«Servizi migliori nelle aree montane e più coordinamento»

L’assessore regionale Marco Gallo dopo l’exploit elettorale: «Grazie ad Alberto Cirio e al mio staff»

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Marco Gallo, già sindaco di Bu­sca e ora neo assessore re­gio­nale alla Montagna, è stato definito mister preferenze, con oltre 8 mila voti personali.

Un risultato importante, a che cosa è stato dovuto?
«A diversi fattori chiave. Prima di tutto, il supporto del presidente Alberto Cirio: pen­so che il vero merito vada a lui per aver creduto in una lista civica che rappresentasse il “Piemon­te Moderato e Liberale”, e le urne gli hanno dato ragione. Mi fa piacere essere riuscito a convincere un ampio elettorato civico e conquistare la fiducia di oltre ottomila elettori. Il risultato è anche frutto del sostegno del presidente della provincia di Cuneo, Luca Robaldo, del vicesegretario di Azione, En­rico Costa, del consigliere pro­vinciale Danna, e del comitato elettorale, composto da più di trenta persone che hanno scelto di supportarmi. Questo risultato, che è andato oltre ogni più rosea aspettativa, credo sia il riconoscimento di un impegno di vent’anni di amministrazione a Busca e negli ambiti in cui ho lavorato. Ora mi sento gratificato e pieno di responsabilità, pronto a onorare l’impegno di concretezza e risultato per il nostro territorio che merita attenzione».

Quali sono le problematiche delle zone di montagna?
«Le zone di montagna affrontano numerose problematiche, tra cui la difficoltà nella gestione dei servizi essenziali come quelli socio-assistenziali, sanitari, di mobilità, digitali e scolastici. Questi servizi sono sempre più rarefatti, rendendo la vita nelle aree montane sempre più difficile e contribuendo allo spopolamento. Inoltre, le re­lazioni complesse con altre istituzioni e la coordinazione con gli enti sovralocali sono al­tre sfide significative. Infine, la vulnerabilità ai cambiamenti climatici e la necessità di una transizione energetica sostenibile rappresentano ulteriori sfi­de che dobbiamo affrontare».

Che cosa è stato fatto e che cosa c’è ancora da fare?
«Finora sono stati avviati sforzi per riorganizzare le Unioni Montane e migliorare la gestione dei servizi, ma persistono significative criticità. Un problema chiave è la confusione nei ruoli tra l’Unione Montana e i Comuni associati, con una delega incostante delle funzioni. Questo crea difficoltà nella gestione e nell’operatività, generando incertezza tra i residenti. È cruciale stabilire criteri chiari per la zonizzazione e potenziare i servizi essenziali per rendere le aree montane più attrattive e gestibili. Mi­gliorare la collaborazione istituzionale è essenziale per favorire lo sviluppo locale».

Quali saranno i suoi primi passi?

«Nei primi 100 giorni, intendo avviare un confronto permanente con le Unioni Mon­tane e gli altri enti locali per identificare le esigenze trasversali e spe­cifiche dei territori. Sarà ­fondamentale creare sinergie per ricostruire un sistema di en­ti sovralocali compatti e stabili, che possano dare piena rap­presentatività alle esigenze dei territori montani. Tra i temi cruciali da affrontare ci sono lo spopolamento, la contrazione dei servizi, la fragilità idrogeologica e i cambiamenti climatici».

Che lavoro c’è da fare su aree protette e parchi?
«Per quanto riguarda le aree protette e i parchi, è necessario implementare strategie di ge­stione che promuovano la conservazione della biodiversità e lo sviluppo sostenibile. Dob­biamo coinvolgere le co­munità locali nei progetti di conservazione per garantire un approccio partecipativo e condiviso, assicurando che le risorse naturali siano valorizzate e protette».

Il ruolo della biodiversità?

«La biodiversità svolge un ruolo fondamentale per garantire ecosistemi resilienti e sani, capaci di adattarsi meglio ai cambiamenti climatici. Pro­muovere un turismo e un’agricoltura sostenibili che valorizzino le risorse naturali del territorio è essenziale. La conservazione della biodiversità è quindi cruciale per lo sviluppo sostenibile delle aree montane».
Il turismo ha un ruolo importante per lo sviluppo delle aree montane, come pensa di incrementarlo?
«Il turismo è vitale per lo sviluppo delle aree montane. Per incrementarlo, dobbiamo mi­gliorare le infrastrutture turistiche e i collegamenti, promuovere le bellezze naturali e culturali delle aree montane e sviluppare un turismo sostenibile che rispetti l’ambiente e le comunità locali. La promozione turistica e l’implementazione di servizi turistici di qualità sono fondamentali per attrarre visitatori».

Lo spopolamento dei piccoli centri di montagna, è un fenomeno ancora in crescita?
«È ancora una realtà preoccupante, con difficoltà crescenti nella gestione dei servizi essenziali come quelli socio-assistenziali, sanitari, di mobilità, digitali, scolastici, culturali e commerciali. Questi servizi sono sempre più rari o difficilmente accessibili, specialmente considerando l’invecchiamento della popolazione, rendendo i luoghi montani sempre meno vivibili. In particolare, la situazione dei servizi sanitari è critica: il progressivo depauperamento a livello territoriale degli ultimi anni ha indebolito notevolmente le valli, con un sovraccarico delle strutture sanitarie in pianura. L’offerta di servizi è disomogenea, concentrando quelli essenziali nelle aree più basse o nei comuni esterni alle valli. Occorre migliorare l’accesso ai servizi per le famiglie e i giovani residenti nelle aree interne. Questo potrebbe rallentare l’abbandono e rendere le zone montane più attrattive per nuovi residenti. Inoltre, investire in infrastrutture digitali e garantire una connessione Internet stabile potrebbe incentivare il lavoro remoto, consentendo a professionisti di vivere in montagna senza rinunciare alle opportunità della città».

Le coltivazioni di montagna hanno subito cambiamenti, spesso non positivi, per il cambiamento climatico. Che cosa pensa di fare per venire incontro alle problematiche dei produttori?

«Le sfide attuali, come i cambiamenti climatici e la transizione energetica, richiedono una gestione attenta delle risorse, soprattutto dell’acqua, nelle zone vallive. È fondamentale sviluppare strategie efficaci per adattare le coltivazioni alle nuove condizioni climatiche e supportare i produttori agricoli delle regioni montane. Questo implica fornire assistenza tecnica e finanziaria per implementare pratiche agricole innovative e sostenibili, e promuovere un utilizzo responsabile delle risorse idriche. Inoltre, è cruciale valorizzare i prodotti locali e favorire filiere corte per rafforzare l’economia locale in queste aree vulnerabili agli impatti ambientali».