Cia Cuneo: “Sulla frutta fresca una stagione 2024 complicata, ma c’è fiducia per la buona qualità”

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Il comparto della frutta fresca in Piemonte può contare su numeri importanti, con 8.000 aziende e oltre 18.000 ettari coltivati dei quali 3.000 con il metodo biologico. Ancora più significativo, però, è l’impatto del settore nella “Granda”, che rappresenta il 60% di quello regionale. Concentrato, in particolare, nel Saluzzese. Qual è l’attuale stato dell’arte e quali sono gli scenari della campagna produttiva 2024? Lo abbiamo chiesto a Maurizio Ribotta, responsabile provinciale della consulenza tecnica in campo di Cia Cuneo. Afferma: “In questo periodo siamo in piena raccolta di piccoli frutti, ciliegie, albicocche e una minima parte di pesche. Verso il 10 luglio inizia la campagna delle nettarine. Poi, quella delle mele e delle pere. Più avanti ancora i kiwi, che hanno terminato adesso la fioritura”.
Quali difficoltà si stanno affrontando? “Dalla metà di marzo sono scese piogge consistenti – in alcune zone anche 700 mm. di acqua -: di conseguenza è stato recuperato il deficit idrico di cui abbiamo sofferto negli ultimi due anni. Ma questa condizione meteo, con il precedente inverno mite, ha messo in difficoltà i produttori del settore nella gestione generale delle normali pratiche agronomiche e della difesa delle colture dall’insorgenza dei patogeni: in quest’ultimo caso si sono scatenate anche infezioni gravi. I cambiamenti climatici si fanno sentire in varie forme, però c’è in campo tutto l’impegno possibile per risolvere al meglio la situazione”.
Le prospettive? “Per la frutta adesso in raccolta i quantitativi non sono abbondanti, ma la qualità è apprezzabile. Su pesche, mele e pere si prevede un’annata buona sia in termini qualitativi che quantitativi. Alcuni impianti di kiwi stanno scontando il problema della morìa legato alla marcescenza dell’apparato radicale, di conseguenza non esprimono più il massimo della loro potenzialità. Su questo frutto, comunque, è ancora presto per fare delle valutazioni”.
I costi di produzione? “Continuano a essere alti e sotto alcuni aspetti quasi proibitivi”.
I prezzi di vendita? “Al momento non abbiamo indicazioni puntuali e attendibili. L’auspicio è che possano essere superiori alle spese e diano quel margine di guadagno capace di rendere le aziende sostenibili a livello economico”.
Le tensioni geopolitiche internazionali incidono sui mercati? “Per quanto riguarda le raccolte di questo periodo direi di no, perché la vendita si rivolge a canali più nazionali ed europei. Sui grandi quantitativi della frutta di esportazione – pesche, mele e kiwi – ci potrebbero essere conseguenze negative perché si chiudono le porte di alcuni sbocchi importanti: come è accaduto con il blocco del canale di Suez”.
In conclusione, come si può definire la campagna della frutta fresca 2024? “Difficile e complicata per la gestione agronomica. Ma, a oggi, pur con qualche danno provocato soprattutto dagli ultimi temporali, la qualità della frutta locale è buona. Siamo fiduciosi di poter offrire al mercato prodotti di assoluta eccellenza”.