Bellezza e ironia nei sessant’anni di Sabrina Ferilli

L’attrice romana ha festeggiato ricordando i 40 anni di carriera, tra film, fiction e lo spogliarello del 2001 al Circo Massimo per lo scudetto della Roma: «E adesso vorrei prendere finalmente la laurea in legge»

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Un simbolo di bellezza e di simpatia. Sabrina Feril­li spegne 60 candeline e lo fa dando sfoggio del suo senso dell’umorismo, della simpatia naturale che l’ha sempre accompagnata, dell’accento romano e della passione dichiarata per la politica. Tutte componenti forse slegate tra loro, in apparenza divisive, ma che da sempre fanno di lei una delle attrici più amate da un pubblico trasversale: uomini e donne.
La passione per la Roma, come è noto, la portò a una scommessa storica: “Mi spoglio se vince lo scudetto”. Era l’anno 2001: arrivò la vittoria e pure lo striptease, davanti a 100mila persone nel Circo Massimo. Con eleganza.
Nata a Roma il 28 giugno 1964 e cresciuta a Fiano Romano, Sabrina ha frequentato il liceo classico con il sogno di conseguire una laurea in Giurisprudenza. Non ce l’ha fatta perché è entrata giovanissima nel mondo del cinema.
Gli inizi non sono stati certo facili. Qualche anno fa, Ferilli ha raccontato a Domenica In di aver invano tentato di entrare al Centro sperimentale di cinematografia di Roma. Dove, dopo i provini, non venne accettata perché «la maggioranza della giuria disse che ero troppo italica, come se i provini li stessi facendo in Scandinavia. Ci rimasi male».
Ma il riscatto per lei è arrivato quasi subito: dopo l’esordio nel 1987, a 23 anni, in “Caramelle da uno sconosciuto”, e con piccole parti in altri film, gli anni Novanta sono stati quelli della grande popolarità.
Inizialmente il grande riscontro grazie a “Diario di un vizio” di Marco Ferreri, “La bella vita” del 1994 e poi in tante altre pellicole che l’hanno consacrata tra i volti più amati del cinema italiano. Per celebrare il compleanno e fare un bilancio della sua carriera fino a questo punto, la stessa attrice ha pubblicato su Instagram un video che ripercorre alcuni dei momenti più memorabili della sua incredibile carriera.
Dentro ci sono anche molte fiction (da “Com­messe” a “Gloria”, due delle più recenti), teatro, cinema, programmi tv e perfino il Festival di Sanremo: i 60 anni dell’attrice sono coincisi anche con quasi quarant’anni di successi in carriera. Nei quali ha annoverato l’apprezzamento perfino del presidente della Re­pubblica, Sergio Matta­rella, che l’ha definita «simpatica, trascinante, irresistibile».
Come dimenticare, poi, il calendario sexy per la rivista Max nel 2000 e il già citato “spogliarello” al Circo Massimo davanti a centinaia di migliaia di tifosi per festeggiare lo scudetto della Roma nel 2001? Quell’esibizione popolare e istintiva diventò anche un caso politico: «Veltroni (che all’epoca era il sindaco di Roma, ndr) mi chiamava agitatissimo perché riceveva pressioni dal Vaticano per evitare che mi spogliassi», ha raccontato l’attrice nel 2017 a Fabio Fazio. E dopo aver sfilato coperta solo dalla bandiera giallorossa ha ricevuto «diffide e lettere di minacce di morte». Altri tempi, perché adesso «con i social e il politically correct non sarei arrivata sul palco del Circo Massimo con quella bandiera».
Arrivata alla soglia dei sessant’anni, l’attrice romana la prende con ironia. Con «il cinismo del romano», ha raccontato lo scorso anno in un’intervista a Vanity Fair, «e autoironia a palate». Ha spiegato che invecchiare «non piace a nessuno, il nostro lavoro è legato all’immagine. Però che dobbiamo fare? Se questo dovesse precludermi il lavoro, farò altro». Ad esempio «mi iscriverei a Giurisprudenza. Ho fatto il classico e dei corsi parauniversitari di logopedia, ma vorrei la laurea».
Intanto, però, i successi e le soddisfazioni non mancano. Professionali e anche personali: dopo il matrimonio fallito con Andrea Perone, la star è felice con il manager Flavio Cattaneo, che ha sposato in gran segreto il 29 gennaio 2011. Quello che forse un po’ è mancato sono stati i figli: «Non me la sono sentita di mettere al mondo dei figli», ha raccontato, spiegando di aver «provato ad adottarne uno ma senza fortuna». Però, ha concluso «le cose sono andate come dovevano andare e non ne ho fatto una malattia».
Una filosofia di vita che spesso accompagna le più travolgenti storie di successo professionale e umano.

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