Per continuare a crescere occorre innovare, investire in una serie di novità e prodotti alto-proteici, funzionali e innovativi.
La crescente richiesta del mercato oggi è rivolta a prodotti sani e sostenibil. IDEA ne ha parlato con Ambrogio Invernizzi, presidente Inalpi, azienda di Moretta che vanta ben 148 milioni di investimenti in sostenibilità e sviluppo.
I numeri del settore lattiero caseario ed in particolare di Inalpi evidenziano una tendenza in crescita. Quali sono i fattori che determinano queste positive prospettive?
«Abbiamo registrato performance positive negli ultimi anni, che ci hanno consentito una crescita importante e continuativa, una crescita diffusa su tutti i mercati (nazionali e internazionali) e in tutti i canali (GDO, Industria alimentare e grande industria, Ho.re.ca) a conferma della bontà delle strategie messe in atto. Innanzitutto, la qualità dei prodotti, frutto di un’accurata selezione della materia prima, rappresenta uno dei plus della strategia a cui si unisce un importante percorso innovativo fatto di formazione e ricerca, che fa di Inalpi un modello apprezzato anche da importanti realtà straniere. Grazie a questa combinazione di fattori, il nostro obiettivo è proseguire lungo questo percorso, con professionalità e dinamicità, elementi che si uniscono a quei valori che da sempre guidano il nostro operato costruito su un impegno per il lavoro “fatto bene”. Un impegno che ci è anche stato riconosciuto pochi mesi fa da MF Central Risk, che ci ha conferito Credit Reputation Award. Un premio che è per noi ragione di particolare soddisfazione, perché riteniamo debba essere letto come concreta testimonianza di quello che cerchiamo di realizzare ogni giorno. Un ulteriore impulso verso obiettivi importanti, che abbiamo progettato in un futuro molto prossimo, per proseguire nel solco di una performance che ci ha visti crescere, anche attraverso un impegno per il miglioramento dell’equilibrio finanziario, in modo significativo in poco meno di quindici anni».
Ci sono nuove tendenze di consumo, per esempio tutte le tendenze anti allergeni, l’allergia al lattosio, che sembra che sia sempre più diffusa, quindi la ricerca di prodotti con caratteristiche particolari. Come si sta muovendo Inalpi in questo senso?
«Negli ultimi 5 anni, abbiamo messo in campo una nuova strategia che ha visto prima la nascita del centro R&D Inlab Solutions, il centro di ricerca e sviluppo Inalpi, creato anche per dare un nuovo impulso nell’ambito dell’innovazione di prodotto. Ed in questo senso abbiamo lavorato per sviluppare nuovi trend che siano una risposta alle richieste del mercato anche attraverso la realizzazione di progetti pilota con macchinari di ultima generazione. Progetti a medio termine che si sono affacciati all’attenzione del pubblico con proposte altamente definite sui trend del mercato stesso come le Fettine Protein+; Fettine Alto Proteiche con Postbiotici – addizionate con Zinco e Selenio prodotte, con selezionate materie prime quali latte di filiera corta e controllata e formaggio, in moderni impianti ad alta tecnologia, con un contenuto di 25 g di proteine per 100 g di prodotto. Inalpi ha poi sviluppato, proprio in questo specifico ambito, l’ampliamento di gamma con i formaggini con postbiotici e calcio, una referenza indicata per un consumatore più maturo che richiede alimenti di qualità, con elevati contenuti salutistici a supporto e di un benessere fisico sempre più ricercato. Ed è proprio in questo specifico ambito che sono stati fatti studi approfonditi – attraverso l’utilizzo dell’intelligenza artificiale – per definire un pack che sia completo ed esaustivo nelle informazioni che presenta, dando risposta immediata ed intuitiva alla ricerca del consumatore del target interessato. Inoltre, a inizio 2024 abbia aperto a un nuovo e interessante percorso con la Linea Yogurt senza lattosio, totalmente avvolgenti con una texture identificativa. Una proposta che si colloca in un mercato del “senza lattosio” che ha registrato, lo scorso anno, una crescita del 14% e che si presenta inoltre come referenza innovativa grazie a una consistenza estremamente caratterizzante e gusti che vanno a completare, attraverso proposte non standard, l’attuale assortimento di mercato».
Siete riconosciuti come esempio e modello nella filiera e nella tracciabilità dei vostri prodotti. Come siete riusciti in questi anni a coinvolgere i giovani allevatori in questo progetto?
«Ritengo che la crescita della filiera sia il frutto di un lavoro che ha messo al centro dei propri obiettivi la condivisione. Come ho avuto modo di ricordare anche recentemente, quando 15 anni fa abbiamo posto le basi per la nascita della filiera corta e certificata, abbiamo anche accettato di metterci in gioco per costruire un progetto che non esisteva ancora. La scommessa oggi si direbbe vinta, se parliamo della crescita della filiera stessa, ma quello che è certamente vincente è la struttura su cui si fonda. La condivisione di valori e obiettivi ha permesso a Inalpi di crescere così come è cresciuta la rete dei conferitori, ha consentito a tutti di raggiungere importanti traguardi, grazie anche ad un protocollo e un sistema di remunerazione che è per molti versi ancora un unicum oggi. I giovani hanno quindi riconosciuto la visione a lungo termine di questo progetto e, in questi ultimi anni, hanno scelto di entrarne a fare parte. L’apporto delle nuove generazioni di allevatori è fondamentale perché diventano portatori di nuove visioni, ma è anche elemento di estrema soddisfazione per tutti noi che abbiamo preso parte alla nascita della filiera. In qualche modo possiamo dire di aver lavorato per costruire un futuro che non ha coinvolto solo noi, ma che è riuscito ad arrivare e coinvolgere anche i giovani allevatori. Forse, e lo dico con convinzione, questa è una delle vittorie più grandi di questa nostra storia recente».
Sul fronte dei consumi, Italia e paesi stranieri vanno di pari passo?
«Il fenomeno inflattivo che ha interessato l’Italia e non solo, ha prodotto un effetto sui consumi dovuto al calo del potere d’acquisto, che ha caratterizzato gli ultimi tempi. Una tendenza che quindi ha prodotto in molti Paesi una riduzione del carrello che si è alleggerito a favore di una maggiore attenzione nell’atto d’acquisto. Un’attenzione che si è focalizzata rispetto ad acquisti che hanno come componente principale la ricerca della qualità, della tracciabilità e anche della sostenibilità che ogni prodotto porta con sé. La qualità diventa quindi oggi una leva fondamentale nell’indirizzare i consumi ed è elemento caratterizzante di numerosi mercati. Inalpi ha un osservatorio, rispetto a questa tematica, abbastanza privilegiato grazie ad un modello di business particolare. Il 50% dei nostri clienti sono in Italia dove abbiamo un’offerta ampia e ben strutturata per la grande industria dolciaria ma anche in grado di soddisfare il mondo degli artigiani e dell’alta gastronomia. Sempre in Italia siamo però anche presenti nell’ambito consumer con una distribuzione a marchio che sta crescendo, anche in ragione della crescita delle referenze che stiamo proponendo e che incontrano un riscontro che sta crescendo in modo interessante. L’estero riveste una parte importante, oggi siamo presenti in 40 Paesi nel mondo a presidio del mercato europeo, ma anche ai mercati Asian Pacific e Middle East. Il denominatore comune rimane però, a qualsiasi latitudine, la ricerca della qualità».
Per concludere qual è la sua visione del settore nei prossimi anni?
«Avere una visione certa di quello che ci attende non è semplice, perché arriviamo da 4 anni piuttosto complessi, nei quali si sono realizzate condizioni che probabilmente mai avremmo saputo immaginare. Quello che ritengo però sia un elemento di importanza fondamentale per questo settore è legato ad una crescente visione innovativa, in un comparto che storicamente risulta piuttosto immobile. Inalpi ha avviato negli ultimi anni, con la creazione del centro ricerche InLab Solutions, un percorso che punta all’innovazione di prodotto e non solo. Abbiamo compreso e quindi attuato nuove strade per valorizzare la materia prima che è alla base della nostra produzione: il latte. “Il latte non è solo bianco” è quindi un’espressione che bene rappresenta questo tipo di concetto che punta a dare valore ai suoi singoli componenti per declinarne l’utilizzo in nuove modalità. Stiamo quindi portando avanti un percorso a tutto tondo che cerca l’innovazione di prodotto aprendo ad un ambito legato al benessere, così come ai prodotti alto proteici o delattosati, ma stiamo anche indagando altre vie che potrebbero condurre a nuovi ambiti. Questo credo possa essere il futuro del comparto lattiero caseario, che io vedo come un progetto strutturato che apra a nuovi orizzonti».