«Filiera del cibo la nostra ricchezza da consolidare»

Abbiamo intervistato Paolo Bongioanni, neo assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte: «Le aspettative sono alte e sono già al lavoro per superare le varie problematiche»

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Dopo essere risultato il più votato della lista di Fra­telli d’Italia con 5.696 preferenze, Paolo Bon­gioanni è stato nominato assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte. Già artefice di numerosi e importanti provvedimenti nel corso della sua precedente esperienza da consigliere regionale, il politico cuneese avrà anche le deleghe a Com­mercio, Caccia e Pesca, Par­chi, Peste Suina e Cibo. Per conoscere meglio le emozioni legate al nuovo incarico e soprattutto le principali priorità da affrontare, Rivista IDEA lo ha intervistato.

Assessore, quali emozioni sta provando in questo momento?
«Le emozioni sono particolarmente forti, innanzitutto per aver raggiunto il punto apicale della mia carriera professionale e per averlo potuto condividere con mio papà Franco di 89 anni e mia mamma Silvana di 84. Desidero ringraziare il presidente Giorgia Meloni, i ministri Guido Cro­setto e Francesco Lollobrigida e il mio amico, il governatore Alberto Cirio, che – quando ero davanti ad un bivio tra la presidenza del Consiglio Re­gionale e l’ingresso in Giunta – mi ha chiesto espressamente di camminare al suo fianco. Le aspettative sono alte e le problematiche enormi, sin da subito mi sono messo al lavoro per affrontarle».

A proposito, quali sono le principali priorità per le varie deleghe che ha ricevuto?

«Per quanto riguarda la peste suina, ho subito incontrato il commissario Vincenzo Capu­to. Questo discorso è assolutamente prioritario, trattandosi di un problema che potrebbe riverberarsi in mo­do enorme su una provincia come quella di Cuneo, la seconda provincia italiana per allevamenti suinicoli, con oltre 800mila capi. È un problema che dobbiamo risolvere lavorando sui contenimenti, sulla messa in sicurezza degli allevamenti e sul ristoro agli allevatori».

Quali saranno invece le tappe più importanti per quanto concerne il Commercio?

«Sul commercio di vicinato, dove abbiamo uno spopolamento enorme, dobbiamo trovare le formule per invertire la rotta. Sono a disposizione e ho già in calendario degli appuntamenti con le varie associazioni datoriali. Insie­me a loro costru­i­remo il percorso, che può passare anche dai distretti unici del commercio: ho formule nuove che vorrò proporre e condividere con loro. Entro il 6 luglio annunceremo il bando per quanto riguarda il commercio ambulante. Si tratta di 2 milioni di euro che ho fatto stanziare nella scorsa legislatura da consigliere regionale, sono onorato di poterlo portare a battesimo da assessore competente. Chiaramente an­che qui, con le associazioni di categoria del settore, abbiamo strutturato il bando nel modo che sia il più funzionale possibile alle esigenze richieste».

Quali sono invece i programmi per i Parchi?

«Ho già programmato la visita al primo parco: andrò a portare il mio apporto per la problematica della peste suina – visto che i parchi devono essere sistemici e funzionali all’eradicazione del problema -, ma allo stesso tempo cercherò di far passare l’idea del parco come centro di sviluppo del territorio e motore turistico che non può diventare, come purtroppo capita in alcuni luoghi del Pie­monte, uno strumento vincolistico che va ad inibire le attività di chi ha il coraggio di vivere e lavorare in montagna».

Passiamo al discorso Caccia, Pesca e filiera del Cibo.
«Caccia e pesca sono mondi a me molto vicini, mi batterò anima e corpo per risolvere i loro problemi. Per quanto riguarda la filiera del cibo, molto cara al ministro Lol­lobrigida, faremo il massimo per dare la promozione più alta possibile ai sentieri del gusto, alle filiere enogastronomiche, a tutto il mondo delle strade del vino, a quella che può essere una filiera corta dei nostri prodotti agricoli: dal produttore al negozio di vicinato, dal produttore al ristoratore e dal produttore all’evento. E poi c’è l’agricoltura…».

Quali sono le idee in questo senso?
«L’agricoltura è la delega più pesante, visto che mi affida tredici dipartimenti e quattro piani di un grattacielo di quaranta. È la seconda delega come bilancio dopo la Sanità, ma con un impatto territoriale più alto. Ci sono problematiche importanti legate ai costi – a quelli di produzione per quanto riguarda la frutta o a quelli sull’allevamento della razza bovina piemontese -, al mondo assicurativo e alle contrattualità stagionali. La­voreremo per superarle».

Cosa prevede ora il suo calendario?

«In questi giorni incontrerò i miei direttori, la dottoressa Tittone per il commercio e il dottor Balocco per agricoltura, caccia, pesca e peste suina, strutturerò il nuovo dipartimento del cibo e allo stesso tempo incontrerò il dirigente del settore parchi. Voglio conoscere uno per uno tutti i dipendenti degli assessorati che fanno riferimento a me. Ho inoltre già calendarizzato un’intera giornata per la strutturazione di un dipartimento dedicato alla peste suina. Sono stato a Bruxelles con il presidente Cirio per cominciare a valutare la questione dei fondi europei; ci sarà poi una mutua collaborazione con gli altri assessori, in particolare con Riboldi (Sanità) e Chiarelli (Turismo e Sport), i cui settori si intersecano con quelli di mia competenza. Siamo già stati a Roma per portare avanti il ragionamento di un percorso condiviso che per noi è assolutamente importante. Il presidente Ci­rio è stato bravissimo a presentare in tempo zero la Giunta e dobbiamo essere al­trettanto bravi ad iniziare a lavorare subito. Appena possibile, inoltre, presenterò la squadra che mi affiancherà in questo quinquennio».

Sarà tra i rappresentanti cuneesi della nuova Giunta. Cosa significa questo per lei?
«La provincia di Cuneo mi ha dato tantissimo e, nel mio percorso professionale, ho sempre cercato di restituire ciò che le mie forze e le mie capacità mi hanno permesso di restituire. Mi impegnerò con tutte le energie che ho nel rispetto di un mondo formidabile, che vanta un’imprenditoria davvero unica. B­iso­gna inoltre lavorare per costruire una nuova classe dirigente che nei prossimi anni guidi e accompagni questa terra che merita tanto e che purtroppo ancora oggi è penalizzata a livello di infrastrutture».

Da questo punto di vista la folta rappresentanza della Granda nel nuovo Consiglio Regionale potrebbe essere un segnale importante?

«Assolutamente sì. Indipen­den­temente dal colore e dall’appartenenza politica, credo che tutti noi ci metteremo al servizio della nostra comunità».

Nel corso della sua precedente esperienza da consigliere ha puntato su un metodo di lavoro basato sull’ascolto e sul confronto. Sarà così an­che da assessore?

«Sicuramente. Ho già programmato degli incontri con le associazioni datoriali e gli imprenditori proprio per andare a recepire le risposte migliori. Ho professato per cinque anni e lo ripeto anche ora che non c’è nulla che si possa scrivere dietro una scrivania: va tutto ascoltato, condiviso e poi strutturato attraverso i provvedimenti che i ruoli che ho oggi mi permetteranno di fare».

Che Piemonte si augura di vedere nel prossimo lustro?

«Sono sicuro che con la Giunta presentata dal presidente Cirio ci siano le competenze, le professionalità e anche i fondi per poter dare al Piemonte una spinta ulteriore. Adesso bisogna avere il tempo di strutturarsi, ma c’è la possibilità di fare un grande lavoro».

Articolo a cura di Domenico Abbondandolo