a chiedere, si tratta di un approccio lontano dalle generazioni precedenti».

È aumentata anche la sua consapevolezza (ad esempio per quanto riguarda la sostenibilità)?
«Tutti siamo diventati più attenti alla sostenibilità che per noi però non significa solo abbattere lo spreco di prodotto o l’uso di ingredienti certificati. È anche una sostenibilità morale nei confronti dei collaboratori, a loro cerchiamo di dare orari più gestibili e quindi, già solo per le aperture, abbiamo deciso di essere aperti da martedì a sabato. Oppure cerchiamo di dare casa a chi lavora con noi».

Altro evento internazionale in Piemonte dopo Atp finals di tennis ed Eurovision

Ad aggiudicarsi il titolo di miglior ristorante al mondo per il 2024, secondo la classifica di 50 Best Restaurants, è stato “Disfrutar”, il ristorante di Barcellona gestito dal magistrale trio di chef Oriol Castro, Eduard Xatruch e Mateu Casañas, nominato appunto The World’s Best Restaurant 2024. Nella classifica sponsorizzata da S.Pellegrino & Acqua Panna, ha preso il posto del vincitore 2023, il peruviano “Central” di Lima, incluso quest’anno nella hall of fame dei ristoranti Best of the Best.
Per quanto riguarda gli italiani, il “Lido 84” di Gardone Riviera (Brescia) guidato dallo chef Riccardo Camanini si è piazzato 12esimo dopo che nella scorsa annata era finito settimo. Niko Romito, con il “Reale”, guadagna la 19esima posizione, perdendone 3 rispetto al 2023. “Piazza Duomo” di Enrico Crippa si attesta invece al 39esimo posto (42esimo nel 2023), risalendo la classifica di 3 punti. Il Ristorante Uliassi di Mauro Uliassi (Senigallia, Ancona) è 50esimo.
Adesso però si apre un nuovo capitolo che porta a Torino la prossima edizione dell’evento. L’impulso iniziale del presidente della Regione Alberto Cirio ha permesso al Piemonte di conquistare un altro evento mondiale dopo le Atp Finals di tennis e il contest musicale Eurovision. Nel comitato promotore della The World’s 50 Best Restaurants a Torino c’è Federico Ceretto assieme allo chef Massimo Bottura (fuori dai giochi perché già vincitore della classifica e ora nella “hall of fame”, nel ruolo di comunicatore, e poi Roberta Garibaldi, volto istituzionale del turismo enogastronomico. Saranno 1.000 gli invitati che arriveranno a Torino tra maggio e giugno del prossimo anno. Intanto a Las Vegas, non è passato inosservato il pranzo che proprio Enrico Crippa ha cucinato a quattro mani con Theo Schönegger al ristorante italiano Wynn Sinatra, abbinato ai vini di Ceretto. Un assaggio in vista dell’edizione italiana del premio che racconterà a tutto il mondo le eccellenze italiane e piemontesi.

BaNNER
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